I fiori australiani: conosci queste essenze simili ai fiori di Bach?

Le pratiche qui descritte non sono accettate dalla scienza medica, non sono state sottoposte a verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Queste informazioni hanno solo un fine illustrativo.
Si sente parlare spesso dei fiori di Bach: hai mai sentito parlare dei fiori australiani? Seguono la dottrina delle “Signature” per trovare le corrispondenze tra la forma del fiore e il colore con i benefici che può apportare al nostro sistema. I fiori australiani sono il mix perfetto tra mente e corpo, tra emozioni e spirito per rispettare dolcemente il percorso di auto-guarigione.
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Serena Marega 31 Maggio 2019
Scritto da Serena Marega Naturopata

I fiori australiani prendono il nome dal luogo di origine, l'Australia. Più precisamente dal bush australiano, una zona specifica selvaggia dove il maggiore esponente di questa disciplina, il dottor Ian White, naturopata, biologo e psicologo, riprese la lunga tradizione floriterapica, già conosciuta grazie al dottor Edward Bach.
Le essenze floreali hanno una lunghissima tradizione che risale ancor prima del XVI secolo con Paracelso, noto guaritore e mistico, solito raccogliere i fiori di primo mattino per sfruttare al meglio l'energia della rugiada per trattare gli squilibri emotivi dei pazienti.
Diverse popolazioni erano propense a utilizzare i rimedi floreali come gli egizi, i malesi, gli africani e soprattutto gli aborigeni che, tutt'oggi assumono il fiore o la pianta intera; per gli antichi erboristi, l'utilizzo delle piante terapeutiche si basava sulla “dottrina delle Signature” secondo la quale la forma, lo sviluppo, il colore e l'odore di ogni pianta ne indicavano le qualità curative e di conseguenza gli impieghi.

Cosa significa?

Alcuni esempi pratici: l'eufrasia, un fiore blu con la parte centrale gialla, ricorda l'occhio umano e infatti viene usata nei preparati per lenire gli occhi stanchi; la scutellaria, la cui forma assomiglia a quella del cranio, viene impiegata per il mal di testa e l'insonnia; l'ortica è nota per i benefici a carico del sistema circolatorio richiamato dal pizzicore a livello tattile; il salice impiegato per i raffreddori, nasce in zone umide, oppure fiori gialli come il tarassaco vengono impiegati per il sistema epatico (la bile è infatti gialla) e così via.

Come agiscono i fiori australiani?

Negli ultimi secoli l'utilizzo e la conoscenza di questi rimedi ha ripreso piede grazie a una maggiore consapevolezza dello stretto rapporto tra corpo, mente e spirito: questi rimedi infatti aiutano ad ritrovare l'armonia emotiva, spirituale e mentale portando considerevoli benefici al sistema corpo.
La funzione principale delle essenze australiane è aiutare la persona a entrare in contatto con l'Io evoluto: il centro intuitivo che conosce lo scopo della vita di ciascuno di noi, acquisendo maggiore consapevolezza della propria capacità di compiere cambiamenti positivi sia per se stessi, sia, per vibrazione, per l'intero pianeta.
Nel momento in cui modifichiamo noi stessi, trattando ferite e resistenze, automaticamente cambia anche l'ambiente attorno a noi: basti pensare a quando si inizia con il “piede sbagliato” la mattina, che ventaglio di influenze negative rovesciamo anche sulle altre persone.
Le essenze australiane, secondo la mia esperienza e non solo, sono più forti a livello vibrazionale, probabilmente perchè stiamo vivendo un'epoca in cui ci sono maggiori resistenze e siamo testimoni di una certa “follia di massa”: a volte il mondo sembra impazzito basti notare la ciclicità di guerriglie, sfruttamento del pianeta Terra e mancanza di valori e rispetto per esseri umani, animali e vegetali.

Cosa si intende per rimedio vibrazionale? Dove arrivano le vibrazioni nel nostro sistema corpo-mente?

Ricordando il concetto di guarigione condiviso da grandi medici, naturopati e ricercatori, come Ippocrate, Paracelso, Hahnemnn, Bach, Steiner, White, la floriterapia australiana segue il concetto di “vibrazione”: vibrazione è una frequenza e l'unica differenza tra una materia densa, ad esempio un antibiotico o un pezzo di legno vivo, e materia sottile, ad esempio un'essenza floreale, è data dalla frequenza alla quale vibrano. La medicina vibrazionale vibra a velocità superiori a quella della luce: le essenze floreali una volta entrate in circolo, si depositano a metà tra il sistema circolatorio e quello nervoso dove la polarità dei due sistemi produce una corrente elettromagnetica di bassissima intensità, una vibrazione appunto, andando poi a contattare tutti quei sistemi energetici chiamati meridiani e chakra, arrivando fino alle zone impercettibili del nostro animo.

Come vengono prodotti i rimedi floreali? Quali sono le procedure?

I fiori australiani vengono raccolti personalmente dal dottor White che ne crea l'essenza “madre”: conoscendo il periodo di fioritura e le zone del bush, il noto naturopata procede a immergerle in acqua versata in enormi contenitori di vetro, posizionati alla luce del sole. Questa procedura è simile per tutti i fiori, tranne uno che viene esposto alla luce lunare: viene successivamente estratta la vibrazione di ogni fiore con determinate caratteristiche seguendo la dottrina delle Signature e particolari intuizioni dell'ideatore.

Quante essenze australiani esistono? A chi sono rivolte?

Sono state formulate sessantanove essenze singole e per ognuna vengono abbinate emozioni, squilibri fisici e spirituali; le diciassette essenze combinate sono già pronte all'uso e trattano diverse tematiche come:

  • stati di stress
  • problemi adolescenziali
  • difficoltà di focalizzazione e concentrazione
  • carenza energetica
  • stanchezza
  • equilibrio femminile nei periodi di passaggio come la menopausa
  • timidezza e mancanza di espressione
  • senso di oppressione
  • mancanza di ottimismo
  • libertà dai condizionamenti familiari
  • fiducia nelle proprie capacità
  • rinnovamento della passione di coppia
  • spiritualità
  • cambiamenti e passaggi della vita

A primo acchito chi dovesse leggere le caratteristiche di ogni fiore si sentirebbe coinvolto in più situazioni fin tanto da pensare di doverle assumere tutte: è capitato anche a me durante gli studi di Floriterapia; ogni fiore è un mondo che ben si abbina ad altre sei essenze non di più per non generare “confusione vibrazionale” quando si crea un composto di fiori.
I fiori australiani sono stati formulati anche per i nostri amici animali per trattare l'aggressività, il territorio, il cambio di cuccia, l'istinto e l'irrequietezza e ho potuto vivere diverse esperienze con cani e gatti con notevoli risultati: essendo loro più semplici dell'essere umano, più immediato è stato il risultato, come d'altronde si ottiene con i bambini che sono liberi da schemi e mappe mentali che purtroppo nell'adulto, molto spesso, causano resistenze alla guarigione.

Corpo e mente lavorano assieme: quali fiori agiscono sui nostri organi?

Mi piace poter abbinare i fiori, quindi le tendenze emotive, agli organi, quindi al corpo: per l'intestino vengono consigliati Bahunia, fiore noto per aprire la mente a nuovi concetti, accettare il nuovo, sia la persona diversa da noi, per razza per esempio, e aiuta a ripristinare la valvola ileo-cecale che separa i due intestini e spesso è coinvolta in disturbi dell'organo.
Un altro rimedio per l'intestino è Bottlebrush: la sua forma assomiglia a uno spazzolino, infatti ha il compito di pulire e lasciar andare emozioni negative, situazioni che intasano l'organo che è, esso stesso, artefice dell'espulsione. Green Essence invece viene impiegato per le parassitosi intestinali e ha un dosaggio e uso particolari riequilibra le vibrazioni dei parassiti rendendoli innocui.

Billy Goat Plum tratta l'avversione verso se stessi, verso il proprio corpo fisico e permette di accettarsi: viene impiegato topicamente sulla pelle diluito in pomata per trattare l'acne ormonale, la dermatite da ciclo o da stress. Un altro fiore che migliora il derma è Bush Iris che agisce sul sistema linfatico e tratta problematiche cutanee come eczema acne, odori sgradevoli permettendo lo sblocco del sistema di drenaggio.
Jacaranda tratta eruzioni cutanee nervose ed è per chi è indaffarato e perde l'obbiettivo: spesso sono preda di incidenti, anche piccoli a causa della loro distrazione. Questo rimedio aiuta a concentrarsi e focalizzarsi portando a termine il compito.

Black-eyed Susan dedicato a riacquistare la calma anche a tavola: è indicato per la voracità, l'iperattività, le fami nervose e rivolto a persone che quando si fermano hanno la mente rivolta verso il problema. Bluebell invece è un rimedio per aprire il cuore, per dare e avere fiducia nell'abbondanza e dedicato a chi soffre di tachicardia in quanto ha il cuore “congelato” forse perchè associa l'amore alla sofferenza.
Un altro fiore interessante è Bush Fucshsia che agisce sull'interazione dei due emisferi: emisfero sinistro e destro e quindi equilibro maschile e femminile, razionalità ed emotività migliora la dislessia, la concentrazione, l'esposizione verbale.

Isopogon è un altro fiore dedicato alle capacità mentali: aiuta i malati di Alzheimer in quanto tratta la capacità di recuperare le abilità passate e per chi non impara dalle esperienze
Crowea è il fiore dello stomaco: tratta stati ansiosi, aiuta il rilassamento muscolare e regola la respirazione diaframmatica spesso bloccata dagli stati ansiosi, in quanto rinnova pace, tranquillità d'animo.
Il fegato viene trattato con due fiori: Dagger Hakea per la rabbia specifica, per persone spesso pungenti , acide e che trattengono la collera. Questo rimedio aiuta nel processo di perdono e l'espressione dei sentimenti. Il secondo è Mountain Devil che considera una rabbia generica, per qualsiasi cosa.

I fiori che lavorano sui reni sono Dog Rose e Dog Rose of the Wild Forces: il primo tratta paure che scavano piano piano, quelle paure cristallizzate che si pensa vadano a formare calcoli; aiuta ad avere coraggio, fiducia in se stessi, superare le fobie, paranoie. Il secondo agisce sulla paura di perdere il controllo e considera l'isteria collettiva, disturbi post traumatici da stress.

Grey Spider Flower assomiglia a un ragno: è un pò spaventoso come fiore, infatti agisce sugli stati di terrore che vanno ad abbassare l'energia dei reni; tratta persone con vissuti di terrore associati a un'ansia estrema e crisi asmatiche. La persona in panico presenta pupille dilatate, gola secca, tachicardia e può essere abbinato ad altri fiori come Fringet Violet che trattano la sfera energetica di protezione (aura).
Il fiore della tiroide è Old Man Banksia: aiuta a recuperare l'interesse per la vita, a gestire gli stati di ipotirodismo, permette di avere il coraggio di dire di “no” e trattare i “nodi alla gola” dove appunto risiede la tiroide.

Per le paratiroidi c'è il fiore Hibbertia che è dedicato a persone molto intelligenti che non riescono ad applicare le nozioni teoriche.

E poi ne vengono utilizzati altri per l'utero, per il tratto uro-genitale in presenza di cistiti, candide, per ritrovare lo scopo nella vita, per il vittimismo, per l'autostima, per la tristezza profonda, per i sensi di colpa, per una visione migliore del futuro, per sviluppare la creatività e per “proteggersi” dalle energie altrui.

Questo non significa che i fiori siano il rimedi di guarigione per patologie o malattie o stati infiammatori: aiutano nel processo di guarigione ma non si sostituiscono a farmaci o integrazioni.

Il mio consiglio è sempre e comunque farsi  seguire da un professionista che ne conosca abbinamenti corretti, come agire se i rimedi provocano cambiamenti improvvisi di reazione psico-fisica e soprattutto conosce se ed è opportuno consigliarli secondo lo stato emotivo e il carattere della persona.