Dalle classiche buste di plastica ai cotton fioc, dagli involucri dei cioccolatini ai bastoncini dei lecca lecca, fino alle zip delle felpe o addirittura alle spugne. Sono solo alcuni dei rifiuti che sono stati ritrovati all’interno dell’intestino delle tartarughe Caretta caretta che vivono nei mari italiani. Circa il 90% della popolazione di tartarughe avrebbe ingerito scarti di materiale plastico nel corso nella vita, come ha testimoniato l’Ispra all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Palermo (IZS).
Le tartarughe Caretta caretta sono una presenza preziosa per i nostri mari, e il loro stato di salute può dirci molto circa la condizione delle acque e degli ecosistemi marini. In particolare, ci aiutano a conoscere i livelli di inquinamento da marine litter: si tratta di tutti quei materiali solidi prodotti o modificati dall’uomo che finiscono abbandonati in mare e possono accumularsi nelle aree di convergenza delle correnti, favorendo la formazione di isole di rifiuti.
Per salvaguardare le Caretta caretta – come riportato dall'ANSA – diversi Istituti Zooprofilattici Sperimentali si sono riuniti con l’obiettivo di mettere in campo strategie coordinate per monitorare il benessere degli esemplari presenti nelle acque italiane e intervenire in caso di emergenza. Solo nel 2021, il Centro di referenza nazionale sul benessere, monitoraggio e diagnostica delle malattie delle tartarughe marine dell'IZS Sicilia ha recuperato e preso in cura 45 esemplari.
È sicuramente importante che aumenti la sensibilità delle persone rispetto all’inquinamento e alla conservazione della biodiversità marina che popola le nostre coste. Le tartarughe Caretta caretta, in particolare, nidificano in abbondanza sulle spiagge italiane, concedendoci ogni anno di assistere allo spettacolo della schiusa delle uova. Per tutelarle, i biologi stanno cercando nuove soluzioni: un esempio è l’App Carett, creata dal Centro di recupero regionale delle tartarughe marine, che aiuterà a segnala alla Guardia costiera la presenza di tartarughe Caretta caretta in difficoltà, che necessitano di un intervento di salvataggio.