Il bon ton della schiscetta

Le buone maniere e l’attenzione al rispetto degli altri si vedono anche nel momento del pasto à porter!
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Ciaopeople Studios 2 Dicembre 2019

In una piccola cittadina di provincia nel Lazio, come quella in cui vive Olga, tutti si conoscono. E un niente basterebbe per rovinare l’immagine di questa elegante signora. Olga non si porta il panierino in ufficio, perché, dice, ha «un po’ di vergogna. Non che ci sia niente di male, intendiamoci. Ma non so come comportarmi, come conciliare le buone maniere con la praticità». Insomma, un galateo della schiscetta sarebbe quello che ci vuole. Ed è quello che abbiamo chiesto a Giorgia Fantin Borghi, esperta di bon ton e arte della tavola.

Il decalogo della schiscetta: i 10 no tassativi

  1. No agli alimenti con odori molto forti: gli effluvi intensi di cibi come aglio, broccoli, cavoli, cipolle, ma anche curry e altre spezie dall’odore deciso possono infastidire i colleghi.
  2. No a cose che fanno molto rumore, che scrocchiano: il suono di cracker e patatine che vengono masticati non è piacevole da sentire.
  3. No alla plastica. Non è ecologica e non è bella da vedere. Per questo è sempre consigliabile avere a disposizione un kit personale di posate da tenere nel cassetto. Come una trousse per il trucco. Magari anche esteticamente carino. Ognuno lava e ripone le proprie cose dopo averle usate. Se poi si possono aggiungere anche olio, sale, pepe, abbiamo una base sempre a disposizione, che ci rende completamente autonomi. Così si evita un’altra cattiva abitudine: quella di chiedere le cose degli altri in prestito.
  4. Non chiedere mai oggetti in prestito né assaggi di cibo. Offrire invece è buona norma, soprattutto se si hanno piccole cose, come caramelle o cioccolatini.
  5. Non mangiare alla scrivania, per preservare la propria salute mentale ma anche per igiene. Se proprio ci si trova costretti, mettersi d’accordo con il compagno di scrivania, spostare gli oggetti di lavoro e “apparecchiarla” con una piccola tovaglia e con gli oggetti del proprio kit personale.
  6. Mai fissare gli altri mentre mangiano. 
  7. Assolutamente mai mangiare al telefono.
  8. Mai lasciare sporco il posto in cui si è mangiato.
  9. Non monopolizzare il microonde, se disponibile: anche gli altri, ne avranno bisogno. Stessa norma vale per il bollitore. Ricordandosi che, se si prepara il caffè o un the, è buona abitudine chiedere se qualcun altro ne vuole.
  10. No a cibi troppo ricchi di salse o intingoli, che possono sporcare.

Questione di garbo e misura

Ci sono poi tanti piccoli accorgimenti da tenere presenti quando si compone la schiscetta. «Importantissimo – spiega Giorgia – è ridurre i cibi alle giuste dimensioni, tagliandoli in pezzi che consentano di fare un boccone. In particolare, se scegliamo di portare prosciutto o formaggio a fette, possiamo ridurlo a strisce con cui formare delle roselline, facili da prendere con la forchetta, ma anche belle da vedere». Ecco che delle piccole rose di formaggio in fette Campina si rivelano una soluzione a prova di etichetta. Ma ogni regola ha le sue eccezioni: «ci sono cose che vanno portate intere: l’uva a grappolo, il mandarino non sbucciato, per fare degli esempi. E ci sono cose da prendere con le mani: un pinzimonio di verdura, oppure il pane».

L’arte del panino

Il panino merita un discorso a parte: «se possibile, va avvolto in un doppio strato. All’interno, a diretto contatto con il pane, va bene anche un tovagliolino di carta, che consenta di non toccare il pane direttamente con le mani: anche se ce le siamo lavate prima di mangiare, non è mai bene. L’involucro esterno invece deve essere di stoffa, un bel tovagliolo di tessuto, che magari chiuderemo con uno spago. Al momento di gustare il nostro panino, il tovagliolo si trasformerà in una tovaglia. Scegliere sempre un pane morbido, per evitare le briciole. E mangiarlo a bocconi piccoli, che consentono di mantenere un certo stile. Teniamo presente che se non è particolarmente ricco di salse, il panino si può mangiare anche come si fa con la brioche: se ne stacca un pezzetto con una mano e lo si porta alla bocca».

Bello è meglio

«In generale – ricorda Giorgia – i principi da tenere a mente sono quelli di buon gusto e misura. E del bello. Aprire una schiscetta graziosa da vedere, sapendola preparata da me, rende il pranzo anche più gustoso. Ma perché no, rendiamo più piacevole anche il momento della pausa: abbiamo magari solo mezz’ora o venti minuti tutti per noi, non sprechiamoli pasticciando con qualcosa che rischia anche di farvi sentire in imbarazzo. Rendiamo graziosa la nostra postazione, apparecchiamo un po’, diamo quel tocco in più che farà la differenza. Perché il bello va cercato dappertutto, anche in una schiscetta».

Avete apprezzato il nostro viaggio nel mondo della schiscetta? Potete anche ascoltarlo nel nostro podcast a tema, da ascoltare rigorosamente preparando la schiscetta!

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