Schiscetta sicura: pronta in poche mosse!

La sicurezza alimentare è al primo posto se parliamo di cibo: preparare e conservare la schiscetta al meglio, evita contaminazioni e sbalzi di temperatura, con un occhio sempre attento all’ambiente e alla sostenibilità.
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Ciaopeople Studios 25 Novembre 2019

Nicola abita sulle colline senesi: «sedici chilometri da casa mia al centro di Siena, e altrettanti a tornare, con qualunque temperatura. In ufficio abbiamo un piccolo frigo, ma non mi fido a portare cibi freschi. Così alla fine mangio scatolette, piatti pronti, cose confezionate. Per non rischiare che il mio pasto si deteriori». I dubbi sulla corretta conservazione, sulle modalità di trasporto, sulle temperature sono il cruccio di molti. Ma non bisogna rassegnarsi: basta seguire i consigli di chi conosce a fondo il tema, come la dottoressa Maura Pasini, tecnologo alimentare, che ci ha suggerito i giusti comportamenti per una schiscetta igienicamente sicura.

Il giusto contenitore

Acquistare un bellissimo kit per il pranzo o dei pratici contenitori monouso? «La scelta più “green” è sicuramente la prima – spiega la dott. Pasini – ma a volte esigenze logistiche fanno propendere per il monouso, naturalmente riciclabile. Ad esempio, se devo andare a cena fuori direttamente dopo il lavoro meno ingombro ho meglio è!

Tra i materiali dei contenitori riutilizzabili, se si fa il viaggio in macchina e non si hanno problemi di urti e di peso, la scelta migliore è il vetro: inerte nei confronti degli alimenti, 100% riciclabile, può andare in microonde; l’unico accorgimento è relativo alla trasparenza: occorre proteggetelo dalla luce (solare o artificiale che sia) per evitare sgradite reazioni di ossidazione. L’alluminio è un’altra ottima scelta: è leggero, 100% riciclabile; occorre però tenere presente di non utilizzarlo a contatto con cibi acidi (sugo di pomodoro, succo di limone, aceto, prodotti in salamoia) o molto salati (acciughe sottosale e simili). Utile l’accorgimento di aggiungere eventuali ingredienti di questo tipo all’ultimo momento. Ricordate anche che non può andare in microonde! E infine le plastiche: sono sicuramente comode, ma sono le più controverse sia per la nostra salute che per l’ambiente. Verificate se hanno impresso il numero di riciclabilità, non obbligatorio ma che, se presente, può fornire preziose indicazioni: in questo caso da evitare i numeri 1 (Pet, consigliabile solo nel monouso), 3 (PVC, non andrebbero usate a contatto con cibi grassi – potendo, condite il vostro piatto all’ultimo momento!), 7 (un codice ambiguo perché non permette d’identificare i polimeri effettivamente presenti), che sono tra i peggiori; se proprio non possiamo rinunciare alla plastica, molto meglio i codici 2, 4 e 5.

Controllate anche che i contenitori abbiano impresso questo simbolo

che ne indica l’idoneità al contatto con alimenti, ed eventualmente che siano presenti altri simboli indicanti “adatto al microonde” o “alla lavastoviglie”.

Molte delle considerazioni fatte valgono anche per i contenitori monouso. È il caso dell’alluminio: anche “usa e getta”, ha le caratteristiche descritte sopra. Le vaschette in carta sono leggere, riciclabili ed utilizzabili in microonde, ma non sono adatte a piatti troppo ricchi in acqua… occhio anche all’utilizzo di quella riciclata, infatti questa scelta “green” va fatta in base al tipo di alimento: quelli ricchi di umidità e grassi (il caso della pizza e di altro cibo d'asporto o street food) non andrebbero mai tenuti nella carta riciclata, che per sua natura può contenere inchiostri di stampa e altre sostanze solubili nei grassi. Esistono poi “nuovi materiali”, eventualmente utilizzabili anche per la scelta delle posate: bamboo, legno, fibre vegetali miste, biodegradabili e compostabili, che costituiscono un’ottima scelta! Per quanto concerne le bevande, ricordiamoci che le “classiche” bottigliette di acqua in plastica sono concepite per essere monouso e per essere utilizzate solo con sostanze fredde. Il processo di degradazione del PET infatti è favorito dal calore, che può portare alla formazione di sostanze tossiche (acetaldeide e antimonio). Molto meglio una borraccia in vetro o alluminio!».

Il rispetto delle temperature di conservazione

Scelto il contenitore, occorre prestare attenzione alle modalità di trasporto e conservazione. È sempre la dott. Pasini a fornirci consigli e spiegazioni: «I batteri hanno un optimum di crescita variabile in base alla tipologia, ma generalmente tra i 30 e 37°C, e dobbiamo fare in modo di allontanarci il più possibile da queste condizioni. Le temperature più sicure sono sotto i 4°C (refrigerazione) e sopra i 65°C: nel range tra queste due temperature il consiglio è di non eccedere nei tempi, in modo particolare quanto più ci avviciniamo alle temperature “critiche”. Nel periodo estivo, se il vostro ufficio ha un frigorifero e il viaggio non è troppo lungo, potete evitare la borsa termica, ma già se il viaggio supera un’ora e le temperature sono alte, il consiglio è l’acquisto di una bella borsa termica, non troppo grande, in modo che mantenga meglio le temperature, e di piastre refrigeranti. Se la sosta fuori frigo è comunque elevata e se vedete che al momento del consumo le piastre sono già “sciolte”, cercate di evitare cibi troppo deperibili (carne, pesce, uova). In inverno le cose sono più semplici, ma occhio a dove tenete la vostra schiscetta! Se viaggiate a lungo con mezzi pubblici (spesso caldissimi), usate la borsa termica anche in questa stagione; se in ufficio non avete il frigorifero e c’è la possibilità di un piccolo davanzale ben venga, ma attenzione a proteggere la schiscetta da eventuali radiazioni solari che oltre a riscaldarla possono favorire fenomeni ossidativi a carico delle sostanze grasse».

Una buona strategia è sempre quella di completare all’ultimo momento il piatto, aggiungendo a una base di pasta, riso o verdure i condimenti e gli ingredienti freschi. Ci possiamo sbizzarrire con salumi a cubetti, tonno o sgombro grigliato, ma anche dare un tocco con un formaggio, che completa a livello proteico la nostra schiscetta: il formaggio in fette Campina, pronto all’uso nella sua confezione monoporzione, può essere unito alla preparazione al momento di consumarla, garantendone gusto e salubrità.

La tua schiscetta è ormai perfetta ma ti manca un tocco di bon ton? Seguici per l’ultima puntata nel viaggio del pranzo à porter, e scopri con noi il galateo della schiscetta. 

Ascolta "La schiscetta" su Spreaker.