Il nuovo testo della proposta di legge sul suicidio assistito delude tutti e intanto i lavori alla Camera sono fermi

Un’Aula deserta, un testo che non convince nessuno e che modifica anche i paletti già previsti dalla sentenza della Corte Costituzionale e infine il timore dei “franchi tiratori” in occasione di un voto segreto la cui data, ancora, non è nemmeno stata fissata. Dopo anni di lotte e solleciti al Parlamento, questa proposta di legge sembra già pronta per naufragare.
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Giulia Dallagiovanna 15 Dicembre 2021
* ultima modifica il 15/12/2021

L'Aula era deserta, la proposta di legge al momento sul tavolo non convince quasi nessuno e l'esame del testo con la votazione degli emendamenti è stato rimandato a data da definirsi. L'abbiamo attesa da oltre 20 anni e con più forza dal 2018, quando la Corte Costituzionale ha iniziato a sollecitare il Parlamento affinché regolamentasse in modo definitivo il fine vita. E alla fine il testo unificato sul suicidio assistito approdato alla Camera lo scorso 13 novembre delude, così come scoraggia una frase del deputato del Gruppo Misto, Giorgio Trizzino: "Se le telecamere inquadrassero la nostra Aula, si vedrebbe quanto siano pochi ad assistere al nostro dibattito: il che dimostra quanto la politica sia distante da questo tema così importante".

I partiti divisi

Il fuggi fuggi generale sarebbe da attribuirsi proprio alla scelta del giorno per la discussione: un lunedì, quando di norma i parlamentari stanno ancora rientrando a Roma. Eppure, quando un argomento interessa, di solito si fa di tutto per essere presenti. Di certo, è una situazione che ha fatto comodo a chi si oppone a questa legge, anche se va detto che i due schieramenti, quello dei favorevoli e quello dei contrari, non sono poi così chiari e netti.

A prima vista, potremmo dire che da un lato ci sono Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Coraggio Italia che votano contro e dall'altro lato PD, M5S, LeU, Italia Viva, Azione e +Europa che sarebbero per il sì. Ma se si vuole guardare oltre la superficie, si trovano dei partiti per nulla compatti al loro interno. Un gruppo di Forza Italia, ad esempio, sostiene la proposta e anche nella Lega c'è chi potrebbe non votare no. Italia Viva lascerà la libertà di voto, mentre diverse porzioni del centrosinistra ritengono che il testo approdato in Aula sia frutto di un'eccessiva mediazione con il centrodestra.

Il testo della proposta

Il testo è frutto dell'unione di otto precedenti proposte di legge formulate negli anni e si basa per la maggior parte sulla sentenza storica della Corte Costituzionale in occasione del processo a Marco Cappato, che aveva accompagnato in Svizzera Fabiano Antoniani (Dj Fabo) affinché potesse accedere al suicidio assistito. Pone infatti gli stessi paletti per avanzare la richiesta: un paziente affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze insopportabili, tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e frutto di una scelta libera e consapevole.

Nel corso della votazione nelle Commissioni Giustizia e Affari Sociali sono però passati alcune modifiche che aggiungono poche parole, dalla portata significativa. I primi due cambiamenti riguardano proprio le 4 condizioni citate prima. Nel primo caso si legge "patologia irreversibile e con prognosi infausta", ovvero che riguardi una malattia terminale. Nel secondo caso, invece, il centrodestra ha chiesto che si parlasse di "sofferenze fisiche e psichiche" e non di "sofferenze fisiche o psichiche", come invece veniva precisato dalla sentenza della Corte.

Nel testo unificato è stato aggiunto anche un intero articolo che permette l'obiezione di coscienza

E ancora: viene introdotto un intero articolo, il 6, sull'obiezione di coscienza. "Il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure per l’assistenza alla morte volontaria medicalmente assistita disciplinate dalla presente legge quando sollevi obiezione di coscienza con preventiva dichiarazione", recita. Aggiungendo poi che: "Gli enti ospedalieri pubblici autorizzati sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste dalla presente legge".

Le critiche di Coscioni

L'associazione Luca Coscioni, che da anni si occupa dei diritti del malato e che sta portando avanti una proposta di referendum in favore dell'eutanasia legale, ha criticato le diverse modifiche al testo base originario. "Ascoltando il dibattito alla Camera dei deputati è chiaro che per alcuni gruppi parlamentari la legge è un'occasione per mettere in discussione conquiste già realizzate più che per creare nuovi diritti – ha commentato Marco Cappato, tesoriere dell'associazione. – Chi parla di ‘cultura dello scarto' o mette in contrapposizione le cure palliative e l'aiuto medico a morire punta a cancellare la legge sul testamento biologico e la sentenza della Corte costituzionale sul mio processo".

La contrarietà riguarda prima di tutto le divergenze rispetto ai paletti fissati dalla Consulta. Non piace poi nemmeno l'iter previsto per avanzare la richiesta di suicidio assistito, che sarebbe troppo lungo da percorrere "da chi di tempo non ne ha". Infine, l'obiezione di coscienza che rischia di diventare un ostacolo per l'esercizio dei propri diritti da parte del malato. Per questo motivo, l'associazione ha proposto una serie di emendamenti.

Il voto segreto

Ad ogni modo, lunedì si è conclusa la discussione generale con un nulla di fatto. Il testo dovrà essere esaminato e poi votato, ma al momento non c'è una data prevista per questi passaggi. La Conferenza dei capigruppo definisce il calendario dei lavori della Camera e dovrà quindi decidere anche quando mettere in agenda la proposta di legge sul suicidio assistito. Ma tra legge di Bilancio e tutti i decreti in scadenza che devono essere convertiti, le previsioni parlano di già di febbraio, se non dopo. E senza una data fissata, non si sa nemmeno entro quando bisogna presentare gli emendamenti. Insomma, i lavori sono bloccati.

L'ultimo ostacolo sarà poi il voto segreto. Con i partiti divisi al loro interno, questo modalità potrebbe far emergere i cosiddetti "franchi tiratori" e l'esito potrebbe ricalcare quanto già visto per il ddl Zan.

Nel frattempo però prosegue l'iter per l'approvazione della proposta di referendum dell'associazione Luca Coscioni, in favore dell'eutanasia legale, dunque di un medico che intervenga, su richiesta del paziente, al fine di provocare il decesso. In caso venga approvato, in primavera potremmo andare a votare.

Fonte| Comunicato stampa associazione Luca Coscioni 

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