Il primo ristorante a energia solare in Europa: Le Présage

Non solo una sfida gastronomica, ma un modello di economia circolare che potrebbe rivoluzionare il mondo della ristorazione: Pierre André Aubert cucina con il sole.
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Rubrica a cura di Annatina Fanigliulo
28 Giugno 2024

Pierre André Aubert, ex ingegnere aerospaziale con un sogno fuori dagli schemi: creare un ristorante ecosostenibile.
Nel 2021, questo sogno prende forma con "Le Présage", il primo ristorante in Europa che sfrutta esclusivamente l'energia solare per cucinare. Un'idea innovativa che coniuga gusto ed ecosostenibilità, dimostrando che è possibile deliziare i palati nel pieno rispetto dell'ambiente.

Dalla sperimentazione al successo

Tutto è iniziato con un semplice food truck, un piccolo chiosco in un container riadattato. Qui, Aubert ha dato vita al suo forno solare a forma di parabola, sfruttando la tecnologia Scheffler per concentrare l'energia del sole. Un sistema ingegnoso che utilizza specchi riflettenti per riscaldare una piastra di ghisa fino a 400°, rendendo possibile la cottura di ogni tipo di pietanza.

Il successo del food truck è stato immediato, attirando l'attenzione di clienti incuriositi da questa nuova frontiera culinaria. Aubert, incoraggiato dai risultati, ha deciso di espandere il progetto, creando un vero e proprio ristorante: "Le Présage", un'esperienza gastronomica unica nel suo genere, dove gusto e sostenibilità si intrecciano indissolubilmente.

Un menu ecosostenibile a km 0

L'impegno per la sostenibilità si riflette anche nella scelta delle materie prime. "Le Présage" propone un menu degustazione che cambia stagionalmente, valorizzando i prodotti locali a km 0. Un omaggio al territorio e alle sue eccellenze, con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale del trasporto e sostenere le piccole realtà agricole locali.

Ogni piatto racconta una storia, un legame profondo con la terra e i suoi frutti. Aubert e il suo team selezionano con cura gli ingredienti, lavorandoli con passione e creatività per esaltare i sapori autentici e genuini. Il risultato è un'esperienza culinaria raffinata e innovativa, che celebra la ricchezza della gastronomia locale in chiave ecosostenibile.

L'obiettivo emissioni zero con biogas e pannelli solari

L'ambizione di Aubert non si limita alla sola cucina. Il suo obiettivo è quello di creare un ristorante a emissioni zero, un modello virtuoso che possa ispirare il settore della ristorazione verso un futuro più sostenibile.

Per raggiungere questo traguardo, "Le Présage" è dotato di un impianto di biogas che trasforma gli scarti alimentari in energia durante le ore di scarsa luce solare. Una soluzione innovativa che permette di ridurre ulteriormente l'impatto ambientale del ristorante e di dare nuova vita ai rifiuti alimentari.

Ma la sfida non è semplice. Per garantire un'alimentazione continua del forno solare, il ristorante è dotato anche di pannelli fotovoltaici che producono energia elettrica. Una combinazione di tecnologie che permette di ottimizzare l'utilizzo dell'energia solare e di ridurre al minimo la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali.

Sfide e prospettive: un futuro sostenibile per la gastronomia

Come ogni progetto innovativo, "Le Présage" deve affrontare alcune sfide. I costi iniziali per la costruzione del ristorante e l'implementazione delle tecnologie sostenibili sono stati elevati. Inoltre, la variabilità della luce solare obbliga ad avere un piano B per le giornate nuvolose o piovose.

Allo stesso tempo, "Le Présage" rappresenta un modello pionieristico per la ristorazione del futuro. Dimostra che è possibile coniugare alta gastronomia e rispetto per l'ambiente, offrendo un'esperienza culinaria unica nel suo genere.

L'esempio di "Le Présage" è un'ispirazione per tutti coloro che operano nel settore della ristorazione e che desiderano contribuire a un futuro più sostenibile. La storia di Aubert dimostra che con impegno, creatività e innovazione è possibile creare un modello di business vincente nel rispetto dell'ambiente e del pianeta.

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Ecologista, gattara, amante degli sport estremi: praticamente una strega.   Dopo la laurea triennale in Economia Aziendale mi sono chiesta come altro…