Il rilancio del mix energetico in Italia e in Europa, ma in cosa consiste?

Definito anche Fuel-Mix, il Mix energetico è uno degli argomenti più dibattuti nel corso di tutto il 2022 e continua a esserlo. Infatti la stessa Presidente del Consiglio Meloni ha più volte parlo di questo Mix-Energetico fondamentale per il fabbisogno nazionale di tutti i Paesi. Ma di cosa si sta parlando?
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Mattia Giangaspero 1 Febbraio 2023

Dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina si è di nuovo tornati a parlare di "mix energetico". Anche la stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, quando si è recata in Algeria, ha più volte espresso il desiderio di creare nuovi accordi bilaterali con le Nazioni del Nord Africa per fornire un mix energetico adeguato, soprattutto al periodo storico che stiamo vivendo. Ora volendo tralasciare le tipologie d'accordi politici e il rilancio del Piano Mattei che l'Italia sta provando a svolgere in questi mesi, ci interesserebbe capire di più il significato della parola che è stata utilizzata. Cosa si intende per mix energetico? 

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Che cos'è il Mix energetico, come funziona?

Il mix energetico, o fuel mix, esprime la totalità delle fonti energetiche primarie che i produttori hanno generato e fornito direttamente, nelle varie quantità ai singoli privati o alle imprese.

Infatti, ogni volta che hai sentito parlare di bolletta dai costi elevati dovuti al consumo, indirettamente si parlava di mix energetico. La domande che sicuramente ti sarai posto in quest’ultimo anno è: “Come mai paghiamo un costo elevato anche utilizzando fonti rinnovabili?” 

Questo accade ancora oggi perché nella bolletta il consumo tiene conto proprio di un mix energetico che i produttori fanno per raggiungere la quota di energia sufficiente al fabbisogno nazionale.

Ti spiego meglio, l’energia arriva, in questo momento, sia da fonti fossili o gas, sia da fonti rinnovabili, come eolico, fotovoltaico e solare. Successivamente i produttori sommano le due fonti utilizzate per formare l’intera energia che poi verrà smistata.

Ecco, quindi, che nasce il mix energetico. Però per legge, tutte le compagnie energetiche italiane sono obbligate a fornire, in bolletta (e anche in fase di pre-contratto firmato con una delle società), le specifiche e i distingui sui vari consumi di fonti, o fossili, o rinnovabili.

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Come viene calcolato il mix energetico?

Tutti i vari produttori di energia sono tenuti a trasmettere al  Gestore dei Servizi Energetici (GSE)  la composizione del mix energetico venduto. Tale gestore provvederà, poi, all’analisi della composizione delle fonti di energia e alla successiva pubblicazione di tutti i risultati ottenuti. Per comprendere al meglio come calcolare in modo corretto la composizione di mix energetico ecco qui il documento che GSE ha messo a disposizione al pubblico. 

E quando si parla di composizione si intende il mix energetico complementare, ovvero l'insieme di tutte le fonti che strutturano il flusso di energia immessa in rete dal produttore, comprendendo però anche l'energia che viene importata dall'estero.

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Mix energetico: la situazione in Italia nel 2022

Per quanto riguarda l’Italia, il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha fornito i dati relativi all’anno 2021 sul consumo di energia nazionale, facendo anche una distinzione di fonti  utilizzate. Il consumo finale energetico, rispetto al 2020, è aumentato complessivamente dell’11,4%. E la produzione nazionale, nello stesso anno, è riuscita a soddisfare l’86,5% del fabbisogno di energia elettrica. Il restante 13,5% è stato importato dall’estero.

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Quali sono le fonti energetiche che utilizza l'Italia?

Analizzando al meglio i dati della Relazione Annuale del Mise, il maggior apporto alla produzione di energia elettrica in Italia è, per ora, rappresentato dal termoelettrico, però non rinnovabile (59,7%) di cui il 49,9% deriva da impianti alimentati con gas naturale, il 6,1% da impianti alimentati con combustibili solidi ed il 3,8% con prodotti petroliferi ed altri combustibili. Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, l'Italia ha aumentato la produzione del +10,8% dalla fonte eolica che insieme alla fonte fotovoltaica hanno raggiunto insieme la copertura del 16,1% della produzione totale.

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Mix energetico: l'Italia a confronto con Germania e Spagna

La Spagna ha invece un piano Nazionale per l’energia e il clima con obiettivi finali da raggiungere entro il 2030. Nel documento è indicato l’interesse nazionale spagnolo di puntare a de-carbonizzare sensibilmente il mix energetico, portando le fonti rinnovabili al 74% della generazione di elettricità. Il cambio di paradigma sull’energia si potrà effettuare solo se la Spagna riuscirà a garantire una potenza rinnovabile doppia rispetto a quella attuale. Infatti secondo il Piano si dovrà passare dai 60 ai 120 GW. Il fotovoltaico insieme all’eolico saranno le due fonti di punta per gli spagnoli da qui fino ai prossimi dieci anni. Altro passaggio fondamentale previsto è quello dell’azzeramento del carbone e un forte ridimensionamento del nucleare. Anche la Germania come la Spagna sta portando avanti un piano virtuoso che prevede una riduzione dell'utilizzo di fonti fossili. Già i dati del 2017 mostravano come il Paese tedesco stesse intraprendendo questa strada. Nel 2017, la produzione energetica tedesca si è composta quanto segue: il 39,5% da  carbone (carbone fossile 15,2%, lignite 24,3%); 13,1% da energia ;  38,5% da energie rinnovabili (nello specifico: eolico 18,8%, biomassa 8,7%, energia solare 7,1%, energia idroelettrica 3,9%). Rispetto all’Italia, il gas in Germania ricopre un ruolo minore pari ad un contributo del 8,4%.

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Il "fuel mix" in Europa

Entro il 2027 le fonti rinnovabili dovranno coprire il 54% del fabbisogno di energia nel settore elettrico, il 16% in quello dei trasporti e il 32% in quello del riscaldamento. Questo è il piano RePowerEU principale dell'Unione Europa da rispettare entro i prossimi quattro anni. Nell'ambito di questo piano è inserito anche uno degli accordi più recenti fatti tra l’UE e i governi di Belgio, Danimarca, Paesi Bassi e Germania. Questo, per aumentare le capacità di produzione di energia eolica al largo del Mare del Nord. L’obiettivo dell’accordo è produrre 260GW di energia eolica offshore entro il 2050: un valore pari a quello che produrrebbero oggi 260 centrali nucleari o 24.000 delle più grandi turbine esistenti.

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