Incendio a Milano, brucia la più grande azienda agricola verticale d’Europa: cosa sono le vertical farm e perché sono importanti

In provincia di Milano, lungo l’autostrada, prende fuoco una delle più importanti aziende di vertical farming. Conosci i vantaggi di questo tipo di agricoltura?
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Francesco Castagna 22 Gennaio 2024

Nella mattina di lunedì 22 gennaio è andata a fuoco un colosso dell'agricoltura verticale. Si tratta di Planet Farms, si trova a Cavenago (MI) ed è a tutti gli effetti la più grande azienda agricola verticale europea. Secondo i primi accertamenti, sembrerebbe che il guasto sia legato a un cortocircuito di un macchinario.

Nel 2019 avevamo parlato con Luca Travaglini e Daniele Benatoff, fondatori dell'azienda. In quell'occasione ci avevano raccontato la loro avventura e perché avessero deciso di intraprendere una carriera nel vertical farming. "Di solito la filiera agricola è molto lunga. Il prodotto viene raccolto nel campo, messo su un camion, mandato a chi lo pulisce, lo trasforma e lo impacchetta. Poi arriva in un centro di distribuzione e finalmente sullo scaffale del supermercato. Da noi invece entra il seme ed esce il prodotto finito, già pronto per il consumo. Pensa anche ai vantaggi a livello ambientale: si riducono le emissioni di gas serra dovute solo al trasporto della merce", avevano spiegato i due proprietario dell'azienda, e hanno aggiunto: "In questo modo si riprende il concetto di chilometro zero, superando in più l'ostacolo, chiamiamolo così, della stagionalità. Un particolare prodotto in un determinato periodo dell'anno potrebbe provenire solo da un angolo lontanissimo del mondo. Noi invece riusciamo a produrre lo stesso prodotto in maniera costante, sette giorni su sette, 365 giorni all’anno. Il risultato finale è un alimento bello e buono, sano e sostenibile".

Ma quali sono i benefici legati a quella che molti chiamano "l'agricoltura del futuro"?

Il risparmio di suolo

Tra i vantaggi di un sistema del genere c'è senza dubbio la possibilità di poter coltivare numerose piantagioni di diverse varietà, senza consumare eccessivamente il suolo. La terra non viene utilizzata, rimangono le componenti dell'agricoltura tradizionale: semi e acqua. Le piante, infatti, vengono alimentate da una soluzione acquosa in cui sono disciolte le sostanze nutritive.

La mancanza di additivi chimici

Come ci avevano spiegato i CEO dell'azienda: "Il vertical farming consente di coltivare all’interno di ambienti controllati e completamente isolati dall’esterno, quindi non c'è bisogno di proteggere la pianta con nessun elemento addizionale: non c'è bisogno di pesticidi, di erbicidi, di niente".

Il risparmio di acqua

Ci sono anche vantaggi nell'utilizzo dell'acqua, che grazie alle ultime tecnologie disponibili è altamente contenuto. Si evitano quindi sprechi e possibili perdite dovute al sistema di irrigazione. Per esempio, nel caso di Vertical Farms, ci avevano spiegato che il sistema permette di risparmiare fino al 97% di acqua. Il motivo è presto spiegato. Nell'agricoltura tradizionale l'acqua usata per l'irrigazione viene assorbita dal terreno e scende nella falda e spesso viene contaminata da pesticidi e fertilizzanti; non è dunque più riutilizzabile. Invece quello attuato dalla vertical farm è un sistema a circuito chiuso, dove la pianta prende solo l'acqua che le serve. La riduzione dagli sprechi e dell'impatto ambientale si ottiene anche dal fatto che si tratta di una filiera integrata, ossia una filiera più corta in cui tutti i passaggi vengono tenuti sotto controllo.

Il vantaggio del chilometro zero

Essendo un'agricoltura di prossimità, grazie a questo sistema si favorisce il chilometro zero. Ne deriva quindi un risparmio della filiera: si riducono le emissioni di gas serra dovute solo al trasporto della merce. Secondo Luca Travaglini e Daniele Benatoff: "In questo modo si riprende il concetto di chilometro zero, superando in più l'ostacolo, chiamiamolo così, della stagionalità. Un particolare prodotto in un determinato periodo dell'anno potrebbe provenire solo da un angolo lontanissimo del mondo. Noi invece riusciamo a produrre lo stesso prodotto in maniera costante, sette giorni su sette, 365 giorni all’anno. Il risultato finale è un alimento bello e buono, sano e sostenibile".