La collaborazione tra pubblico e privato che funziona: a Reggio Emilia operata una donna con patologia rarissima

La paziente, 68 anni, era affetta da tiroidite ectopica nel pericardio: una parte di tiroide si era formata all’interno della membrana che avvolge il cuore. Si tratta dell’ottavo caso descritto in tutto il mondo. L’intervento è stato realizzato dall’equipe di Cardiochirurgia del Salus Hospital, struttura privata convenzionata, e dai chirurghi toracici dell’Ospedale Santa Maria Nuova.
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Rubrica a cura di Giulia Dallagiovanna
17 Maggio 2021
Intervista al Dott. Vinicio Fiorani Responsabile dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia presso il Salus Hospital di Reggio Emilia

Siamo abituati a pensare al pubblico e al privato come a settori in competizione tra loro, specie quando si tratta di Sanità. Eppure a Reggio Emilia è andata in scena una perfetta collaborazione e integrazione di competenze che ha permesso di intervenire con successo su una paziente di 68 anni, affetta una patologia rarissima: una tiroidite ectopica nel pericardio. Al mondo, ne sono stati descritti solo 8 casi. E quest'ultimo è stato oggetto di pubblicazione sulla più importante rivista internazionale di Chirurgia Toracica, The Annals of Thoracic Surgery.

"Tiroidite ectopica significa che una porzione di tiroide è nata in un posto diverso rispetto alla sua sede naturale, ovvero nella parte anteriore del collo – ci ha spiegato il dottor Vinicio Fiorani, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiochirurgia presso il Salus Hospital, che ha preso parte all'intervento assieme all'equipe di Chirurgia toracica dell'Ospedale Santa Maria Nuova, guidata dal dottor Massimiliano Paci. – In questo caso, la dislocazione era all'interno del pericadio, la membrana che avvolge il cuore e i grandi vasi".

La massa era aumentata di volume e stava provocando fibrillazione atriale e difficoltà respiratorie

La massa fuori posto nel frattempo era aumentata di volume e di dimensioni ed era arrivata a comprimere le strutture adiacenti, come l'atrio destro, provocando una fibrillazione atriale parossistica e difficoltà respiratorie.

"Inizialmente sembrava una cisti pericardica o una lesione del polmone. In ogni caso, una formazione che rimaneva al di fuori del pericardio – prosegue il dottore. – I colleghi della Chirurgia toracica quindi hanno iniziato l'intervento per asportare questa massa. Nel momento in cui si sono accorti che la situazione era diversa, hanno avvertito noi che stavamo operando proprio nella sala adiacente. A quel punto, abbiamo asportato la massa, passando attraverso una mini sternotomia e tagliando solo nella parte alta dello sterno. Questo sia perché la lesione era a livello dell'aorta e sia perché a Reggio Emilia ci siamo dedicati completamente alla chirurgia mini invasiva".

Questo rapido passaggio di consegne è stato reso possibile anche dalla pandemia, in un certo senso. L'Ausl di Reggio Emilia aveva infatti deciso di mantenere il Salus Hospital, struttura privata convenzionata, covid-free e di trasferirvi alcuni reparti dell'Ospedale Santa Maria Nuova, in modo che potessero proseguire l'attività ordinaria. Tra questi, era compresa anche la Chirurgia toracica che si è quindi trovata a operare fianco a fianco con la Cardiochirurgia del Salus.

"Assieme ai colleghi abbiamo preparato la macchina per la circolazione extracorporea, quando abbiamo appurato che la massa era adesa all'aorta ascendente. Se si fosse rivelata particolarmente invadente avremmo dovuto ricorrere a questo ausilio. Invece siamo riusciti ad asportarla senza utilizzare la macchina, l'abbiamo fatta analizzare e quando è arrivato l'esito dell'esame istologico siamo rimasti tutti meravigliati: nessuno avrebbe mai pensato che si trattasse di una tiroidite ectopica".

Una collaborazione dunque che ha permesso di affrontare serenamente un caso complesso. "In Emilia-Romagna questa formula funziona bene, soprattutto in ambito cardiologico: il servizio principale è pubblico, ma il privato arriva proprio dove il pubblico non riesce. Ad esempio, quando i tempi di attesa per gli esami si allungano, chiedono a noi di farli. Personalmente ho rapporti quotidiani con i medici cardiologi che lavorano nel pubblico. Per noi è tutto in funzione della salute del paziente. È il paziente a essere al centro", conclude il dottor Fiorani.

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Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…