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La crisi climatica aumenterà sempre di più il rischio di nuovi virus e pandemie

Secondo un nuovo studio, i cambiamenti climatici porteranno entro il 2070 a oltre 15.000 scambi di virus tra specie diverse. I cambiamenti negli habitat naturali, infatti, favoriranno i cosiddetti “spillover”, salti di specie responsabili della diffusione di pandemie.
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Martina Alfieri 29 Aprile 2022

Dovremo abituarci ad affrontare un numero crescente di nuovi virus e possibili pandemie. E ancora una volta parte della responsabilità è da attribuire ai cambiamenti climatici in atto. Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Nature, entro 50 anni ci saranno almeno 15.000 scambi di virus tra specie che minacceranno la salute di animali e persone.

Sappiamo che il Pianeta sta diventando sempre più caldo, e che diversi habitat subiranno nei prossimi anni modificazioni radicali fino, talvolta, a scomparire. Molte specie animali saranno quindi costrette a spostarsi e farsi spazio all’interno di nuovi ecosistemi, portando con sé i propri parassiti e agenti patogeni, che interagiranno per la prima volta con la fauna autoctona.

Questi processi migratori aumenteranno il rischio di “spillover” – il salto di specie attraverso cui un virus diffuso tra gli animali può evolversi fino a contagiare l’uomo – rappresentando potenziali micce per pandemie come quella da Covid-19. Tra le specie al centro della trasmissione dei nuovi virus ci sarebbero ancora una volta, loro malgrado, i pipistrelli.

"Mentre il mondo cambia, anche il volto delle malattie cambierà", ha dichiarato al Guardian Gregory Albery, un esperto di ecologia delle malattie della Georgetown University e co-autore dello studio “Climate change increases cross-species viral transmission risk”. "Questo lavoro fornisce la prova incontrovertibile che i prossimi decenni non saranno solo più caldi, ma anche più ricchi di malattie".

La ricerca ha considerato alcune aree geografiche del mondo, popolate da 3.870 specie di mammiferi, valutando come potrebbero cambiare da qui al 2070 in relazione alla crisi climatica. Gli studiosi hanno poi elaborato un modello per descrivere le possibilità future di scambi di virus fra specie: questi incroci sono apparsi più probabili in zone anche molto popolate dall'uomo come l'Africa tropicale e il Sud-Est asiatico.

Conoscendo i rischi ai quali stiamo andando incontro, secondo gli autori dello studio nei prossimi anni sarà davvero importante concentrarsi sulla sorveglianza virologica, contenere i cambiamenti climatici e insieme mappare le aree del Pianeta più colpite dai danni ecologici. Le partita principale si giocherà nelle regioni tropicali, dove già ora hanno origine numerose malattie infettive.