Le mascherine sono usa e getta e questa è la prima regola che devi sapere. In un mondo ideale, o comunque non costretto a combattere contro una pandemia, se ne dovrebbe utilizzare una nuova ogni volta. Un discorso che vale per tutti i tipi, sia quelle filtranti che quelle chirurgiche. Come però ben saprai, la realtà di questo periodo è ben diversa e siamo tutti costretti a dover fare i conti con una grave carenza di dispositivi di protezione. Quindi la domanda è semplice: siccome non è possibile indossarne una diversa al giorno, è possibile riutilizzarla? Sul sito dei Centers for Disease Control and Prevention degli Stati Uniti si legge chiaramente che questa non può essere una pratica abituale, ma solo una strategia a cui ricorrere in un momento di crisi sanitaria in cui mancano gli approvvigionamenti. Perciò sì, con le dovute cautele, ci sono alcuni metodi che possono rendere il riuso meno pericoloso.
Naturalmente, i luoghi in cui questa carenza si fa più sentire sono gli ospedali, dove medici e infermieri sono esposti tutti i giorni al rischio contagio. Anche tu però avrai avvertito il problema, magari quando dovevi uscire per la spesa settimanale. È stata inoltre una delle prime cose che i medici in arrivo dalla Cina hanno notato: troppe persone in giro e troppe poche mascherine indossate. Cosa puoi fare tu quindi?
La mascherina è prima di tutto una sorta di schermo protettivo. Quella chirurgica, la classica che hai sempre visto anche nei film, protegge soprattutto l'altra persona nel caso in cui, chi la sta indossando, abbia qualche infezione trasmissibile per via aerea. Ferma insomma le goccioline di saliva che possono venire emesse starnutendo o tossendo in modo che non si liberino nell'aria.
Quella filtrante aiuta invece chi assiste un individuo malato o chi vi entra in contatto per qualsiasi ragione. La valvola depura l'aria che viene respirata da più del 90% di particelle infette che vi si possono trovare. Per questa ragione, sono quelle più utili per medici e infermieri che lavorano in reparti Covid.
Prima di tutto, dovresti uscire di casa il meno possibile e questo discorso ricade anche sulla tua mascherina, probabilmente l'unica che sarai riuscito a reperire: meno volte la usi, meglio è. Per quanto infatti si cerchi di trovare metodi sempre migliori per sanificare questi dispositivi, la verità è che non potranno mai risultare perfettamente intonsi come la prima volta che li hai indossati e a che a ogni riutilizzo, perderanno un po' del loro potere filtrante.
Secondo le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità, poi, la dovresti indossare solo se sei malato, per non contagiare altre persone. L'unica altra eccezione è quando devi prenderti cura di una persona risultata positiva ai test o che presenta tutti i sintomi tipici del Covid-19 e che magari abita con te.
A questo punto, però, vale la pena di precisare due cose: la prima è che in alcune zone d'Italia, in quasi ogni famiglia si trova almeno un infetto da SARS-Cov-2 e la seconda e che, se tutti indossassimo la mascherina, come è stato fatto a Wuhan, ridurremmo comunque di un po' il rischio di contagio. Dunque, oltre a rispettare la fondamentale distanza di sicurezza di un metro, è anche utile uscire muniti di mascherina. Lo conferma Asso.Forma, agenzia formativa accreditata presso la Regione Piemonte, che ha emanato un vademecum in cui consiglia l'uso delle FFP3 a medici e infermieri, FFP2 a soccorritori e forze dell'ordine e di quelle chirurgiche a tutta la popolazione, soprattutto a quelle persone che devono ancora lavorare, magari a contatto con il pubblico.
La mascherina non è un semplice accessorio, ma uno strumento medico che deve essere indossato osservando tutte le precauzioni:
Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, i tre metodi più efficaci per sanificare una mascherina senza rovinarla troppo sono: il perossido di idrogeno, un agente sterilizzante che può venire somministrato attraverso il vapore, irradiazione di raggi germicidi ultravioletti, anche se molto dipende dal tipo di lampada utilizzata, e il calore umido, con una temperatura attorno ai 65 gradi e un'umidità relativa dell'80%.
Il problema è che questi tre sistemi possono forse venire replicati in un ospedale, che è naturalmente il luogo in cui ce n'è più bisogno, ma non a casa tua.
Abbiamo quindi chiesto alla dottoressa Chiara Speroni, farmacista, se vi sia un metodo più sicuro e riproducibile in casa propria per disinfettare la mascherina. "Lo Stabilimento Chimico Militare di Firenze – Agenzie Industrie Difesa ha inviato una circolare a tutte le farmacie in cui suggerisce un sistema per disinfettare le mascherine dopo l'uso, in caso non se ne possa indossare una nuova", ci ha spiegato. Ecco i consigli che sono arrivati:
Dovresti appoggiare la tua mascherina su una superficie sanificata con acqua e sapone o con una soluzione idroalcolica al 75-85%, in modo che la parte esterna rimanga verso l'alto. A questo punto puoi spruzzarla con una soluzione alcolica al 70%, avendo cura di non bagnarla in modo eccessivo, ma solo di assicurare uno strato uniforme sull'intera superficie. Potrai poi girare la mascherina e ripetere l'operazione sul secondo lato.
Ora dovrai lasciarla asciugare per una 30ina di minuti, in un luogo protetto. Una volta sanificata riponila con cura e cerca di toccarla il meno possibile, soprattutto per quanto riguarda la parte interna.
Fonti| Centers for Disease Control and Prevention; Organizzazione mondiale della sanità