La plastica che i lombrichi hanno cominciato a mangiare mette a rischio la loro esistenza, e anche la nostra

Gli studi condotti sulle abitudini alimentari dei lombrichi hanno mostrato come la loro capacità di ingerire e decomporre le microplastiche non sia per niente un fattore positivo. Il loro cambio di alimentazione può avere gravi effetti su tutta la catena alimentare, fino ad arrivare al cibo che trovi in tavola.
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Francesco Castagna 3 Maggio 2022

Ormai siamo più abituati a leggere di studi sull'impatto negativo dell'uomo sulla Terra piuttosto che di azioni positive per il Pianeta. Già, non proprio belle notizie.  Come se non bastasse, però, pur essendone a conoscenza continuiamo comunque a sporcare i luoghi in cui viviamo. Quello che buttiamo ha degli effetti sull'ambiente ma torna anche indietro. Non ci credi? Ti do una dimostrazione. Negli ultimi anni i biologi hanno scoperto che i lombrichi hanno cominciato a mangiare la plastica. Dirai: "e a me che importa?". Dovrebbe, invece. Questa "nuova" alimentazione dei lombrichi non solo fa male alla loro salute, ma di riflesso anche alla tua. Ti spiego perché.

Secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica ACS Chemical Biology, questi animali sarebbero in grado, quando entrano in contatto con un terreno contaminato da microplastiche, di cibarsi di questi materiali. Come hanno osservato i ricercatori, i lombrichi sarebbero attratti dall’odore delle particelle di materiale plastico, che li porterebbe a mangiare quella parte di terreno contaminata, e successivamente a decomporre i pezzi di microplastiche nei loro corpi.

Ma come funziona questo processo? Devi sapere che i lombrichi hanno un vero e proprio apparato digerente con ghiandole calcifere (che eliminano il calcio in eccesso) assai notevoli, che riesce a decomporre il cibo come quasi nessun altro animale. Come hanno notato gli studiosi, i lombrichi sono in grado di digerire facilmente le microplastiche, ma non altrettanto di espellerle: il tempo di espulsione delle microplastiche cambia a seconda che si tratti di PET (origine fossile) o PLA (a base biologica).

Queste ultime richiedono più tempo rispetto a quelle di origine fossile (9,3 ore VS 45 ore circa). Gli scienziati hanno voluto osservare questo comportamento anche perché gli animali in questione sono fondamentali per i terreni, per la biodiversità e anche per quello che mangi. La loro presenza in questi spazi è molto utile a produrre humus, il materiale fertilizzante naturale al 100%, prodotto dai lombrichi. Tutto ciò che mangiano questi animali diventa concime, ottenuto grazie ai succhi gastrici del loro apparato digerente.

Il primo studio a indagare sulla pericolosità delle microplastiche nel terreno è stato pubblicato sempre su ACS Chemical Biology. In questa ricerca gli studiosi hanno messo del terreno in due vasche diverse, in una è stata aggiunta una percentuale di microplastiche. I lombrichi che si sono nutriti di microplastiche dopo 30 giorni avevano perso il 3,1% del proprio peso, mentre quelli nella vasca non contaminata erano addirittura ingrassati. L’ipotesi è che le microplastiche ostruiscano il tratto digestivo.

C’è un problema, però. Lo studio, come altri in precedenza, ha sottolineato la gravità di questo comportamento, perché mangiando le microplastiche i lombrichi sarebbero esposti a gravi danni per la loro salute, che a lungo andare metterebbero in pericolo la loro esistenza. Questo, come puoi immaginare, porterebbe a conseguenze ulteriori su tutto l’ambiente circostante: ne risentirebbero gli uccelli e gli organismi che si cibano dei lombrichi e le piante che hanno bisogno del concime per crescere e riprodursi.

Di riflesso gli effetti arriverebbero anche a te, che ti cibi dei prodotti delle coltivazioni. Entrambi gli studi sono fondamentali per capire quanto è grave la contaminazione ambientale da microplastiche. Infatti, gli effetti dell'impatto della plastica sul suolo e sottoterra sono in gran parte sconosciuti, e stiamo cominciando a capire solo ora l'importanza di queste ricerche. Un cerchio che si chiude in negativo, perché ciò che buttiamo nell'ambiente prima o poi ci ritorna, ricordati che anche tu sei parte di un ecosistema e che devi fare di tutto per tutelarlo, e tutelarti.