
Esempi di coraggio e di forza di volontà nel mondo dello sport non mancano. Ed emergono soprattutto quando le cose non girano per il verso giusto. Quando uno sportivo, che sia o meno un campione, è costretto ad un'improvvisa botta di arresto a causa di un incidente o di una malattia. Mi vengono in mente alcuni nomi: Alex Zanardi, Giusy Versace, Bebe Vio, Martina Caironi. Sportivi di riferimento, ancora più speciali perché oltre alle capacità sportive, hanno dalla loro una forza d’animo illimitata.
Da nuotatore quale sei ti dico: "Forza e coraggio, lotta e non mollare mai".
A questa lista non mi stupirei di veder aggiunto un altro nome, quello di Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore, non ancora ventenne, colpito per errore da un proiettile nella notte fra il 2 e il 3 febbraio in un quartiere residenziale di Roma. Un colpo di pistola partito per errore: "Pioveva, era buio, è stato un errore" diranno poi i due ragazzi colpevoli non solo di aver sparato a un altro ragazzo, ma di aver sbagliato addirittura persona.
Manuel Mateo Bortuzzo ha combattuto tra la vita e la morte per interminabili ore. Alla fine è sopravvissuto, ma ha perso l’uso delle gambe, a causa di una lesione completa al midollo spinale. Il giovane nuotatore del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle, originario di Treviso, è ormai uscito dall’ospedale San Camillo di Roma dove ha subito due delicati interventi chirurgici, ma davanti a sè ha una lunga riabilitazione da seguire.
Io adesso vado avanti per la mia strada. A presto ragazzi. Un abbraccio. Vedrete che torno più forte di prima.
Non appena le condizioni di salute glielo hanno permesso ha dimostrato di essere un ragazzo forte e determinato e di non essersi abbattuto in seguito all’incidente. Il presidente di Federnuoto Paolo Barelli è andato più volte in ospedale a trovarlo e in un’occasione ha registrato e poi reso pubbliche le parole di Manuel rivolte a chi ha seguito la sua vicenda, senza fargli mancare mai l'affetto.
Il coraggio lo si può trovare dentro di sè, ma è anche l'esempio di chi circonda a dare sostegno nei momenti più difficili.
Manuel ha già una campionessa a cui ispirarsi: "Bebe Vio è un mito. È lei la prima persona a cui ho pensato immaginando il mio futuro diverso. La mia mente è andata subito a lei. Come se il suo volto fosse lì davanti a me, a incoraggiarmi, a dirmi di non mollare. Sarà il modello da seguire. Se ce la fa lei, mi sono detto, ce la faccio pure io”.