La vita ai tempi del Coronavirus: Severina racconta la quotidianità nei paesi della zona rossa

Severina Tansini ci offre una testimonianza di vita quotidiana dall’ultimo paese della zona rossa, nel lodigiano. Un paese che da due settimane è obbligato al confino.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Sara Del Dot 6 Marzo 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Severina Tansini insegna in un liceo di Casalpusterlengo e vive a Bertonico. Sono due dei dieci paesi annoverati nella cosiddetta zona rossa, quell’area del lodigiano da cui da 15 giorni non è possibile entrare né uscire perché considerata il focolaio dei contagi da Coronavirus. A Bertonico, che conta poco più di un migliaio di abitanti, non si sono verificati casi di contagio ma la vicinanza con gli altri paesi lo ha incluso in questa infausta lista. È infatti l’ultimo paese al confine della zona rossa.

A partire da venerdì 21 febbraio, e più ancora in seguito al decreto emesso due giorni dopo, la vita in questi dieci comuni (più quello veneto di Vo’ Euganeo) è stata stravolta. Molti medici si sono messi in auto-quarantena (alcuni sono risultati positivi) per evitare di rappresentare un pericolo per i pazienti degli ospedali, risultando indisponibili per la popolazione locale. L’ufficio postale è rimasto chiuso, riaprendo solo ieri. Gli insegnanti si stanno attrezzando per organizzare un piano didattico da seguire online così da permettere agli studenti di non perdere troppi giorni di scuola e tentare di stare il più possibile al passo con il programma. D’altra parte i servizi fondamentali sono garantiti, è possibile fare la spesa, edicola e farmacie sono aperte. Questa condizione di confino, poi, ha permesso anche di rallentare i ritmi e recuperare una dimensione sociale ormai perduta. Si fanno lunghe passeggiate, si trascorre più tempo con la famiglia, si approfitta per recuperare il lavoro arretrato. Sempre nella speranza che, presto, la situazione si sblocchi il prima possibile.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.