Tre neonati infettati da un batterio in un ospedale di Verona, paura per il citrobacter: dove si trova e perché è così pericoloso

All’ospedale di Borgo Trento di Verona tre neonati sono risultati positivi a un’iniezione batterica che le autorità sanitarie temono possa essere collegata al citrobatcer. Un’emergenza già vista 4 anni fa, quando il batterio costò la vita a 4 bambini. Si tratta di un agente patogeno capace di provocare sepsi, polmoniti e meningiti.
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Kevin Ben Alì Zinati 7 Maggio 2024
* ultima modifica il 07/05/2024

Verona sta vivendo un brutto ritorno al passato. A scopo precauzionale, infatti, la direzione medica dell’Azienda ospedaliera ha deciso di bloccare i ricoveri in terapia intensiva neonatale dell’ospedale Borgo Trento.

Il sistema di sorveglianza attivo con screening ventiquattro su ventiquattro ha segnalato un risultato anomalo: tre neonati prematuri sono stati ritrovati positivi a un'infezione batterica.

È la prima volta dopo 4 anni che scatta l’allarme dei test avanzati per la ricerca di Citrobacter koseri: nel 2020 l’intera struttura rimase chiusa ben quattro mesi per permettere le azioni di bonifica.

In quel caso si trattò di citrobacter, un batterio ubiquitario che può infettare l’uomo provocando conseguenze serie come sepsi, meningite e danni al sistema nervoso e che all’epoca costò la vita a quattro bambini e causò disabilità ad altri sei.

Oggi, il timore è che la storia possa ripetersi. I neonati infetti al momento stanno bene e non hanno sviluppato patologie potenzialmente mortali. Uno di loro è già stato dimesso a casa in buone condizioni, un secondo si è negativizzato mentre solo uno è ancora positivo ma senza segni di infezione.

Le indagini genomiche sono ancora in corso e, come si legge in una nota dell’Aoui, serviranno tempi più lunghi ma il quadro appare molto simile a quello di quattro anni fa e se le paure fossero confermate, ci troveremo di fronte a una situazione decisamente seria.

“Il quadro è molto preoccupante. Se confermeranno che è Citrobacter vuol dire che la vera sorgente non è mai stata identificata e allora bisogna smantellare il reparto letteralmente perché non si può mettere a rischio la vita dei neonati” ha spiegato in una recente intervista il professor Ercole Concia, già direttore dell'Unità di malattie infettive dell’Aoui.

Quando senti parlare di Citrobacter devi pensare a tutta una serie di batteri ubiquitari, così definiti perché abitano letteralmente ovunque nell’ambiente che ci circonda, dalle acque agli alimenti fino alla nostra flora batterica intestinale.

Il timore delle autorità sanitarie scaligere è giustificato dal fatto che questi batteri prendono di mira la popolazione più debole – dagli anziani ai neonati, appunto – causando urinarie, delle vie respiratorie, delle ossa (osteomielite), del peritoneo, dell’endocardio oltre a gravi forme di meningite e sepsi.

L’artrocentesi permette di esaminare il siero e comprende quali batteri siano responsabili dell’infezione

Le infezioni da Citrobacter si possono riconoscere da una serie di sintomi:

  • arrossamento e gonfiore nelle infezioni cutanee
  • febbre
  • difficoltà respiratoria
  • tosse
  • debolezza
  • polmoniti
  • difficoltà a urinare
  • dolori muscolari 
  • sepsi
  • meningite neonatale: causata prevalentemente da C. koseri, una forma particolarmente grave, generalmente associata ad encefalite necrotizzante e ascessi cerebrali

Il trattamento contro i citrobacter prevedono l’impiego di farmaci antibiotici o la combinazione di medicinali. La terapia migliore viene scelta sulla base del risultato dell'antibiogramma (un test di laboratorio che mette a confronto batteri con antibiotici per capirne l'efficacia): questo perché il Citrobacter è assai resistente alle penicilline e a diverse combinazioni di antibiotici beta-lattamici.

Fonti | Iss; Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

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