
Il cachi è un frutto tipico della stagione autunnale dal caratteristico colore arancione e dal sapore molto dolce, proveniente dall’Asia orientale, dove cresce l'albero omonimo, il cui nome botanico è Diospyros kaki.
Il termine, di per sé, potrebbe lasciarti qualche dubbio: la parola "caco" infatti non si utilizza per riferirsi a un solo frutto, dato che la forma "cachi" o "kaki" vale sia per il singolare che per il plurale.
In ogni caso, oltre a coltivare l'albero in vaso o in giardino, puoi trovare le diverse varietà del cachi sui banchi dell’ortofrutta a partire dai mesi di ottobre e di novembre e un buon consiglio è quello di farne scorta perché gli vengono attribuite proprietà benefiche per la salute dell'organismo.
Il cachi ha un elevato contenuto di acqua (82%), è molto ricco di zuccheri (16%) e di fibre (circa 2,5%), mentre proteine e grassi sono presenti solo in ridotte quantità (rispettivamente 0,6% e 0,3%). Nonostante l'elevato contenuto di acqua, centro grammi di prodotto apportano circa 70 calorie, a indicare come il cachi non sia un frutto propriamente dietetico. È poi un molto ricco di sali minerali, soprattutto potassio, calcio, ferro e fosforo, ma anche di vitamine (A, C e alcune del gruppo B).
Peccato che il cachi sia disponibile solo due, tre mesi l'anno, perché le proprietà che gli sono attribuite sono un toccasana per la salute dell'organismo. Vediamo quali sono le principali.
Innanzitutto, il cachi è un vero alleato per il sistema immunitario perché ha un alto contenuto di vitamina C e di antiossidanti in particolare, per citarne alcuni, betacarotene, licopene e zeaxantina. Il betacarotene ha anche la funzione di proteggere l'organismo dall’azione dei radicali liberi. Ad avere poi proprietà antiossidanti sono anche le catechine contenute dal cachi, che hanno anche un effetto antinfiammatorio, antinfettivo e antiemorragico.
Le fibre del cachi sono sia solubili sia insolubili; non solo fanno bene per il corretto transito intestinale, ma sono anche in grado di contrastare i livelli alti di colesterolo perché ne riducono l’assorbimento a livello intestinale. Il cachi va evitato solo in caso di colite o diarrea perché, come il kiwi, ha proprietà lassative.
Il frutto del cachi è in grado di neutralizzare l’acidità dei succhi gastrici dello stomaco perché ha un pH leggermente basico; per questo motivo è indicato per chi soffre di gastrite e di reflusso gastroesofageo. Un frutto a fine pasto può aiutare a ridurre la sintomatologia di questi disturbi dell'apparato digerente.
Grazie alla presenza di potassio che, contrapponendosi al sodio, favorisce l’eliminazione dell’acqua a livello renale, il cachi è un frutto in grado di favorire la diuresi e quindi contribuisce anche all'eliminazione delle tossine accumulate dall'organismo.
L’alto contenuto di zuccheri di questo frutto fa sì che sia una fonte di energia in grado di contrastare la stanchezza sia fisica che mentale, tipica della stagione autunnale. Introdurre un frutto a colazione o come spuntino a metà mattinata, può essere un ottimo modo per iniziare la giornata con il piede giusto.
Una volta maturo, il cachi si può consumare fresco, mangiandone la polpa con l'aiuto di un cucchiaino. Ovviamente, però, si tratta di un frutto che può essere utilizzato per la preparazione di diverse ricette, specialmente dolci: è il caso della marmellata di cachi, ma anche di una crostata o una macedonia con all'interno questo ingrediente.
Fonte| CREA
(Modificato da Alessandro Bai il 5-10-2021)