L’Italia ha i migliori ricercatori d’Europa: nel 2020 ben 47 nostri progetti scientifici hanno preso un Consolidator Grant

Sono 47 i progetti di ricerca a firma italiana che nel corso dell’anno si sono visti assegnare un Consolidator Grant, uno dei più prestigiosi riconoscimenti scientifici conferito dall’European Research Center. Ogni studio verrà finanziato con 2 milioni di euro. Unica nota stonata: solo 17 dei vincitori operano in Università o centri di ricerca situati sul nostro territorio.
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Kevin Ben Alì Zinati 18 Dicembre 2020
* ultima modifica il 01/01/2021

In fatto di scienza di frontiera, i ricercatori italiani sono i migliori d'Europa. È un dato di fatto incontrovertibile e certificato dai numeri diffusi dall’European Research Center: su un totale di 2.506 ricerche proposte nel 2020, ne sono state selezionate 327 in tutta Europa e ben 47 di quelle che hanno ricevuto un Consolidator Grant portano la firma di ricercatori italiani. Ognuna di esse si è aggiudicato dunque un finanziamento di circa 2 milioni di euro in cinque anni.

Se il dato deve farti gioire, soprattutto se pensi che siamo davanti a tutti, ai tedeschi che ne hanno visti premiati 45 e ai francesi, fermi invece quota 27, c’è però un dettaglio non secondario che purtroppo riduce il sorriso a metà. È vero che abbiamo il maggior numeri di vincitori nel 2020 ma solo 17 di loro lavorano e operano in Università o centri di ricerca italiani: la maggior parte, infatti, ha passaporto italiano ma base in un ente estero.

I Consolidator Grant 

I Consolidator Grant sono finanziamenti che l’European Research Center assegna a ricercatori di qualsiasi nazionalità caratterizzati da un curriculum scientifico di rilievo e da un’esperienza lavorativa compresa tra i sette e i dodici anni dopo il completamento del proprio dottorato di ricerca.

Un Consolidator Grant può assegnare fino a 2 milioni di euro per un periodo di 5 anni a un progetto nell’ambito delle Scienze Fisiche e l’Ingegneria, delle Scienze della vita e delle Scienze sociali e umani. Le ricerche vincitrici devono essere svolte in un organismo di ricerca pubblico o privato situato in uno degli Stati membri o dei paesi associati.

Ogni progetto vincitore viene finanziato con 2 milioni di euro in cinque anni

Il “premio” prevede anche l’eventualità di un altro milione di euro necessario a coprire i costi di "avviamento" per i ricercatori che dovranno spostarsi da un paese terzo verso l'UE o un paese associato.

Gli italiani

Su 327 vincitori, dunque, ben 47 progetti che hanno ricevuto un Consolidator Grant sono firmati da ricercatori italiani. È il record di questa edizione 2020.

Tra i principali progetti, due vengono dall’IIT, l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, ed entrambi sono impegnati nella salvaguardia dell’ambiente dai cambiamenti climatici.

Il progetto di Barbara Mazzolai, per esempio,mira alla salute dell’ecosistema sotterraneo degli esseri vegetali. Implementando la wood wide web, una rete di comunicazione e di recupero delle sostanze nutritive presenti tra le radici degli alberi, l’obiettivo è sviluppare un nuovo modello di robot pianta con Intelligenza Artificiale capace di esplorare il suolo e di implementare i comportamenti collettivi delle piante.

Ben 47 Consolidator Grants sono andati a ricercatori italiani

Andrea Toma, invece, lavorerà allo sviluppo di nuove tecnologie per catturare la luce solare e convertirla in idrogeno, rendendolo così una fonte di energia sostenibile.

Un altro Consolidator Grant è andato poi ad Alessia Melegaro, della Bocconi di Milano, che svilupperà modelli epidemiologici per tenere conto della variabilità del comportamento umano legato all’azione dei vaccini contro i virus. Il collega Francesco Decarolis, invece, studierà gli aspetti concorrenziali delle piattaforme digitali.

Lorenzo Bianchini dell’Infn progetterà una nuova metodologia di analisi dati e tecniche di calibrazione del CMS, uno dei quattro grandi esperimenti dell’LHC del Cern di Ginevra che ha contribuito alla scoperta del bosone di Higgs.

Fuga di cervelli

Come ti dicevo all’inizio, la nota stonata dei Consolidator Grants 2020 è che solo 17 dei 47 progetti italiani premiati saranno effettivamente sviluppati sul suolo italiano. La maggior parte dei ricercatori, infatti, lavora in Università o centri di ricerca esteri: guardando la classifica dei paesi destinatari dei Grants siamo al nono posto con 14 istituti ospitanti mentre Germania e Regno Unito “vincono” con 50 progetti ospitati in casa. Un dato che lascia un po’ di rammarico ma che non macchia di certo la brillantezza e la qualità del nostro comparto di ricerca scientifica.

Fonte | European Research Center

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