
La carta igienica è uno degli oggetti quotidiani di cui abusiamo di più, tanto che si potrebbe fare il giro della Terra quasi 500.000 volte, causando una serie di conseguenze sull'ambiente.
Allo stesso tempo, uno studio dell'Università della Florida, ha scoperto che rilasciano PFAS, sostanze tossiche e pericolose per la salute.
La carta igienica più diffusa è quella in pura cellulosa che viene creata dalla combinazione di legno tenero e legno duro.
Durante la fase di raccolta della fibra vegetale è necessario utilizzare dei combustibili per alimentare i veicoli degli addetti ai lavori e alle motoseghe, inquinando sia l'acqua che l'aria.
Poi per ottenere un rotolo così come lo troviamo al supermercato, bisogna separare la cellulosa dagli altri componenti, sottoponendo il legno a processi meccanici, termici e chimici.
Inoltre, per ottenere il colore bianco, vengono utilizzati degli agenti sbiancanti come la candeggina o sostanze a base di cloro. Questo comporta un doppio consumo di acqua: circa 37 litri per ogni singolo rotolo.
Ogni anno, a livello globale, utilizziamo l'equivalente di 22 miliardi di chilometri di carta igienica . Pensa che solo in Italia ne utilizziamo circa 6,3 kg a testa che equivale a circa 70 rotoli a persona all'anno. Per poterne produrre questo ammontare, solo nel nostro Paese, occorrono circa 3 milioni di alberi e non siamo neanche i peggiori.
Il maggiore Paese che consuma carta igienica sono gli Stati Uniti, e la maggiore popolazione residente non ne giustifica l'abuso. Un cittadino americano medio consuma circa 144 rotoli all'anno, che equivalgono a circa 12,7 chili di carta. In pratica, sono necessari 31,1 milioni di alberi per soddisfare le richieste ogni anno.
Se consideriamo la produzione globale arriviamo a un totale di 712 milioni di alberi, che equivalgono a più di 6 milioni di ettari di foreste abbattute con un rilascio di oltre 26 milioni di tonnellate di CO2.
Anche se la carta igienica più diffusa è quella in cellulosa, esistono delle alternative amiche dell'ambiente.
Per esempio, esistono i rotoli di carta riciclata, prodotti a partire da voluminose balle di carta riciclata, che viene poi sminuzzata ed amalgamata con l’acqua calda in modo da generare una massa fibrosa che, in ultimo, viene trattata per eliminare le tracce di inchiostro.
Sicuramente quella riciclata impatta di meno perché non c’è bisogno di abbattere nuovi alberi, e richiede anche meno acqua ed energia per la produzione.
L'alternativa più sostenibile, però, sono i rotoli di carta igienica in bambù.
Questo perché il bambù è una pianta altamente rinnovabile, cresce rapidamente, occupa poco spazio e, sopratutto, nella sua coltivazione non vengono utilizzati né fertilizzanti né pesticidi.
Oltre alla composizione, per capire se la carta igienica è più sostenibile, possiamo leggere le etichette.
Il simbolo FSC (Forest Stewardship Council) sulla confezione, sta ad indicare che quella carta igienica è stata prodotta utilizzando fibre provenienti da foreste gestite in modo responsabile e sostenibile al 100%.
Se, invece, troviamo il simbolo FSC Misto, vuol dire che almeno il 70% della carta utilizzata per produrla è certificata come sostenibile.
Infine c'è il marchio "Ecolabel", il quale garantisce che il prodotto rispetta determinati standard ambientali riguardo alla produzione, l'uso delle risorse e il ciclo di vita del prodotto.
Frasi come "testato dermatologicamente", "anallergico", "verificato clinicamente" non forniscono indicazioni utili per la scelta del prodotto ma sono espressioni facoltative adottate dalle aziende per vendere il prodotto.
Se per cambiare le tue abitudini di acquisto ti spaventa il prezzo della carta igienica "green", ti sorprenderà scoprire che alcuni rotoli costano meno di quelli di marca che puoi trovare al supermercato.