Mal’aria di città 2021: malgrado la pandemia, l’emergenza smog in Italia non conosce fine

Nel nuovo report di Legambiente emerge ancora una volta un quadro tutt’altro che positivo per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico nel nostro Paese. Nel 2020 sono 35 i capoluoghi di provincia che hanno oltrepassato i limiti fissati dalla legge per le polveri sottili. La maglia nera va a Torino, con 98 sforamenti, seguita da Venezia e Padova.
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Federico Turrisi 1 Febbraio 2021

In fatto di smog, anche con l'emergenza Covid-19 è cambiato poco e niente. Il miglioramento della qualità dell'aria dovuto al lockdown duro che il nostro Paese (insieme a tanti altri nel mondo) ha vissuto la primavera dell'anno scorso è stato soltanto transitorio. Lo sapevamo, purtroppo. I dati del rapporto "Mal'aria di città 2021", pubblicato pochi giorni fa da Legambiente, sono impietosi.

Nel dettaglio, l’associazione ambientalista ha tracciato un doppio bilancio sulla qualità dell’aria nei capoluoghi di provincia nel 2020, stilando sia la classifica delle città fuorilegge per avere superato i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili (Pm10), sia la graduatoria delle città che hanno superato il valore medio annuale per le polveri sottili suggerito dalle Linee guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità. L'Oms infatti ha stabilito in 20 microgrammi per metro cubo (µg/mc) la media annuale per il Pm10 da non superare, contro quella di 40 µg/mc della legislazione europea.

Ebbene, le città italiane che registrano una media annuale di Pm10 superiore a quanto indicato dall’Oms sono 60. Su 96 capoluoghi di provincia esaminati, 35 hanno superato almeno con una centralina il limite previsto dalla legge per le polveri sottili, ossia la soglia dei 35 giorni nel corso dell'anno solare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi per metro cubo. L'area del Belpaese più flagellata dallo smog si conferma essere la pianura padana. La maglia nera va ancora una volta a Torino con 98 giorni di sforamenti registrati nella centralina Grassi, seguita da Venezia (via Tagliamento) con 88 e Padova (Arcella) con 84. Nella top ten delle città più inquinate finiscono anche Milano (al sesto posto) e due città del Centro-Sud (cioè Avellino e Frosinone, rispettivamente al settimo e nono posto).

Insomma, dello smog non riusciamo proprio a liberarci. Eppure le conseguenze per la salute pubblica sono ormai conclamate. Soltanto in Italia si stima che siano 56 mila le morti premature dovute all’esposizione eccessiva ad inquinanti atmosferici come le polveri sottili, gli ossidi di azoto e l’ozono troposferico. E c'è più di un indizio che fa pensare che l'inquinamento atmosferico aumenti il rischio di complicanze in seguito a un'infezione da Covid-19. Non parliamo poi dei danni economici: considerando l'impatto in termini di morti premature, spese sanitarie sostenute e giornate lavorative perse, l'Epha (l'Alleanza europea per la salute pubblica) ha calcolato che nel nostro Paese in media l'inquinamento atmosferico costa 1.535 euro a testa all'anno: siamo i peggiori in Europa da questo punto di vista.

Ora, l’inquinamento atmosferico è un problema complesso che dipende da molti fattori, tra cui il traffico, il riscaldamento domestico, l’agricoltura e le attività industriali. Una questione – fa notare Legambiente – che non può essere affrontata in maniera estemporanea ed emergenziale, come ha fatto invece fino ad oggi il nostro Paese a livello sia locale sia nazionale, ma va presa di petto con una chiara visione di obiettivi da raggiungere e tempistiche ben definite e individuando quali sono gli interventi necessari, a partire dagli incentivi per una mobilità più sostenibile. Per questo motivo l'associazione ambientalista ha lanciato, proprio in occasione dell'uscita del dossier Mal’aria di città 2021, una petizione online per chiedere misure rapide e incisive contro l'inquinamento atmosferico, in maniera tale da avere città più vivibili e pulite.