Meloni punta a “una transizione ecologica che non smantelli l’economia”. Ma chi l’ha detto che l’economia vada smantellata?

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta all’Assemblea generale di Assolombarda parlando di transizione ecologica e dei rischi economici per l’Italia. Realmente possono esserci problemi economici? Ecco come stanno le cose.
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Mattia Giangaspero 3 Luglio 2023

È senz'altro un discorso molto complicato da dover affrontare stando alle parole della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Si perché, quando ha parlato di transizione ecologica, all'Assemblea Generale di Assolombarda, nella giornata del 3 luglio, lei si esprime così:

"La sostenibilità ambientale deve camminare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica. Difendiamo la natura, ma con l'uomo dentro: è questa la nostra sfida che ci caratterizza con un approccio pragmatico rispetto a un ambientalismo ideologico e un po miope su alcuni dossier".

In sostanza indica come giusta e corretta la transizione ecologica, ma con l'uomo al centro. Cosa vuol dire? Semplicemente che se governi, aziende e il "popolo" lottano per contrastare il cambiamento climatico, per avere una Terra più vivibile, è perché vogliono viverci dentro, perché sennò il tema sarebbe diverso. Si punterebbe solo sulla natura a tutti costi, anche sacrificando la vita umana. Inoltre la Premier afferma che la transizione ecologica non deve danneggiare l'economia.

Ecco, in questo caso la frase può essere tradotta in vari modi. Si potrebbe pensare al fatto che non si voglia danneggiare i potenti, i ricchi imprenditori, chi guadagna, senza alcun pensiero ai ceti medio-poveri. Altra traduzione: Un'eccessiva transizione ecologica senza una base di progettualità solida alle spalle rischierebbe di danneggiare l'economia, perché ci sarebbero aziende che fallirebbero o lavoratori senza più un posto di lavoro. E in quel caso se l'uomo deve viverci dentro, come farebbe a farlo senza un soldo?

Ecco tutto quel che si è sintetizzato del discorso che ha fatto Giorgia Meloni all'Assemblea Generale di Assolombarda è una pura strategia comunicativa. Strategia comunicativa quasi perfetta perchè, onestamente vuoi dirle qualcosa?

Conferma che ci deve essere una transizione ecologica, conferma che l'Italia vuole puntarci e conferma che non vuole rischiare di far perdere il lavoro a nessuno. Come dargli torto, anche perché il termine "transizione" a livello letterale vuol dire proprio: riuscire a traslare qualcosa da un periodo ad un altro periodo, con alcuni cambiamenti. E quindi anche nella stessa transizioni si continuerebbe a inquinare a non essere completamente sostenibile. Solo a transizione conclusa invece non si inquinerebbe più. 

Quindi al discorso fatto dalla Meloni si può sicuramente dire: "Complimenti alla dialettica".

Adesso però torniamo ai fatti concreti, senza, per forza di cose, comunicare con la giusta terminologia. Sì perché, chi l'ha detto che per compiere una transizione ecologia si debba per forza smantellare un'economia!?

Nessuno vuole, o auspica a una transizione ecologica smantellando l'economia, anzi. Tutti noi spingiamo per una transizione ecologica, perché siamo consci del potenziale che ha l'ambiente in tutti i settori. L'ambiente, "addirittura" potrebbe diventare un vero e proprio volano per l'economia. Il settore energetico ne è una prova. Più posti di lavoro, più competenze, riconversione di aziende che esistevano nel settore e creazione di nuove, oltre a nuovi capitali freschi. Tutto questo con la spinta di un popolo voglioso di un'ambiente sano in cui vivere. 

Per non parlare anche di realtà che nascono con lo scopo di inventare sistemi tecnologici in grado di ripulire l'aria, stoccare emissioni di CO2 o ripulire il mare dai rifiuti, come fa The Ocean Cleanup.

L'esempio forse più lampante in questo senso riguarda le costruzioni edili. Sono anni ormai che la costruzione di un edificio, o più semplicemente di una casa, avviene con tecnologie e regole ben diverse rispetto a prima. È avvenuta in quel caso una transizione che ha riguardato più le competenze e i sistemi per la nuova costruzione edile, ma adesso in Italia, come nel resto del mondo, si costruiscono solo case ed edifici green. 

Per non parlare anche del provare a risolvere il problema siccità con il lavoro, con la manutenzione degli argini, dei bacini, degli invasi. (Le idee di Anbi per far fronte alla siccità).

Arriviamo a parlare adesso anche dell'ostacolo maggiore. Un ostacolo che ha fatto scaturire una battaglia comunicativa e politica in Europa: lo stop alla produzione di auto e benzina a diesel entro il 2035. 

Qui il tema è più complicato perché il rischio che molti lavoratori perdano il posto c'è, come c'è anche la certezza che ci sarebbero molte assunzioni per la costruzione di veicoli elettrici. Il problema non è il turnover, ci sarebbe, anche se bisognerebbe capire entro quanto tempo sarebbe completo. Non sarà imminente. Il problema è che la maggior parte di chi perde il lavoro rischierebbe di non riconvertirsi, perché costruire una macchina a motore endotermico richiede alcune competenze e costruire una macchina elettrica altre.

Sta lì però la bravura della politica e di un governo nel gestire fattori di rischio in alcuni settori strategici. Però stando al discorso fatto dalla Presidente del Consiglio e legato solo al fattore economia e non ai singoli lavoratori, anche per la mobilità non ci sarebbe un problema economico come si racconta, anzi. Finalmente l'Italia potrebbe essere una delle più grandi potenze mondiali con la Cina per la produzione dell'elettrico e grazie ai possedimenti di terre rare. E non solo potremmo avere anche “una filiera per il riciclo del litio salverebbe 40mila posti di lavoro”- come detto da Class Onlus a noi di Ohga.

Semplicemente basta mettersi in moto, pianificare le strategie, porre dei metodi e proseguire verso la transizione ecologica, il più velocemente possibile, anche perché se ci si ferma adesso ponendo il dubbio sull'economia, ci si potrebbe fermare anche tra 10 anni sempre ponendo lo stesso dubbio.

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Il mio percorso di studi è iniziato a Milano nel 2016 dove, all’Università Cattolica, ho frequentato la triennale in Linguaggi dei altro…