Nonostante un’estate di incendi tornano le pre-aperture della caccia. Condanna del Wwf: “È una vergogna”

Da domani 1 settembre in alcune Regioni italiane si potrà tornare a sparare, mentre l’apertura ordinaria della stagione venatoria è prevista per il 19 settembre. “Le pre-aperture sono ormai attuate non come eccezione, ma come regola”, sottolinea il vicepresidente del Wwf Italia Dante Caserta.
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Federico Turrisi 31 Agosto 2021

Per la fauna selvatica in Italia quest'ultima estate non è stata affatto facile. Intere riserve naturali sono andate distrutte per via degli incendi, per lo più di origine dolosa. La siccità non ha fatto altro che peggiorare le cose. Eppure, da domani le doppiette dei cacciatori potranno tornare a sparare, in anticipo rispetto all'apertura ordinaria della stagione venatoria (prevista per il 19 settembre). Dal 1 settembre infatti iniziano in alcune Regioni italiane le pre-aperture della caccia. E ancora una volta il Wwf Italia ne denuncia con forza l'irragionevolezza.

"L’intensa ondata di calore che ha duramente colpito l’Italia e l’Europa – si legge in una nota diffusa dall'organizzazione ambientalista –  avrebbe dovuto indurre i governatori regionali a prendere misure immediate e drastiche per attutirne gli effetti nefasti sulla natura, sull’agricoltura, sulle aree colpite dagli incendi, sugli animali selvatici. Per questo il Wwf Italia, insieme alle altre associazioni ambientaliste e animaliste, aveva chiesto alle Regioni, in particolare a quelle maggiormente colpite dagli incendi, di sospendere la caccia per salvaguardare fauna e habitat naturali già pesantemente colpiti e stressati".

"La pratica delle pre-aperture è una vergogna", afferma senza mezzi termini Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia. "Queste sono ormai attuate non come eccezione, ma come regola, nonostante i pareri contrari degli organi di indirizzo e controllo in materia e i nostri appelli alla ragionevolezza e al rispetto delle regole europee e internazionali per la tutela di fauna e ambienti selvatici. Appelli rimasti in gran parte inascoltati. I governatori regionali dimenticano che la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato, e quindi di tutti noi, e non proprietà di una sempre più ristretta minoranza che si diverte a distruggerla".

Gli ambientalisti promettono dunque di dare battaglia contro le politiche filovenatorie delle Regioni. Gli avvocati del Wwf Italia e delle altre associazioni sono al lavoro per bloccare le pre-aperture e far tacere i fucili dei cacciatori, ottenendo già tre pronunce positive dai Tar di Veneto, Abruzzo (che ha però emanato una nuova delibera, costringendo le associazioni a un nuovo ricorso) e Calabria.