Obbligo vaccinale: dove è previsto al momento e cosa pensa di fare l’Italia

Austria e Grecia si stanno muovendo in questa direzione, la Germania, alle prese con le terapie intensive piene, potrebbe essere la prossima. E in Italia? Il nostro Paese è tra quelli con la copertura vaccinale più elevata e al momento gli ospedali non sono in sofferenza con altre regioni d’Europa.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 2 Dicembre 2021
* ultima modifica il 02/12/2021

Austria e Grecia sembrano ormai pronte a partire, la Germania potrebbe seguire a breve e anche in Italia c'è chi è a favore. La questione è l'obbligo vaccinale e la ragione è che i vaccini sono l'arma più importante che abbiamo per uscire finalmente dallo stato di pandemia. Il green pass è naturalmente una strategia che ha lo scopo di incentivare l'adesione alla campagna vaccinale, ma rimane sempre una quota di indecisi o di no vax convinti che rischiano di mettere a repentaglio la salute pubblica e di ostacolare l'uscita dall'emergenza sanitaria. Proviamo allora a capire stato per stato come ci si sta muovendo e soprattutto quale sia la posizione dell'Unione europea.

In Austria

La prima a parlare seriamente di obbligo vaccinale è stata l'Austria, dove la copertura inferiore al 70% e che a fine novembre ha conosciuto un picco di nuovi contagi. A partire dal 1 febbraio scatterà il provvedimento che non includerà i bambini al di sotto dei 12 anni e che prevederà una multa davvero molto salata: 3.600 euro per chiunque si rifiuterà di aderire. In caso la persona prosegua nella sua decisione, la somma potrebbe essere raddoppiata. Secondo il ministro della Salute austriaco non vi è altra alternativa, a causa proprio del ridotto tasso di vaccinazione.

In Grecia

È di soli due giorni fa l'annuncio del primo ministro, Kyriakos Mitsotakis, rispetto all'obbligo vaccinale per tutta la fascia di popolazione over 60. Una misura che al momento non è ancora definitiva in quanto si attende il voto del Parlamento, ma che si prevede verrà approvata con un'ampia maggioranza. La deadline sarebbe il 16 gennaio, data entro la quale si dovrà dimostrare di avere almeno prenotato la prima dose. In caso contrario, la multa dovrebbe essere pari a 100 euro al mese e verrà aggiunta direttamente alle tasse, fino a quando la persona non aderirà alla campagna vaccinale. Il governo ha spiegato che tutti i soldi raccolti andranno a sostenere il sistema sanitario. Nel Paese al momento solo il 61% della popolazione ha ricevuto la seconda dose.

In Germania

La Germania in questo momento sta facendo i conti con un'ondata epidemica molto intensa, che le ha fatto conoscere picchi anche di 55mila contagi al giorno. Le terapie intensive di diverse regioni sono ormai al collasso, al punto che l'Italia ha accettato di farsi carico di alcuni pazienti, ricambiando peraltro il favore che avevamo ricevuto durante i mesi drammatici di marzo e aprile 2020. Per questo motivo, la possibilità di obbligo vaccinale e lockdown per i non vaccinati è sempre più probabile. Il neoeletto cancelliere Olaf Scholz si è già dichiarato favorevole a questa ipotesi. Come data si pensa ai primi di febbraio, con un green pass speciale per i vaccinati o guariti che potrebbe permettere solo a queste persone di accedere ai negozi. Sarebbe quello che il governo chiama 2G, "geimpft oder genesen".

E in Italia?

In Italia al momento abbiamo una buona copertura vaccinale. Siamo infatti tra i Paesi più avanti nella campagna e, ad oggi, possiamo contare su oltre il 74% di persone che hanno ricevuto la seconda dose (la percentuale è sulla popolazione totale e non solo sulla porzione over 12). Inoltre, sembra elevata anche l'adesione alla terza dose, che a partire dal 1 dicembre è stata estesa a tutte le persone dai 18 anni in su.

Sembra quindi che l'opzione obbligo vaccinale non sia all'orizzonte, sebbene alcune voci favorevoli già si siano alzate. Primo tra tutti, Carlo Bonomi, presidente di Confindustria che si è detto poco convinto dal super green pass e ritiene necessaria un'azione più semplice, diretta e incisiva.

Bisogna dire, a scanso di equivoci, che una misura di questo tipo è prevista dalla Costituzione in quanto servirebbe per tutelare la salute pubblica. Il problema semmai riguarda l'applicazione pratica di un provvedimento simile, che incontrerebbe non poche difficoltà e opposizioni.

Cosa ne pensa l'UE?

Dopo aver specificato che la questione obbligo vaccinale è di competenza di ciascun stato membro, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione dell'Unione europea, si è mostrata aperta a questa ipotesi. "Se mi chiede la mia posizione personale – ha detto rispondendo ad alcune domande dirette da parte di giornalisti, – due o tre anni fa non avrei mai pensato di vedere quello che vediamo adesso. Abbiamo una pandemia in corso, abbiamo i vaccini che salvano vite e che non vengono usati adeguatamente ovunque, e questo ha un costo sanitario enorme. Abbiamo un terzo della popolazione europea non vaccinata. Si tratta di tante persone. Non tutti possono essere vaccinati ma la stragrande maggioranza può e quindi è comprensibile e opportuno avere il dibattito adesso su come pensare a introdurre un vaccino obbligatorio in Ue".

Fonte| Ansa

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.