Per alcuni è stato fagocitato dalla varietà di prodotti disponibili sul mercato e dunque è rimasto vittima di un calo della domanda. Altri lo ritengono obsoleto perché basato sulla prima variante di Sars-CoV-2 e quindi dopo tre anni meritevole della pensione. Gran parte dell’opinione pubblica, però, è convinta che il suo addio dipenda dal raro e grave effetto collaterale che si portava dietro, recentemente ammesso anche dalla stessa azienda produttrice.
Fatto sta che AstraZeneca ha bloccato il proprio vaccino anti-Covid. Non solo: nelle prossime settimane procederà anche al ritiro dal mercato di Vaxzevria, in Europa così come nel resto del mondo. Decisione che, tra l’altro, arriva dopo il ritiro volontario dalle proprie autorizzazioni all’immissione in commercio nell'Unione Europea.
L’azienda anglo-svedese, come ha raccontato il Guardian, avrebbe giustificato la propria scelta puntando il dito sulla grande disponibilità varietà di vaccini disponibili, più aggiornati e quindi adatti a una copertura maggiore contro il virus ma la verità sembra arrivare da quanto accaduto in un aula di tribunale di Londra.
Qui, a fine aprile, AstraZeneca per la prima volta ha ammesso che il proprio prodotto poteva avere un raro ma pericolosissimo effetto collaterale. Sto parlando di forme di trombosi associate a sindrome trombocitopenica, una patologia caratterizzata dalla formazione di grossi coaguli nel sangue e una drastica riduzione di piastrine, che aumenta i fenomeni di sanguinamento ed emorragie interne.
È vero che in tre anni di pandemia sono state utilizzate miliardi di dosi di vaccino che hanno contribuito a salvare milioni di vite ma non può passare inosservato il fatto che almeno 81 morti, nel Regno Unite, sembrerebbero effettivamente collegate all’inoculazione del vaccino di AstraZeneca.
Il farmaco, se ti ricordi, era già stato bloccato dall’Agenzia italiana del farmaco nel 2021 in via precauzionale, così come in Francia, Spagna, Germania, Portogallo e Slovenia proprio per episodi si trombosi legati alla sua somministrazione.
A conti fatti, nel nostro paese la campagna vaccinale si è servita di Vaxzevria per 12.174.539 dosi somministrate su un totale di 145.134.032, secondo i dati del Ministero della Salute aggiornati al 24 settembre 2023.
Se ti ricordi, Vaxzevria era un vaccino basato su un altro virus, della famiglia degli adenovirus, che una volta iniettato nel corpo aveva il colpito di trasportare il gene per produrre una proteina di Sars-CoV-2 e innescare la reazione anticorpale.
Fonte | Ministero della Salute; Ansa