Ora solare 2023: quando cambia e quando tornerà l’ora legale

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023 tornerà l’ora solare e le lancette dell’orologio si sposteranno indietro di 60 minuti. Il nuovo orario durerà fino a fine marzo, quando si tornerà all’ora legale. Nonostante il dibattito in corso ormai da anni, continuiamo a cambiare l’orario due volte all’anno. Vediamo quali potrebbero essere gli effetti per la nostra salute e come fare per preparasi al meglio.
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Maria Teresa Gasbarrone 26 Ottobre 2023

Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023 tornerà l'ora solare. Nel concreto questo significa che bisognerà spostare le lancette dell'orologio un'ora indietro alle 3 del mattino, permettendoci così di dormire un'ora in più quella notte. Il cambio dell'ora resterà attiva fino al weekend del 30 e 31 marzo 2024, quando torneremo all'ora legale e i nostri orologi andranno un'ora in avanti.

Ora solare 2023

Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023 dovremo spostare le lancette indietro di 60 minuti – sugli smartphone e gli altri dispositivi connessi a internet il cambio d'ora sarà automatico – quando scatteranno le 3 del mattino.

Quando torna l'ora legale nel 2024

L'ora solare durerà per tutto l'inverno e più esattamente fino al weekend del 30 e 31 marzo 2024, quando dovremo riportare l'orologio avanti di un'ora. A marzo quindi abbandoneremo l'ora solare per tornare all'ora legale.

Perché si cambia l'ora

L'ora che sta per tornare, ovvero l'ora solare, è quella che potremmo definire "naturale", poiché determinata astronomicamente dal passaggio del Sole in corrispondenza del meridiano locale. Teoricamente quindi l'ora locale sarebbe diversa in ogni punto del globo terrestre, in quanto riferita alla posizione del sole. Questo però in pratica renderebbe impossibile lo svolgimento di tutte le attività normali nella società contemporanea, motivo per cui si è deciso di stabilire un unico orario su scala più ampia, solitamente statale.

L'ora legale è invece una convenzione nata per sfruttare in primavera ed estate la maggior luce solare possibile: nel concreto quindi per far sì che faccia buio più tardi rispetto a quanto accadrebbe con l'ora solare.

La proposta fu avanzata la prima volta a Parigi da da Benjamin Franklin a fine ‘700 per rispondere a un'esigenza di produttività ed evitare che al mattino le persone invece di sfruttare la luce naturale per lavorare rimanessero a letto. In sostanza, quindi l'idea di seguire un orario falsato rispetto a quello naturale aveva lo scopo di far risparmiare sull'illuminazione, sfruttando il più possibile la luce del sole.

In concreto l'ora legale (Daylight Saving Time – Dst) è stata introdotta per la prima volta in Europa durante la Prima Guerra Mondiale. La prima a farlo fu la Germania nel 1916 per cercare di ridurre il consumo di carbone per destinarlo alle sue fabbriche di armi. La maggior parte dei Paesi vicini e lontani, come Regno Unito, Stati Uniti e Australia, seguirono l'esempio.

Perché non è ancora stato abolito il cambio dell'ora

Tuttavia, ormai da tempo non è più uniforme il consenso sull'effettiva utilità dell'ora legale, perché di fatti ormai viviamo in un mondo completamente diverso da quello che conobbe Franklin. A quei tempi aveva ben più senso preoccuparsi dell'illuminazione, ma oggi ciò che risparmiamo sulla bolletta con un minore utilizzo dell'illuminazione ha un peso minimo rispetto all'energia che consumiamo con tutti gli apparecchi elettrici ed elettronici ad alto consumo energetico che teniamo accessi a prescindere dalle ore di luce.

La questione è arrivata anche sui tavoli dei decisori dei principali Paesi del mondo. Anche in Unione Europea: nel 2018 la Commissione europea ha presentato una proposta per abolire il cambio dell'ora, in risposta a una consultazione pubblica in cui la netta maggioranza dei 4,6 milioni di partecipanti aveva chiesto la fine del cambio dell'ora. In quell'occasione la Commissione propose agli stati membri di scegliere quale orario adottare definitivamente, cercando di uniformare le decisioni il più possibile.

Il rischio, infatti, era quello di avere un'Europa frammentata, costringendo chi si sposta tra più Paesi a cambiare ora ogni qualvolta si attraversa un confine nazionale, in un continente nel quale peraltro ci sono già più fusi orar La proposta è stata poi approvata dal Parlamento europeo nella prima metà del 2019.

Eppure da allora le cose sono rimaste ferme, perché sono tanti i nodi da risolvere prima di arrivare a una decisione, ad esempio quale ora adottare e quale eliminare e come riorganizzate il sistema.

Consigli per arrivarci preparati

Anche se l'idea di dormire un'ora in più potrebbe allettare in molti, in realtà il cambio dell'ora potrebbe implicare degli effetti non sempre positivi sulla nostra salute.

Tra i possibili effetti indesiderati rientrano insonnia, inappetenza, spossatezza, fatica a concentrarsi e stress. Praticamente stiamo parlando degli effetti tipici del jet leg, che come in quel caso, anche per il cambio dell'ora, sono dovuti all'alterazione del ritmo cardiano, ovvero l'orologio biologico del nostro organismo.

Tra i consigli che possono aiutarti a contrastarli e prevenirli ci sono:

  • Favorire il normale ritmo sonno/veglia, rispettando il più possibile l'alternanza tra buio e luce solare; a questo scopo è anche utile evitare di trascorrere molte ore la sera davanti schermi luminosi, come tablet, smartphone e tv, per non falsare nella nostra mente il normale ritmo sole/buio;
  • Praticare regolare attività fisica per migliorare la qualità del sonno;
  • Anche la temperatura ha un ruolo nel favorire l'addormentamento: l'ideale sarebbe tenere la stanza intorno ai 19°, tenendo al caldo anche mani e piedi perché avere freddo in queste parti del corpo mette il cervello in uno stato d'allerta, per cui faremo più fatica ad addormentarci.