Parma sempre più “bike friendly”, grazie anche al coinvolgimento di aziende e negozi del territorio

Dal “Bike to Work” al “Bike to Shop”, passando da un servizio di bike sharing capillare e da una strategia comunicativa che fa leva anche sulle eccellenze gastronomiche di Parma: sono numerose le iniziative messe in campo per incentivare l’utilizzo della bici nella città emiliana. Un impegno, quello a promuovere un modello di mobilità sostenibile, recentemente premiato con l’Urban Award 2020.
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Rubrica a cura di Federico Turrisi
26 Gennaio 2021

Il 2020 doveva essere l'anno di Parma Capitale Italiana della Cultura e a causa dell'emergenza Covid-19 il titolo è stato esteso anche al 2021. La pandemia ha sicuramente rovinato i piani, ma ogni scusa sarà buona per (ri)scoprire questa città, non appena sarà possibile. Pensa solo ai suoi monumenti, alla sua tradizione artistico-culturale, alle sue eccellenze culinarie: c'è bisogno di citare i Farnese, Giuseppe Verdi oppure salumi e formaggi diventati il fiore all'occhiello dell'industria alimentare made in Italy?

La città emiliana si sta impegnando molto anche per porsi come un modello in fatto di mobilità sostenibile. Proprio per gli sforzi a promuovere l'utilizzo quotidiano della bicicletta, lo scorso novembre Parma si è aggiudicata il primo posto all'edizione 2020 dell'Urban Award, il premio ideato da Ludovica Casellati, direttrice di Viagginbici.com, e organizzato con Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). "La soddisfazione è stata grande, tenendo conto che viene da una giuria che vede le città, e non si ferma alle statistiche sui chilometri di piste ciclabili e sugli investimenti", sottolinea Tiziana Benassi, assessore alla Mobilità Sostenibile del Comune di Parma. "Bisogna considerare anche come tutte le attività si armonizzano con il contesto cittadino".

Assessore, su che cosa ha puntato maggiormente negli ultimi anni il Comune di Parma?

Si potrebbero fare vari esempi. Per citarne uno, penso alle iniziative di premialità per chi va al lavoro in bicicletta fatte insieme con le aziende, con l'università e con le associazioni di categoria. Un aspetto che è piaciuto molto alla giuria dell'Urban Award 2020 è la campagna di comunicazione messa in piedi dal Comune di Parma per incentivare l'utilizzo della bicicletta, facendo riferimento anche alle eccellenze alimentari del territorio e creando una forma di sinergia territoriale. L'obiettivo è sempre quello di cercare di convincere più persone possibili a passare ad un'alternativa più ecologica rispetto all'auto privata.

Ci può spiegare più nel dettaglio che cosa intende per sinergia territoriale?

Da alcuni anni coltiviamo una rete di mobility manager aziendali molto strutturata. Queste figure hanno il compito di gestire all'interno di un'azienda il tema degli spostamenti dei propri dipendenti, favorendo l'utilizzo della bicicletta oppure del trasporto pubblico locale o ancora del car pooling, in coordinamento con il nostro ufficio di mobility management. La rete è arrivata a contare oltre 25 aziende, a cui si aggiungono anche istituzioni pubbliche come per esempio l'università; ciò ci ha permesso di coinvolgere in tutto circa 60 mila persone. Inoltre, seguendo il modello casa-lavoro, da due anni abbiamo cominciato a promuovere questo spirito anche per gli spostamenti casa-scuola.

Per quanto riguarda invece il bike sharing, quali sono i numeri della città di Parma?

Abbiamo reso piuttosto capillare il sistema di bike sharing fisso presente sul territorio, con circa 40 postazioni, e nel corso degli ultimi due anni gli utenti sono aumentati del 200%. Oltretutto, noi abbiamo un sistema per cui la prima mezz'ora è gratuita, al di là dell'abbonamento annuale che costa circa 20 euro. Questo permette ai pendolari – lasciando un attimo da parte l'ultimo periodo, che è stato contrassegnato dalla pandemia – di andare in stazione dalla propria casa quasi gratuitamente, visto che la città è comunque di medie dimensioni. Al bike sharing con postazioni fisse abbiamo poi affiancato un sistema free floating, per il momento ancora in fase di sperimentazione.

Passando al discorso sicurezza dei ciclisti, come sta lavorando Parma su questo fronte?

A seconda della posizione (se siamo nel centro storico, in un quartiere periferico, vicini alla tangenziale o meno eccetera) e delle condizioni del contorno, c'è la possibilità di fare o piste ciclabili in sede propria – e questa è una caratteristica delle arterie principali –  o delle piste leggere o ancora delle zone 30. Stiamo lavorando su tutti e tre questi aspetti. Per quanto riguarda le piste ciclabili, ad oggi a Parma ci sono a disposizione complessivamente 140 chilometri e sono in fase di realizzazione, tra piste in sede propria e piste leggere, circa altri 25 chilometri. Le zone 30 invece, che caratterizzano soprattutto i quartieri residenziali, aiutano a ridurre l'incidentalità stradale e a migliorare la sicurezza dell'utenza "debole".

La città di Parma si è distinta anche per un'altra iniziativa come il "Bike to Shop". Ce ne vuole parlare brevemente?

Sì, la proponiamo ormai da tre anni e siamo stati tra i primi in Italia, con la collaborazione di Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, ndr) e delle associazioni di categoria. In sostanza, si premia con una piccola scontistica sui prodotti da acquistare chi va a fare la spesa in bicicletta. L'obiettivo è duplice: incentivare la mobilità su due ruote in città, ma anche valorizzare la rete dei negozi di vicinato. Diciamo che il Bike to Shop ci ha spinto, tra l'altro, a ridisegnare insieme ai negozi gli spazi di sosta per le bici e a installare rastrelliere, perché bisogna garantire i parcheggi non solo alle automobili e ai motorini ma anche naturlamente alle biciclette. E questo proprio per un discorso di rendere più "democratico" lo spazio pubblico.

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Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…