Passi avanti nella cura del Parkinson: due studi per il trattamento e la diagnosi precoce

Piccole ma importanti nuove scoperte sul fronte della lotta contro questa malattia neurodenegerativa arrivano da due studi internazionali, uno dei quali vede come protagonista l’Italia. Si tratta di un composto a base di frutta che può aiutare a contrastare la degradazione dei neuroni e di un tampone nasale che può individuare la patologia prima che questa si manifesti.
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Giulia Dallagiovanna 31 Luglio 2021
* ultima modifica il 12/05/2023

Piccoli ma significativi passi avanti sono stati fatti sul fronte del Parkinson, una malattia neurodegenerativa per la quale, ad oggi, non esiste ancora una cura. Stiamo parlando di due studi internazionali, dove il secondo è stato coordinato proprio dall'Italia, grazie a un team di ricerca dell'Università di Verona. Si tratta di un approccio terapeutico a partire da un composto della frutta e di un nuovo strumento per la diagnosi precoce, che sappiamo essere molto importante per poter intervenire subito sulla malattia e provare a rallentarne il decorso.

Il farnesolo per la cura del Parkinson

Il farnesolo è un composto del tutto naturale a base di erbe aromatiche, frutti di bosco e altri tipi di frutti. I ricercatori della Johns Hopkins University hanno dimostrato che potrebbe svolgere un'azione preventiva contro il Parkinson perché riuscirebbe a contrastare la decadenza dei neuroni provocata dalla dopamina. Nello studio pubblicato su Science Translational Medicine, gli autori spigano come il farnesolo possa disattivare la proteina Paris, che è direttamente coinvolta nella progressione della malattia.

Al momento, però, le sperimentazioni sono avvenute solo sui topi che si sono visti implementare la dieta proprio con il farnesolo, dai quali hanno tratto benefici contro la malattia. Lo scopo non è tanto quello di garantire ai malati una nuova alimentazione, quanto di utilizzare questo composto come base per possibili nuovi medicinali.

Il tampone per la diagnosi precoce

All'Università di Verona, in collaborazione con l'Università di Innsbruck e con un ospedale di Barcellona, hanno messo a punto un tampone nasale che permetterebbe di diagnosticare il Parkinson addirittura prima che la malattia si manifesti con i tipi sintomi motori, come il tremore e la difficoltà di coordinazione dei movimenti. Uno strumento che permetterebbe quindi di agire in anticipo, guadagnando tempo prezioso sul processo neurodegenerativo. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Brain e il lavoro è stato incluso tra le Editor's Choice.

Gli autori hanno selezionato 63 pazienti con disturbi del sonno, 41 pazienti già con diagnosi di Parkinson e 59 volontari per il gruppo di controllo. Prima di tutto, hanno individuato l'alfa-sinucleina, una proteina che può causare la malattia, nel tampone nasale di alcuni pazienti affetti da disturbi del sonno. In effetti, proprio questi disturbi assieme a quelli dell'olfatto possono essere segnali precoci del Parkinson. Attraverso il tampone, si può così indagare facilmente nelle persone che accusano queste problematiche se per caso vi sia già un processo patologico in corso.

Fonti| "Alpha-synuclein seeds in olfactory mucosa of patients with isolated REM sleep behaviour disorder" pubblicato su Brain, il 14 aprile 2021; "PARIS farnesylation prevents neurodegeneration in models of Parkinson’s disease" pubblicato su Science Translational Medicine il 28 luglio 2021; 

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