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Perché la carenza di alcuni farmaci salvavita contro il diabete non deve preoccuparci

Ema e Aifa hanno segnalato la carenza fino a dicembre 2023 di due farmaci a base di insulina utilizzati nella cura del diabete. In realtà le alternative ci sono, ma non tutti i Paesi se le possono permettere.
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Maria Teresa Gasbarrone 25 Gennaio 2023
* ultima modifica il 25/01/2023
In collaborazione con la Dott.ssa Chiara Di Loreto Endocrinologa e presidente di AMD - Associazione Medici Diabetologi Umbria

Quando si parla di salute, il rischio che il panico prenda il sopravvento sulla razionalità è sempre dietro l'angolo. Soprattutto in un periodo delicato come questo in cui la carenza di farmaci è un dato di fatto. Per questo è importante contestualizzare ogni notizia in merito all'argomento: l'ultima riguarda la carenza fino a dicembre 2023 di due farmaci salvavita impiegati nel curare il diabete: l'insulina umana Insuman rapid nella formulazione in cartuccia e quella in penna.

A diffondere la notizia è stata l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) e l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa): "Problemi produttivi occorsi negli ultimi mesi hanno determinato, temporaneamente, una situazione critica nella fornitura globale" per i quali si prevede che "la data per il ritorno alla normale fornitura è dicembre 2023".

Il fatto è che si tratta di un farmaco salvavita, la cui "interruzione – avvertono Ema e Aifa – è potenzialmente pericolosa per la vita". A questo punto la domanda potrebbe essere lecita: quali sono i rischi per la salute delle persone diabetiche? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Chiara Di Loreto, endocrinologa e presidente di AMD – Associazione Medici Diabetologi Umbria.

Che cos'è Insuman rapid?

"Si tratta di un tipo di insulina umana – spiega la dottoressa Di Loreto – prodotta in laboratorio con il metodo della cosiddetta ‘tecnologia del DNA ricombinante' tradizionalmente somministrata prima del pasto e in alcuni regimi terapeutici in ospedale".

L'insulina è oggi l'unico farmaco salvavita impiegato nella cura del diabete

Si utilizza per il trattamento del diabete mellito qualora sia richiesto il trattamento con insulina e può essere utilizzato anche per il trattamento del coma causato da eccesso di zucchero nel sangue e della chetoacidosi (alti livelli di chetoni nel sangue). Questa è la destinazione del farmaco, ma – specifica Di Loreto – occorre fare le opportune precisazioni del caso:

"È importante avere un quadro completo della situazione, anche per smorzare certi allarmismi, a oggi ingiustificati: in Italia e nella maggior parte dei Paesi già aggiornati sull'uso di farmaci l'uso di Insuman rapid è stato superato da altri analoghi più moderni (insulina sintetica), quindi ad oggi sono in pochissimi i pazienti ancora in cura con questo farmaco".

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Perché l'insulina è un farmaco salvavita

L'insulina è un ormone secreto dal pancreas e fondamentale per regolare il metabolismo del nostro organismo. Senza non saremmo in grado di utilizzare lo zucchero che assumiamo tramite i cibi per i processi energetici all’interno di tutte le cellule del nostro corpo.

"La mancanza di questo ormone nel sangue o la difficoltà a utilizzarlo correttamente – spiega l'Ospedale San Raffaele di Milano – portano a sviluppare, rispettivamente, il diabete di tipo 1 (per lo più di origine autoimmune) e il diabete di tipo 2 (molto eterogeneo, ma in larga misura di origine metabolica). Entrambi si manifestano attraverso l’iperglicemia, cioè l’elevazione della concentrazione dello zucchero nel sangue".

Ogni anno il diabete uccide 1,5 milioni di persone

Oms

Senza insulina il diabete sarebbe una malattia mortale e a oggi l'insulina è l'unica terapia salvavita esistente per contrastarne gli effetti: "Per oltre 60 milioni di persone in Europa – riporta l'Oms – affette da diabete di tipo 2, l'insulina è essenziale per ridurre il rischio di insufficienza renale, cecità e amputazione degli arti". Sono circa 422 milioni le persone che nel mondo soffrono di diabete mellito e 1,5 milioni i decessi ogni anno.

La situazione in Italia

"Le associazioni di diabetologia italiane non hanno espresso nessun commento sull'avviso di Ema e Aifa perché – spiega la dottoressa Di Loreto non c'è un effettivo pericolo per i pazienti o chiunque abbia bisogno di ricorrere all'insulina".

"La comunità di diabetologi italiani si sente di rassicurare i pazienti. Insuman rapid è ormai impiegata in casi eccezionali e può essere sostituita con altri farmaci"

Dott.ssa Chiara Di Loreto, endocrinologa

Le rassicurazioni della comunità di diabetologi riguarda infatti anche i pazienti ancora in cura con Insuman rapid: "Si tratta per lo più di casi isolati – aggiunge l'endocrinologa – di pazienti che seguono una terapia assegnata tanti anni fa e magari mai aggiornati". Che fare allora in questo caso?

Come ricordato anche da Ema e Aifa, data la carenza di scorte di questo tipo di insulina umana in questi casi sarà "necessaria la sostituzione con formulazioni alternative". Soluzioni che non sono difficili da trovare nel contesto europeo: "Sarà il medico del paziente a sostituire Insuman rapid con altri brand di insulina umana, oppure ricorrere a un analogo tra le opzioni di insulina sintetica disponibili", specifica ancora l'endocrinologa.

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Il rovescio della medaglia

Non tutti i Paesi sono però fortunati come l'Italia e l'Europa. I dati raccolti dall’OMS in 20 Paesi, distribuiti in 4 Continenti, nel periodo compreso tra il 2016 e il 2019, hanno evidenziato la disponibilità di insulina umana solo nel 61% delle strutture sanitarie, mentre di insulina analoga solo nel 13%.  

L'insulina sintetica – quella grazie alla quale oggi in Italia possiamo stare tranquilli nonostante i problemi nella produzione di Insuman rapid – è infatti più costosa di quella umana e pochi Paesi, i più ricchi, ne hanno accesso.

"Il rovescio della medaglia – osserva Di Loreto – riguarda i Paesi che non hanno accesso alle insuline di ultima generazione. Ma questo purtroppo è un problema globale, preesistente alla situazione attuale che interessa quei Paesi più svantaggiati in cui l’insulina umana è l’unico a farmaco a cui è possono accedere. Qui le difficoltà di produzione e stoccaggio a cui stiamo assistendo potrebbero potenzialmente rappresentare un nuovo problema".

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.