Pubblicate oggi le nuove linee guida per l’aborto farmacologico: che cosa cambia

Come già anticipato nei giorni scorsi, scompare ogni riferimento al ricovero ospedaliero per una donna che sceglie di interrompere la gravidanza per mezzo della pillola RU486. Viene inoltre aumentato il limite per accedere a questa procedura fino alla nona settimana compiuta.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 13 Agosto 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Erano state annunciate qualche giorno fa dal ministro della Salute Roberto Speranza e ora sono arrivate: le nuove linee guida che disciplinano l'aborto farmacologico. Si tratta cioè dell'interruzione di gravidanza effettuata tramite l'assunzione della pillola RU486 e dunque senza ricorso all'intervento chirurgico. A partire da questo momento, non sarà più previsto il ricovero per le donne che scelgono di accedere a questa modalità e l'opzione rimarrà praticabile fino alla nona settimana di gravidanza.

Cosa cambia

Sono due i punti fondamentali che questa nuova disposizione va a toccare. Prima di tutto, la questione del ricovero. Un problema che, per la verità, non si era posto fino a quando la giunta regionale dell'Umbria, guidata da Donatella Tesei della Lega, non aveva rimosso la possibilità di sottoporsi all'aborto farmacologico in Day Hospital e aveva imposto il ricovero obbligatorio di tre giorni. Fino a quel momento invece le linee guida ministeriali si limitavano a consigliare la permanenza in ospedale, lasciando però libere le regioni di decidere come muoversi. E nella maggior parte dei casi, queste avevano scelto di ricorrere ad ambulatori e Day Hospital, soprattutto allo scopo di non congestionare gli ospedali. Lo aveva fatto anche l'Umbria, con una delibera del centrosinistra emanata lo scorso anno.

Ed è stata proprio la revoca di questo provvedimento a scatenare un'ondata di proteste che ha portato l'Istituto superiore di sanità a chiedere al Ministero di intervenire. E così si arriva a oggi, dove la dicitura "Il Consiglio Superiore di Sanità ha ritenuto necessario il regime di ricovero ordinario per l’intera procedura abortiva, nelle sue diverse fasi" è scomparsa. Al suo posto compare invece un'altra raccomandazione di "effettuare il monitoraggio continuo ed approfondito delle procedure di interruzione volontaria di gravidanza con l’utilizzo di farmaci, avendo riguardo, in particolare, agli effetti collaterali conseguenti all’estensione del periodo in cui è consentito il trattamento in questione".

È possibile ricorrere all'aborto farmacologico fino al 63esimo giorno di gravidanza

E proprio su quest'ultimo punto si segnala il secondo intervento del Ministero della Salute. Il limite di 7 settimane è stato portato a 9 compiute, 63 giorni per la precisione.

Al di là di quale possa essere la tua opinione al riguardo, è importante che tu sappia cosa prevede la legge oggi e quali possibilità hai di fronte a te. Le nuove linee guida sono state elaborate dopo aver ascoltato il parere del Consiglio superiore di sanità.

Fonte| Ansa

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.