Quali sono le cause delle siccità in Italia: come mai rischia di rimanere senz’acqua il terzo Paese europeo per risorsa idrica

L’Italia è ancora il terzo Paese UE più piovoso, dopo Francia e Svezia e nonostante questo parliamo di siccità quasi ogni giorno. Perché? Il problema sono le infrastrutture: senza una loro riqualificazione continueremo a trattenere solo l’11% di acqua derivata da pioggia o neve.
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Mattia Giangaspero 19 Marzo 2024

L'ultima settimana di Febbraio e la prima di Marzo 2024 sono state settimane caratterizzate da forti precipitazioni nevose, soprattutto per le Alpi, ma anche da forti precipitazioni di pioggia per il resto d'Italia.

Francesco Vincenzi Presidente di ANBI (Associazione nazionale bacini idrici) aveva commentato l'importanza di quella pioggia per l'agricoltura e per le nostre zone aride, ma soprattutto per evitare un ritorno imminente della siccità. 

Se dovessi darle un quadro generale sulla situazione invasi, potrei dirle che non c'è stato alcun cambiamento infrastrutturale da dieci anni a questa parte. Non è aumentata la capacità degli invasi nel nostro Paese. È chiaro però che con queste piogge abbiamo avuto la possibilità, dove abbiamo gli invasi, le casse di laminazione a uso plurimo o dove abbiamo le traverse, di trattenere l'acqua che può essere utilizzata per il periodo estivo. Se collego questo discorso al tema infrastrutture è perché senza un ammodernamento di esse continueremo a trattenere solo l'11% dell'acqua piovuta. Se attuassimo il piano di riqualificazione e potenziamento questo 11% diventerebbe il 35-50%. 

In sostanza quello che dobbiamo anche capire, da cittadini, è che quando si parla di siccità nonostante si sia vissuto un periodo intenso dal punto di vista delle precipitazioni di pioggia è perché non siamo in grado di trattenere tutta quest'acqua. 

Ovviamente il problema non può ridursi solamente a una questione di infrastrutture. Parliamo di siccità anche perché rispetto a decenni fa sono comunque diminuite le precipitazioni nel nostro Paese. La temperatura inoltre è aumentata e le stagioni calde arrivano anche prima. Tutto questo ha portato i terreni a diventare sempre più aridi e quindi non riescono più ad assorbire nel suolo la stessa quantità di acqua di prima.

L'altra questione aperta resta quella delle precipitazioni nevose. Sempre volendo confrontare l'Italia del 2014 con l'Italia del 2024, queste precipitazioni si sono ridotte del 40%. Non dobbiamo dimenticare come la neve è una delle fonti primarie di acqua sul territorio e attualmente non cade più come un tempo.

E infine un problema non legato alle precipitazioni, ma correlato alla risorsa idrica è quello dell'utilizzo dell'acqua. Uno degli esempi più banali, ma anche immediati che possono venire in mente è quello di utilizzare sempre più neve artificiale per innevare le nostre montagne. Questo causa una perdita di 1 m³ d'acqua ogni 2,5 m³ di neve. Per raggiungere uno strato di neve di 30 cm (innevamento di base) su di un ettaro di pista servono circa 1000 – 1200 m³ d'acqua.

La neve artificiale ha infatti caratteristiche diverse da quella naturale: innanzitutto ha meno quantità di aria per metro cubo, perciò è più compatta. Per darti un'idea: la neve naturale pesa circa 100 kg per metro cubo, mentre quella artificiale pesa dai 300 ai 500 kg per metro cubo. Ciò significa un maggior impatto per l'ambiente: una volta scioltasi, la neve artificiale potrebbe rendere più difficile la naturale rinascita della vegetazione e quindi implicare anche un maggiore rischio di erosione.

Inoltre, questo forse non lo sai, gran parte dell’acqua che alimenta i fiumi in Italia proviene proprio dall’acqua stoccata nella neve. Quindi se nevica meno, di conseguenza ci sarà meno acqua nei fiumi. Ed è proprio quello che sta succedendo. Pensa che allo stato attuale manca il 64% dell’acqua stoccata nella neve, e l’inverno ormai sta per finire.

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