
Nell’entrare in una casa dove tutto è perfettamente pulito e regna l’ordine assoluto, potresti provare un moto di stizza, con un vago senso di inadeguatezza perché non hai lasciato casa tua nelle stesse condizioni, anzi.
Ma a pensarci bene, potresti provare anche sollievo nell’inquadrare subito il padrone di casa come una persona affetta da un disturbo ossessivo compulsivo (DOC) di personalità. Un disturbo diffuso e cronico che si distingue per la presenza di ossessioni e compulsioni, e che in questo caso trova la sua massima espressione nel pulire all'inverosimile la casa. Un'ossessione che interferisce con la vita di tutti i giorni, creando non poco disagio a chi ne soffre e alle persone che ci convivono.
"Il disturbo ossessivo compulsivo è caratterizzato da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti, che possono provocare ansia e disgusto che spingono ad attuare azioni ripetitive materiali o mentali per tranquillizzarsi – spiega la psicologa Samanta Travini -. Nell'ambito del disturbo ossessivo compulsivo possono presentarsi, insieme o separatamente, ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi percepiti come incontrollabili da chi li sperimenta. Tali idee sono sentite come disturbanti e solitamente giudicate come infondate o eccessive. Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi (come controllare, lavare/lavarsi, ordinare, ecc.) o azioni mentali (pregare, ripetere formule, contare) finalizzati a contenere il disagio emotivo provocato dai pensieri e dagli impulsi che caratterizzano le ossessioni sopra descritte. Le compulsioni diventano facilmente rigide regole di comportamento e sono decisamente eccessive, talvolta bizzarre agli occhi degli osservatori".
Dietro al maniacale bisogno di tenere pulita e ordinata la casa si nasconde un fortissimo bisogno di controllo. Un modo inconsapevole attuato per impedire alle proprie emozioni di emergere, per gestire l’insicurezza o per sentirsi a posto con la propria coscienza. Pulire ogni centimetro della casa può rivelare la necessità di raggiungere una sorta di pulizia interiore, proprio come una delle protagoniste della serie televisiva Desperate Housewives, la rossa Bree, che si buttava a capofitto nelle pulizie domestiche, per sfogare le proprie frustrazioni e ritrovare una pace apparente con se stessa.
Se da una parte l’effetto di una tale ossessione per ordine e pulito può sembrare positivo e soddisfacente, e dall’indiscutibile effetto sugli ospiti ricevuti a casa, dall’altra parte a pagarne il prezzo alto è la qualità di vita: non si tratta solo dell’impossibilità di vivere in libertà o di godere del proprio tempo libero, ma anche dell’incapacità di lasciarsi andare alle emozioni e ai cambiamenti che la vita offre.
Quali sono i primi campanelli di allarme da non sottovalutare? Se ti stai accorgendo di diventare intransigente verso te stesso e con coloro che ti circondano o di infastidirti se trovi qualcosa appena fuori posto o semplicemente dove secondo te dove non dovrebbe stare, o peggio ancora, se ti irriti solo nel notare una macchia sul tavolo, allora molto probabilmente sei sulla buona strada per soffrire di una patologia ossessiva che richiede l’intervento di un esperto.
Come accade in molte altre patologie, anche chi soffre di mania del pulito e dell’ordine difficilmente ammetterà che la sua ossessione è un problema, ma di sicuro lo è per tutti quelli che sono costretti a convivere con questa persona. A differenza però della altre patologie, questa si associa perlopiù a un problema di personalità, piuttosto che di comportamento.
Le linee guida internazionali indicano nella terapia farmacologica e nella terapia cognitivo-comportamentale i trattamenti più efficaci. Come spiega la Dotteressa Travini: "La terapia cognitivo-comportamentale è finalizzata a breve termine a ridurre la quantità e la frequenza dei sintomi e, più a lungo termine, a rendere il soggetto meno vulnerabile ai temi e ai meccanismi cognitivi che hanno contribuito alla genesi e al mantenimento del disturbo ossessivo compulsivo. La tecnica più usata all’interno dell’approccio comportamentale alla cura del disturbo ossessivo compulsivo è l’esposizione e prevenzione della risposta.
Nel caso dell'ossessione per il pulito, per esempio, le persone con l’ossessione per i germi possono essere invitate a stare in contatto con oggetti “contenenti germi” (come prendere in mano dei soldi) finché l’ansia non è scomparsa. La ripetizione dell’esposizione, che deve essere condotta in modo estremamente graduale e tollerabile per il paziente, consente la diminuzione dell’ansia fino alla sua completa estinzione.
Perché la tecnica dell’esposizione sia più efficace per la cura del disturbo ossessivo compulsivo è necessario che sia affiancata alla tecnica di prevenzione della risposta, per cui vengono sospesi, o inizialmente almeno rimandati, gli abituali comportamenti ritualistici che seguono alla comparsa dell’ossessione.
La psicoterapia cognitiva mira alla cura del DOC attraverso la modificazione di alcuni processi di pensiero automatici e disfunzionali. In particolare, agisce sull’eccessivo senso di responsabilità, sull’eccessiva importanza attribuita ai pensieri, sulla sovrastima della possibilità di controllare i propri pensieri e sulla sovrastima della pericolosità dell’ansia, che costituiscono le principali distorsioni cognitive dei pazienti con DOC".