Se il tumore non può essere operato, si congela: una tecnica innovativa ha salvato un paziente a Cuneo

Un paziente 80enne è stato salvato da un tumore renale grazie a una pratica innovativa che consiste nel congelamento della lesione, senza necessità di intervento chirurgico e con minor rischio di complicanze.
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Evelyn Novello 16 Gennaio 2024
* ultima modifica il 16/01/2024

Non sempre i tumori sono operabili, soprattutto se il paziente è già in età avanzata. Per questo, a Cuneo, è stata utilizzata una tecnica innovativa per riuscire a salvare un paziente over 80 con una lesione renale e malattie concomitanti. Si tratta della crioablazione ipercutanea, una tecnica applicata all'ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo, dalla Radiologia interventistica, con il supporto degli anestesisti.

La metodica consiste nel congelamento del tumore grazie all'infusione di un gas di argon a -40° tramite un ago. Una volta fatto ciò, il tessuto neoplastico viene distrutto in loco, senza necessità di bisturi e senza bisogno di scoprire e di asportare chirurgicamente i tessuti.

"La metodica – spiega il direttore della Radiologia interventistica, Alberto Balderi – viene utilizzata su pazienti che non possono essere operati, per la presenza di altre patologie correlate o per l'età avanzata, e che presentano masse tumorali non troppo grandi. È una tecnica mini invasiva, non è necessario intubare il paziente in narcosi, ma è sufficiente una sedazione profonda".

"Questa procedura – conclude Balderi – presenta meno complicanze, riducendo i giorni di ricovero ed è particolarmente indicata per i tumori renali, perché distrugge le cellule malate senza danneggiare i tessuti". Fortunatamente "la procedura – fa sapere il radiologo interventistico Enrico Peano – è perfettamente riuscita e il paziente è subito ritornato in reparto".

La tecnica è stata utilizzata perché il malato non poteva essere sottoposto a un intervento chirurgico classico, che, al momento, secondo l'equipe rimane "il gold standard, il meglio che possiamo proporre a un paziente".

Fonte | Ospedale Santa Croce e Carle

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