Siamo nell’Antropocene! Anzi no: gli scienziati hanno deciso che è troppo presto per parlare di una nuova epoca geologica

Bocciato il passaggio dall’Olocene all’Antropocene: non saremmo dunque in una nuova epoca geologica. Resta il fatto che abbiamo lasciato il segno sul nostro Pianeta.
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Andrea Di Piazza Geologo specializzato in Green Management
7 Marzo 2024 * ultima modifica il 07/03/2024

Abbiamo lasciato o no, noi esseri umani, un segno indelebile nella storia geologica del nostro Pianeta? A giudicare dalle indiscrezioni pubblicate sul New York Times e relative alle votazioni del Gruppo di Lavoro sull'Antropocene (Anthropocene Working Group, AWG), sembra proprio di no. Il 4 marzo scorso, infatti, la commissione responsabile del riconoscimento della nuova epoca geologica (la Sottocomissione sulla Stratigrafia del Quaternario), con 12 voti su 18, avrebbe respinto la proposta del passaggio dall'Olocene alla nuova epoca geologica segnata dalle attività umane, poiché "non ci sarebbero prove -geologiche- sufficienti e rispettose degli standard utilizzati".

La decisione è definitiva. Non ci sono questioni in sospeso da risolvere e il caso è chiuso”, ha affermato a Science Philip Gibbard, geologo dell’Università di Cambridge, membro del comitato e segretario generale della Commissione internazionale sulla stratigrafia (ICS), l’organismo che governa la scala temporale geologica. Tuttavia sembra che aleggi un grande imbarazzo nel gruppo di lavoro.

Perché non siamo nell'Antropocene

Perché non siamo in una nuova epoca geologica

Sembravano ormai pochi, pochissimi, gli scienziati contrari all'epocale, in tutti i sensi, passaggio geologico, considerando gli enormi impatti che le attività umane stanno avendo a tutte le scale sulla Terra. Tuttavia, le opposizioni principali sono nate su uno dei marker proposti per verificare l'effettivo cambio di epoca: un livello di 10 cm di fango del Lago Crawford in Canada.

Questo piccolo straterello, ormai parte del record geologico terrestre, avrebbe ben registrato il consumo globale dei combustibili fossili, l'uso dei fertilizzanti e i prodotti isotopici di ricaduta dei test nucleari avvenuti negli anni '50: insomma tutto il peggio che l'uomo abbia potuto produrre negli ultimi 150 anni. Lo scarso spessore e profondità dello strato sarebbe espressione di un breve periodo di tempo. La domanda di alcuni oppositori è: può così poco tempo segnare il passaggio di un epoca geologica?

La risposta dunque è no. Effettivamente, gli studiosi hanno sottolineato come l'influenza dell'uomo sul Pianeta si sia sviluppata ormai da millenni, basta pensare all'invenzione dell'agricoltura e all'impatto che ha avuto sulle foreste a livello mondiale, modificandone per sempre gli ecosistemi. Alcuni oppositori ritengono che ci troviamo in un momento di passaggio, in cui non è ancora chiara né quantificabile con certezza l'entità della trasformazione umana prodotta sul Pianeta Terra. Vi sono poi le critiche legate alla massiccia esposizione mediatica che ha contribuito alla creazione del brand "Antropocene", senza ovviamente rispettare la cautela obbligatoria, considerati i lavori in corso della Commissione.

E adesso?

Perdersi nella nomenclatura stratigrafica ha poco senso, visto che l'impatto dell'uomo sul Pianeta e sulla sua geologia è sotto gli occhi di tutti, scienziati inclusi. Secondo un gruppo di studiosi, si dovrebbe parlare di Evento Antropocene, ovvero una trasformazione complessa degli ecosistemi del Pianeta che non si riflette come momento di passaggio netto e definito (riconoscibile, per esempio, in uno strato), quanto piuttosto un volume esteso, diacronico, complesso, multi-scalare e eterogeneo che definirebbe lo svolgersi di un evento tutt’ora in corso, come se assistessimo alla scrittura di un libro senza essere ancora arrivati alla fine.

Nonostante dunque il rifiuto della comunità scientifica di riconoscere l'Antropocene come un'epoca geologica, certamente sentiremo ancora parlare a lungo della questione, se non altro per tenere alta l'attenzione sul ruolo che stiamo avendo tutte e tutti nel modificare l'equilibrio fisico e chimico della casa in cui viviamo, il nostro Pianeta.

Dopo una laurea in Geologia ed un dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ha lavorato come ricercatore presso altro…