Siamo tutti pizza-dipendenti. Non ci credi? Ecco le prove

Tre ingredienti: impasto lievitato, salsa di pomodoro e mozzarella filante. Un trio perfetto di sapori, colori e consistenze. E grassi saturi. E zuccheri. Insomma, la pizza non è per nulla un alimento salutare, eppure non riesci a dire di no nemmeno a quelle che trovi nelle teche trasparenti dei bar. Se non è dipendenza.
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Giulia Dallagiovanna 8 Dicembre 2018
* ultima modifica il 24/09/2020

Non fumi, non bevi più di un bicchiere di vino a pasto e riesci persino a resistere al cioccolato. Pensi di essere immune a qualunque tipo di dipendenza. E invece non è vero, una ce l'hai per forza: la dipendenza da pizza. Non ci credi? Lo certifica uno studio dell'Università di Yale: il simbolo della cucina italiana è anche il cibo al quale è impossibile rinunciare.

Ma se vuoi la prova del nove, è il momento di uscire di casa e infilarti nel peggior bar della tua zona. Sicuramente avrà una teca trasparente con all'interno focaccine e pizzette. Di dubbia provenienza e di lunga permanenza in quel contenitore, non assomigliano per nulla alla tua idea di pasto ideale. Però, puoi sinceramente dire di non essere attratto dal quel cubo di pasta con salsa di pomodoro e mozzarella sciolta?

Ecco, non riesci a dire di no nemmeno alla peggior versione della pizza che esista, ora capisci perché è stato incoronato come il cibo che da maggior assuefazione?

Grassi, zuccheri e sale colpiscono l'amigdala, la ghiandola che fa prendere le decisioni al cervello

Sembra che sia proprio l'unione di quei tre ingredienti a mettere in atto i meccanismi della dipendenza: non ne avrei davvero bisogno, ma non ne posso fare a meno. Un insieme di grassi, zuccheri e sale che fa orrore ai tuoi fianchi ma manda in visibilio la tua amigdala, quella minuscola parte del tuo cervello che, in sostanza, ti dice: "ti piace, mangiala e sarai felice".

Hai mai sentito parlare dell'umami? È il quinto gusto che il tuo palato percepisce, dopo dolce, acido, salato e amaro. Ad esempio, il prosciutto crudo stagionato è umami. Ed è una sensazione che alle tue papille gustative piace davvero tanto. Sai cos'altro ha il sapore del quinto gusto? Il formaggio fuso e i pomodori maturi. Già, proprio gli ingredienti base della pizza.

Ma il sapore è in realtà il risultato di un bouquet di sfumature che sembra studiato ad arte. Il gusto pungente dell'impasto lievitato e della mozzarella filante, il dolce della salsa di pomodoro che completa il sapore del formaggio. Se poi ci aggiungi anche qualche cipolla che scaldandosi caramella, troverai il perfetto contraltare ai solfiti che si trovano come conservanti nella salsa.

Non so se te ne sei accorto, ma non ho ancora menzionato un solo alimento salutare. E non è solo la spremuta di grassi saturi e zuccheri a farti venire l'acquolina in bocca. Buona parte del risultato, la si deve al colore. Più la salsa di pomodoro sarà di un rosso intenso, la mozzarella bianca e la crosta d'orata, più la pizza sarà irresistibile per il tuo cervello.

E la consistenza? Una crosta croccante che accompagna la masticabilità del formaggio e l'umido della salsa.

Insomma, forse non te n'eri mai accorto, ma a volte non hai davvero fame e, se ti impegni, puoi resistere al profumo di pizza riscaldata che esce da qualche panetteria. Magari potresti provare a riserbarti lo strappo alla regola solo per una pizza davvero buona, preparata con tutti i crismi e cotta nel forno a legna.

In ogni caso, penso che ormai ti sarà chiara una cosa: quando il cuoco napoletano Raffaele Esposito ha inventato la pizza margherita nel lontano 1889, più che una ricetta ha scoperto una magia. O una maledizione.

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