Soffri di diabete? La camminata può essere uno dei segreti del tuo percorso terapeutico

Un gruppo di diabetologi italiani ha revisionato la letteratura scientifica presente sul tema della camminata associata al diabete. Sulla base di 1872 articoli, i ricercatori hanno stilato una serie di linee guida pratiche per utilizzare (ed eventualmente prescrivere) in modo corretto l’attività fisica all’interno dei percorsi terapeutici per pazienti affetti dalla patologia.
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Kevin Ben Alì Zinati 7 Dicembre 2020
* ultima modifica il 15/12/2020

Lo sport e l’attività fisica ma soprattutto la camminata rientrano a pieno titolo nei percorsi terapeutici per prevenire e trattare il diabete. Migliorano la glicemia e allo stesso tempo ti aiutano tenere a bada la pressione, il sovrappeso e diversi altri fattori di rischio che possono portare con sé complicanze soprattutto a livello cardiovascolare. Dal momento però che i protocolli esistenti non descrivevano in modo chiaro e dettagliato come svolgere l’attività, un gruppo di esperti della Società Italiana di Diabetologia, dell’Associazione Medici Diabetologi e della Società Italiana di Scienze Motorie e Sportive ha così revisionato la letteratura scientifica già esistente. E ha stilato una serie di linee guida pratiche su come eseguire (e nel caso, prescrivere) una giusta attività motoria per il diabete raccogliendole in un articolo pubblicato su Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases e presentato durante la conferenza stampa iniziale del 28° Congresso Nazionale della Società Italiana di Diabetologia.

Come e quanto camminare 

La revisione ha preso in esame 1872 articoli scientifici in inglese dal gennaio 1966 al febbraio 2020 e ha individuato una serie di linee guida per utilizzare la camminata come strumento terapeutico per le persone diabetiche. La camminata, infatti, è tra le attività più semplici e alla portata di tutti e secondo gli esperti, chi soffre di diabete di tipo 2 dovrebbe svolgere tutti i giorni almeno 30 minuti di attività fisica a media o alta intensità.

La camminata, infatti, ha effetti positivi sul metabolismo glucidico e lipidico, sul sistema cardiovascolare, aiuta a perdere di peso e riduce la pressione arteriosa delle persone con diabete di tipo 2. Meglio, suggeriscono, se effettuata “dal vivo” all’aperto e in un parco anche sul tapis roulant in modo da stimolare anche l’aspetto psico-fisico.

Per i pazienti diabetici, poi, è estremamente consigliato anche l’interval training applicato alla camminata: alternare, cioè, 1 minuto di camminata veloce a 1 minuto più lento aiuterebbe molto di più a tenere sotto controllo l’attività cardiorespiratoria rispetto invece a un’attività continua e prolungata.

Per camminare è importante anche scegliere il momento più adatto. Uscire al parco o in strada dopo aver mangiato, per esempio, può aiutare a ridurre i picchi i di glicemia immediatamente successivi ai pasti.

Un’attività utile, secondo gli esperti, è il cosiddetto Nordic Walking, cioè la camminata accompagnata dall’utilizzo di racchette tenute in diagonale. Integrando anche lo sforzo da parte delle braccia, quest’attività sarebbe in grado di aumentare, di fatto, la “fatica” dell’esercizio quasi del 25% offrendo benefici in termini cardiorespiratori e di consumo calorico.

Camminata nordica

In ultimo, oltre alla gestione della camminata, per i ricercatori è importate anche la valutazione del terreno in cui viene svolta: camminare sulla sabbia, sulla neve o nell’acqua aumenta il dispendio energetico proprio come camminare in salita o in discesa. In questo modo si influenzano i parametri metabolici, cardiovascolari e biomeccanici orientandoli verso un miglior stato di salute.

Fonte | "Walking for subjects with type 2 diabetes: A systematic review and joint AMD/SID/SISMES evidence-based practical guideline" pubblicata il 30 ottobre 2020 sulla rivista Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases

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