Un tempo lo chiamavano “svezzamento”; oggi questo termine sopravvive, ma sono sempre di più le mamme consapevoli del fatto che più che all'abbandono del “vizio” del seno l'introduzione del cibo solido nell'alimentazione dei bambini corrisponde al passaggio a un'alimentazione “complementare” proprio al latte materno. Non solo: sono sempre di più anche le mamme consapevoli della non fondatezza dei cosiddetti “cronoinserimenti”, ossia della necessità di seguire un rigido calendario temporale che stabilisce quando iniziare a dare ai piccoli un determinato cibo. Insomma, rispetto a quando sono stati svezzati i bambini che oggi sono i genitori che si devono occupare di svezzare i loro figli, l'approccio è cambiato radicalmente. Attenzione, però: abbandonare i cronoinserimenti non significa permettere di mangiare qualunque cosa a qualsiasi età. Piuttosto, sia quando si sceglie la strada delle pappe sia quando si opta per l'alimentazione complementare a richiesta (il cosiddetto “autosvezzamento”) è importante offrire al proprio bimbo (o alla propria bimba) cibi sani ed equilibrio nutrizionale. Gli lasceresti mangiare, per esempio, i salatini? O pensi che ci sia un'età prima della quale è meglio evitarli?
Prima di tutto dovresti chiederti se i salatini possono essere considerati cibo “sano”. Puoi rispondere a questa domanda leggendo l‘etichetta di una confezione a caso. Dato che ne esistono di diversi tipi, io ho deciso di prendere ad esempio una confezione mista (contenente mini bretzel, stick e diversi biscottini salati) di una delle marche dal maggior successo commerciale. Gli ingredienti sono numerosi – come è possibile aspettarsi anche per il solo fatto che stiamo prendendo in considerazione un mix di salatini diversi, alcuni con semi di sesamo, altri con semi di papavero, altri ancora al formaggio. Qualche dettaglio dovrebbe però saltare subito all'occhio.
Perché questi dettagli dovrebbero saltarti all'occhio? Ti ho già spiegato qual è il problema con l'olio: sarebbe meglio se si trattasse prevalentemente di una fonte di acido oleico anziché di omega 6. Per quanto riguarda invece sale e zucchero, sarebbe meglio non abituare i bambini né a un'alimentazione troppo salata, né a un'alimentazione troppo dolce.
Già tempo fa ho avuto modo di parlarti di zuccheri aggiunti e alimentazione dei bambini. E già in quell'occasione ti avevo raccontato di come gli zuccheri aggiunti possano nascondersi in insospettabili cibi salati. Il consiglio a difesa della salute presente e futura dei piccoli di casa è di evitarli nei primi 2 anni di vita e di limitarli a non più di 6 cucchiaini al giorno (circa 25 grammi) fino a tutta l'adolescenza. Raggiungerli non è difficile: tra un biscotto, una fetta di torta, uno snack e un succo di frutta è facile superare il limite. Per questo ti direi: se ti preoccupano gli zuccheri aggiunti, evita di dare salatini ai tuoi bambini almeno fino a che non avranno compiuto 2 anni. Dopo, vacci piano.
L'aspetto che più mi preoccupa dal punto di vista nutrizionale è però proprio la quantità di sale, che se assunto in quantità eccessive può mettere a dura prova la salute cardiovascolare. Il problema è il sodio, uno degli elementi da cui è formato il comune sale ad uso alimentare. Diverse linee guida suggeriscono di non far superare ai bambini piccoli (2-3 anni) 1 grammo al giorno, corrispondente a circa 2,5 grammi di sale – praticamente quanto ce n'è in circa 85 grammi dei salatini che ho preso come esempio. È vero, probabilmente non hai intenzione di far mangiare un etto di salatini al tuo bambino, ma devi tenere presente che nel corso della giornata assumerà sodio anche sotto forma di molti altri alimenti e che, proprio perché ricchi di sale, i salatini faranno aumentare facilmente la dose giornaliera (ancor più perché, come ci siamo già detti, uno tira l'altro).
C'è poi un ulteriore fattore da prendere in considerazione: la forma dei salatini. Alcuni (come gli stick) non presentano il rischio di soffocamento. Diverso è il discorso per quelli che hanno una forma e una dimensione tali da rischiare di incastrarsi nelle vie respiratorie dei bambini: così come sono fatti, non sono adatti all'alimentazione dei più piccoli, a meno che tu non decida di darglieli tagliati in un formato sicuro.
Tenendo conto di tutti questi fattori, direi che non c'è nessuna fretta di introdurre i salatini nell'alimentazione di un bambino. Se hai a cuore la questione degli zuccheri aggiunti, ti consiglio di evitarli almeno fino al compimento dei due anni; dopodiché, limitali a un consumo occasionale e in piccole dosi per non esagerare non solo con lo zucchero ma nemmeno con il sale, e fai attenzione al formato: un bastoncino sottile non è pericoloso, un salatino che può incastrarsi nella trachea come una monetina o una nocciolina sì.
Come sempre, la decisione migliore che tu possa prendere è quella dettata dal buon senso. Non esistono cibi da demonizzare ad ogni costo, ma cibi che possono essere consumati più o meno spesso all'interno di un'alimentazione sana ed equilibrata. Da questo punto di vista, meglio riservare i salatini al ruolo di snack una tantum non solo da bambini ma anche da adulti.