Togo, il cane eroe che salvò una cittadina dell’Alaska da un’epidemia di difterite

Percorse 480 km tra montagne e insenature in un clima rigido con temperature ben sotto lo zero. Testardo e determinato, Togo è il cane eroe che ha permesso di far arrivare in una cittadina dell’Alaska, le unità di siero necessarie per fermare un’epidemia di difterite dilagante.
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Rubrica a cura di Gaia Cortese
5 Marzo 2021

L'influenza spagnola del 1918 contagiò mezzo miliardo di persone uccidendone almeno 50 milioni. Con ogni probabilità è stata una delle pandemie più terrificanti dell'ultimo secolo, e purtroppo se ne contano a decine di epidemie che hanno diffuso paura e preoccupazione a causa della loro contagiosità, non ultima quella che ha stravolto il nostro quotidiano da un anno a questa parte.

Tra le varie epidemie del passato, nel 1925 una malattia mortale iniziò a mietere vittime tra i bambini di una piccolissima città in Alaska: Nome. La quarantena, un approvvigionamento di fiale di siero per trattare la malattia e un cane salvarono  adulti e bambini di questa città di cercatori d'oro.

Il cane in questione è stato celebrato addirittura con una statua commemorativa al Central Park di New York: un cane robusto ritratto in una posa eroica, alla cui base si trova un'incisione che riporta il suo nome, Balto. In verità il suo nome era Togo e il suo proprietario era un immigrato norvegese reinventatosi come allevatore, Leonhard Seppala.

Come è diventato un eroe Togo? La vicenda è andata così. Nome è una cittadina di frontiera sulla costa occidentale dell’Alaska. Nel 1925 si scatena una vera e propria epidemia: si tratta di difterite, un’infezione batterica che colpisce le vie respiratorie superiori e che può essere letale. A dicembre i bambini Iñupiaq morti per difterite sono due, un mese dopo sono già raddoppiati e si parla di altri contagi nelle comunità limitrofe alla cittadina di Nome.

Curtis Welch, medico della città, rende effettiva la quarantena e invia un telegramma ad Anchorage, una delle più grandi città dell'Alaska, chiedendo di inviare almeno un milione di unità di siero per l’epidemia di difterite che sta scoppiando. Quell'anno l'inverno è rigido, il porto è congelato e gli aerei non possono né volare né atterrare in sicurezza. Gli oltre mille chilometri che separano la ferrovia di Nenana e Nome possono essere coperti solo in una maniera alternativa: una slitta trainata dai cani. Ed è così che Leonhard Seppala, allevatore di cani e famoso musher, viene chiamato per offrire il suo aiuto.

Non ho mai avuto un cane migliore di Togo.

Leonhard Seppala

Anni prima Seppala aveva ricevuto da un esploratore norvegese, tale Roald Amundsen, una cucciolata di cani da slitta, per l'esattezza dei Siberian Husky; il suo compito avrebbe dovuto essere quello di addestrarli per raggiungere il Polo Nord dell’Alaska. La spedizione viene abbandonata, ma i cani addestrati da Seppala, permettono al loro “nuovo” proprietario, non solo di gareggiare in diverse competizioni di velocità e resistenza, ma anche di avere un ruolo decisivo in quella che poi sarebbe stata chiamata la "corsa del siero".

Tra i cani di Seppala, ce n'è uno in particolare che inizialmente non mostra grandi doti nello sleddog, ma successivamente tutti dovranno ricredersi. Si chiama Togo, ha il pelo tanto chiazzato da sembrare quasi sporco; è testardo, determinato e profondamente legato al suo addestratore. Se nei primi viaggi si trova sempre in fondo alla muta, a poco a poco guadagna posizioni fino a trovarsi in prima fila e a diventare il leader del branco.

Togo è il cane che percorre il tratto più lungo e pericoloso della staffetta organizzata per consegnare l'antitossina: copre la distanza di circa 480 km (contro i 170 km tra andata e ritorno del cane Balto) tra montagne e insenature, nelle condizioni climatiche più rigide che si possano immaginare.

È lui il cane eroe che è riuscito a salvare gli abitanti di Nome dall'epidemia di difterite. Dopo la sua morte, Togo è stato imbalsamato e oggi si trova esposto in una sala dell’Iditarod Trail Headquarters Museum di Wasilla, in Alaska. Ispirandosi alla sua storia, nel 2019 è stato anche realizzato il film "Togo – Una grande amicizia", prodotto da Walt Disney Pictures: non poteva che essere così, per restituire a questo cane tutta la gloria che si è meritato.

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