Tracce di Sars-Cov-2 nelle acque di scarico, l’ISS: “Non è contagioso e aiuterà a tracciare i focolai epidemici sul territorio”

Uno studio del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità ha individuato tracce di materiale genetico del nuovo Coronavirus in 2 campioni di acque di scarico raccolte a Milano e in tutte le analisi condotte sulle fogne della zona orientale di Roma. L’Rna ritrovato non indica necessariamente un virus attivo e contagioso ma la sua presenza diventerà importante, soprattutto nell’imminente Fase 2, per tracciare la diffusione del Coronavirus e i focolai accesi sul territorio.
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Kevin Ben Alì Zinati 24 Aprile 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Come mappare l’espansione del Coronavirus sul territorio? I tamponi naso faringei individuano chi è attualmente infetto e in combinazione con i test sierologici per la ricerca degli anticorpi neutralizzanti, che invece rintracciano chi il virus l’ha già preso e smaltito, sono gli strumenti che oggi ci aiutano a definire il quadro della diffusione della pandemia. Ma uno studio del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità suggerisce che anche le acque di scarico possono diventare fattori determinanti per tracciare la presenza di un focolaio epidemico.

I ricercatori, infatti, hanno individuato tracce di materiale genetico del nuovo Sars-Cov-2 analizzando campioni di acque raccolti nelle città di Milano e Roma. Se te lo stai domandando, ti tolgo subito il timore: non c’è nessun pericolo di contagio dalle acque poiché è stato ritrovato dell’Rna virale, che non rappresenta necessariamente un virus attivo e infettivo. Ma c’è anche un’altra buona notizia: il fatto che tracce del virus resistano nelle acque di scarico, offre uno strumento veloce e non invasivo per controllare il cammino dell’epidemia.

Lo studio

Il Reparto di Qualità dell’Acqua e Salute del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità ha portato avanti l’analisi delle acque di scarico seguendo quanto già fatto da diversi altri studi internazionali eseguiti in Olanda, Massachusetts, Australia e Francia. Sotto la guida della dottoressa Giuseppina La Rosa, il gruppo di ricerca ha analizzato un gruppo di 8 campioni di acque di scarico raccolti dal 3 al 28 febbraio nella città di Milano e dal 31 marzo al 2 aprile a Roma. E dai risultati è emersa la presenza dell’RNA del nuovo Coronavirus in 2 dei campioni milanesi e in tutti i campioni prelevati nell’area orientale di Roma.

Nessun pericolo

Leggendo della presenza di tracce genetiche del virus nelle acque, potresti aver pensato non a una buona notizia ma che, invece, c'era da aggiungere un altro pericolo al già grande e pericoloso numero di possibilità con cui puoi contagiarti di Sars-Cov-2.

L'analisi delle acque è uno strumento meno invasivo e più rapido per rilevare le infezioni nella popolazione

Come ti ho accennato all'inizio però, non vi è alcun pericolo di contagio da queste acque poiché il virus conferma l’Iss, non è attivo. Lo ha spiegato nella nota dell’Istituto il direttore del Reparto Qualità dell’Acqua e Salute Luca Lucentini: “Il ciclo idrico integrato, cioè il processo che comprende potabilizzazione delle acque e sistemi di fognatura e depurazione, è certamente sicuro e controllato rispetto alla diffusione del virus responsabile di Covid-19, come anche di altri patogeni”.

Le prospettive

Vista l’importanza e l’efficacia dell’analisi, ora il reparto sta estendendo la ricerca ad altri campioni di acque di scarico provenienti da una rete di raccolta in diverse regioni d'Italia. Il controllo delle acque in fognatura sarà dunque uno strumento più rapido e meno invasivo rispetto ai tamponi o ai test per la ricerca degli anticorpi, che come ci ha spiegato il professor Clementi funzionano come i normali esami del sangue. Secondo l’Iss, inoltre, lo studio delle acque di scarico avrà un ruolo decisivo nella Fase 2 verso cui ci stiamo avvicinando giorno dopo giorno. “La sorveglianza potrà essere utilizzata per monitorare in modo indiretto la circolazione del virus ed evidenziare precocemente una sua eventuale ricomparsa, consentendo quindi di riconoscere e circoscrivere più rapidamente eventuali nuovi focolai epidemici”.

Fonte| ISS

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