Traffico illegale di cavallucci marini in Puglia: la specie protetta viene uccisa per diventare un liquore

La denuncia di un ambientalista segnala il traffico illegale di cavallucci marini e delle olutorie, i cosiddetti cetrioli di mare. Pescati nel mar Piccolo e nel mar Grande di Taranto, vengono rivenduti a prezzi esorbitanti ai commercianti asiatici. Il fatto rappresenta un grave danno ambientale per il nostro ecosistema marino.
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Gaia Cortese 1 Marzo 2019

Vittime di un traffico illegale e di un mercato clandestino che arriva fino in Cina, dove vengono venduti a prezzi altissimi. È allarme per i cavallucci marini pescati illegalmente nel mar Piccolo e nel mar Grande di Taranto per essere venduti come potenti afrodisiaci o per realizzare un pregiato liquore.

Secondo la denuncia dell'ambientalista Luciano Manna gli esemplari di questa specie protetta sarebbero venduti per pochi euro al chilo ai commercianti asiatici che, alla fine della filiera, li rivenderebbero sul mercato a prezzi esorbitanti. Cavallucci marini esposti in eleganti confezioni dove ne viene indicata chiaramente la provenienza geografica: "Italia, Mediterraneo" per attestarne la rinomata qualità.

Manna ha lanciato l’allarme segnalando il mercato illegale attraverso il sito VeraLeaks. I contatti con i clienti vengono allacciati tramite l’app di messaggeria istantanea WeChat (Weixin), la più diffusa in Cina. Così, verso il mercato cinese non solo viaggiano i cavallucci marini, ma anche le oloturie, i cosiddetti cetrioli di mare, causando un ingente danno ambientale al nostro ecosistema marino.

Come funziona il traffico

La filiera, che vuole passare per “certificata”, sembra avvalersi dell’attività di alcuni pescatori locali che inizialmente venderebbero il prodotto ad un intermediario. I volumi e i guadagni sarebbero molto alti: per le oloturie, per esempio, si parte da un minimo guadagno di circa 80 centesimi di euro al chilo del pescatore locale, ai 50 euro al giorno per chi si occupa della pulizia del prodotto. Prodotto che poi voiene venduto a 7 euro al chilo allo spedizioniere, che a sua volta lo immette nel mercato cinese a cifre altissime (dai 200 ai 600 dollari al chilo). Sempre secondo l'ambientalista Luciano Manna si tratterebbe di "affari milionari generati da ecoreati che devastano il nostro già compromesso equilibrio marino".

Oloturie essiccate in vendita nella città di Hong Kong, in Cina.

Le oloturie sono molto richieste dal mercato della ristorazione asiatica, ma non vengono solo utilizzate per uso alimentare: anche nel settore della cosmesi e in quello della medicina le richieste sono alte. I cavallucci marini invece vengono impiegati nella produzione di un particolare liquore pregiato, dove il cavalluccio marino viene posto in una bottiglia e lasciato a macerare nell'alcool.

La denuncia di Marevivo

L'associazione Marevivo, dopo insistenti pressioni, era riuscita a ottenere il decreto ministeriale del 27 febbraio 2018 per il divieto di pesca e di commercializzazione delle oloturie, almeno fino al 31 dicembre 2019. Nonostante questo divieto, il mercato illegale di oloturie e di cavallucci marini che parte dai mari di Taranto, non è mai stato fermato.

“Quanto accaduto rende ancora più evidente la necessità di estendere in via definitiva il regime di tutela delle oloturie – afferma Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo -. I cetrioli di mare sono fondamentali anche se spesso vengono considerati animali di serie B. La loro commercializzazione, così come quella dei cavallucci marini, è un eco-reato efferato che non può e non deve rimanere impunito. Le risorse del mare sono un bene fondamentale per tutti e non un profitto per pochi».