
Il termine tromboflebite indica un’infiammazione della parete di una vena in cui si forma un coagulo di sangue che non permette o rende più difficoltoso il passaggio di sangue. Quel coagulo si chiama trombo. La mancata circolazione del sangue o comunque la maggiore difficoltà di passaggio fa sì che la vena diventi edematosa, irritata e dura al tatto.
Ecco da cosa si può notare la formazione di una tromboflebite, quando la gamba o meglio una sua parte è:
Presta attenzione a quello che sembra un dettaglio ma non lo è: non è detto che maggiore sia il numero di sintomi più sia grave il problema, anzi quando è di tipo profondo spesso non dà sintomi eppure la forma è quella più seria.
Devi sapere che la tromboflebite non colpisce solo le gambe ma anche vene di braccio e collo e i motivi per cui insorge sono vari. Può essere di due tipi in base a al tipo, o meglio dove si trovano, le vene che colpisce:
La seconda è una condizione importante da scoprire e curare perché se protratta nel tempo può portare a situazioni serie come insufficienza venosa cronica, con edema, dolore, pigmentazione cutanea da stasi e ulcere.
In generale possiamo dire che le cause principali e i fattori di rischio sono:
Le tromboflebiti profonde sono quelle più serie e che possono causare altri problemi altrettanto seri come:
embolia polmonare
Ictus
infarto miocardico acuto.
La diagnosi di trombosi venosa superficiale è clinica e confermata dall’eco-color-doppler, un esame strumentale utile a:
Molto importante è verificare la durezza della vena: se è dura e non si lascia schiacciare c'è qualcosa che non va.
Per confermare la diagnosi in certi casi possono essere necessari altri esami strumentali come la venografia, TAC ed RMN della zona coinvolta.
Il trattamento che serve deve risolvere il problema ma anche evitare che si ripresenti in futuro. Senza dubbio il trattamento è diverso a seconda che si tratti di una tromboflebite superficiale o profonda. Per esempio la forma superficiale normalmente regredisce da sola, eventualmente si usano bendaggio elasto-compressivo, farmaci antidolorifici e antiinfiammatori topici quando espressamente consigliato dal medico. Talvolta si associa anche l’eparina, per circa un mese, che serve per fluidificare il sangue.
Nel caso della forma profonda, invece, il primo passo è quello di evitare l’embolia polmonare grazie ad un anticoagulante. Poi, in base al soggetto si decide cosa fare:
Come avrai capito arrivando fin qui, molto dipende dal soggetto e anche dalla forma da cui viene colpito. In linea di massima se non ci sono complicazioni il tutto può risolversi in una settimana o due. In rari casi, la tromboflebite può causare dolore molto intenso ma anche impossibilità di movimento.
Ecco con un semplice elenco qualche buon consiglio per cercare di evitare la tromboflebite:
Fonte| PennMedicine