Una ragazza in tenuta da sci a 2000 metri, ma senza neve: la foto della crisi climatica di Natale

Niente neve, temperature record che ricordano la primavera e scatti che immortalano montagne spoglie, persone che vogliono sciare, ma senza poterlo fare. Quali sono i rischi di questo clima anomalo di Natale?
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Mattia Giangaspero 27 Dicembre 2023

Quello appena trascorso è stato, per molti, un Natale un po' anomalo e non parliamo di tradizioni venute meno o cambi di programma sulle festività, ma di un Natale anomalo dal punto di vista climatico. Possiamo azzardare che forse più che parlare di Natale, si sarebbe dovuto parlare di Pasqua vedendo le temperature. Quel che ancora va sottolineato è che, quanto è e sta accadendo a livello meteorologico, sia stato tutto preventivato. In sostanza sapevamo già di passare delle feste al caldo e fino a qui, quel che si può pensare è: "tutto normale, a questo serve la climatologia". Tutto vero, ma il fatto che sia stato tutto già preventivato fa anche capire come questa non è più così un'anomalia, ma una nuova normalità. Ti abbiamo già parlato quest'estate di "Zero termico in alta quota", cosa comporta questo fenomeno. A parlare a Ohga è stato il Direttore Istituto per la Bioeconomia del Cnr, Giorgio Matteucci il quale, alla domanda " sull'aumento delle temperature lo zero termico e cosa potrebbe accadere in futuro alle nostre montagne", ha risposto:

Questa è stata un'estate particolare e poi è di questa settimana la notizia che per ben 5 giorni consecutivi anche lo zero termico alla Capanna Margherita è sempre stato superato ed è la prima volta che avviene da quando sono cominciate le misurazioni. La stessa identica situazione è anche avvenuto in un'altra stazione d'alta quota (oltre i 4mila metri) in Svizzera. Anche io le ho fatto qualche esempio all'inizio per argomentare gli impatti che ci sono e ci sarebbero se tutto questo dovesse registrarsi ancora in futuro. Questi impatti potranno essere locali, quindi legati alla catena montuosa, ma anche nelle zone a valle. Lo zero termico oltre i 4mila metri provoca impatti in zone che non sono presidiate normalmente dall'uomo in condizioni normali. In sostanza gli impatti potrebbero essere: modifica del paesaggio e del permafrost, ovvero quelle aree di terreno sotto il suolo congelate che tengono insieme le nostre montagne. Più si sale per arrivare allo zero termico più potrebbero esserci situazioni di instabilità dei nostri pendii in alta quota.. Invece per la parte a valle certamente l'impatto sarebbe maggiore in quanto intaccherebbe anche l'essere umano, nel caso in cui non dovesse più nevicare per le alte temperature.

Il deflusso di neve sciolta e quindi di acqua non andrebbe a riempire i nostri fiumi, che a loro volta avrebbero bacini sempre più svuotati. Non ci sarebbe la stessa quantità di acqua di adesso per l'irrigazione delle campagne e non si riuscirebbe a raffreddare in ‘modo naturale' le centrali elettriche. Questo lo tengo a precisare perchè se le temperature dovessero essere costantemente elevate l'impatto non si vedrebbe solo nel settore agricolo, ma anche in quello industriale.

Ecco, dalla prima settimana di Agosto in cui sono uscite le prime notizie sullo zero termico da record, sono passati oltre 4 mesi e ancora oggi dobbiamo parlare di Zero termico. Ci troviamo in pieno inverno e per la prima volta in assoluto si sono toccati 0°C oltre i 33oo metri di altitudine.

Tutto questo comporta seri problemi alle montagne che peggiorano la loro condizione di salute. I ghiacciai si sciolgono, il permafrost è fortemente sotto pressione e tutto questo potrebbe causare un'aumento di frane e crolli di parti rocciose. Infatti con uno zero termico così alto in quota calano anche le precipitazioni nevose. Uno dei massimi esperti in climatologia, Giulio Betti del Cnr in un'altra intervista a Ohga ha raccontato come "per la neve purtroppo ci troviamo con un -44% di nevosità complessiva in Italia a dicembre rispetto al 2022". E la notizia, purtroppo, è proprio che la comparazione non è con il 2013, dieci anni fa quindi, ma con l'anno scorso. Ci troviamo con quasi la metà della neve in meno rispetto a solamente un anno fa.

E infine arriviamo forse a qualcosa che più potrebbe colpire di più. Un'immagine… anzi una galleria di scatti del fotografo Michele Lapini, che possono fungere un po' da censimento di quella che è la situazione attuale sulle montagne italiane. Il Monte fotografato è il Monte Cimone. Ci troviamo in Emilia Romagna a 2000 metri e questa è la neve presente con 8 gradi di temperature.

Scorrendo la galleria di foto postate sul suo profilo instagram è stata immortalata anche una ragazza in tenuta da scii con tutta l'attrezzatura sul tapis roulant per poter sciare, mentre intorno a se, nei giorni delle feste di Natale non c'era neanche un po' di neve.

Questo è stato il commento del fotografo:

"La crisi climatica va dritta per la sua strada, mostrandoci ogni giorno e con episodi ripetuti e uguali in quale direzione stiamo andando. Nell’Appennino Tosco-Emiliano invece si continua per un’altra strada, quella della costruzione di nuovi impianti (Corno alle Scale) e potenziamento dell’innevamento artificiale. Il prossimo anno si dovranno stanziare altri milioni di soldi pubblici per rimpinguare le casse private.
Fino a quando continueremo a non guardare il baratro verso cui stiamo precipitosamente andando? Fino a quando la collettività sarà disposta a pagare per le decisioni anacronistiche e modelli di sviluppo dannosi?"

Credit foto |Michele Lapini