Virus, vespe e calabroni asiatici: oggi come ieri, le api continuano a essere in pericolo

In Italia e negli Stati Uniti dei pericolosi esemplari di vespe e calabroni provenienti dai paesi asiatici rischiano di decimare le colonie delle api. In Gran Bretagna, invece, un virus in piena diffusione impedisce loro di volare, condannandole alla morte. Le api, oggi come ieri, continuano a essere in pericolo.
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Sara Del Dot 4 Maggio 2020

In questi mesi abbiamo assistito all’incredibile fenomeno della natura che, privata dell’invasiva presenza dell’uomo, ha ripreso i propri spazi rigenerandosi e rinforzandosi. Eppure, purtroppo, alcune cose sembrano non cambiare mai. Come ad esempio la progressiva riduzione del numero di diverse specie a rischio. Per una ragione o per l’altra. Le api ad esempio, a cui dobbiamo la produzione di gran parte del cibo che arriva sulle nostre tavole, da anni sono in pericolo di estinzione, per differenti motivi. Dai pesticidi, all’inquinamento, ai virus, questi piccoli impollinatori sono tanto fondamentali per la nostra sopravvivenza quanto poco tutelati da chi, da essi, dipende. In questo periodo, poi, i pericoli per la salvaguardia delle api sembrano provenire da ogni dove e si aggiungono a quelli che conosciamo già.

Vespe pericolose

Avresti mai pensato che le api, con il loro pungiglione e l’importante funzione che esercitano sul Pianeta, potessero avere un predatore che rischia di decimarne la popolazione? Ebbene, questo predatore esiste. Si tratta di una vespa chiamata mandarinia, originaria dei paesi asiatici che è stata recentemente trovata anche negli Stati Uniti, dove sta compiendo una vera e propria strage. Diversi apicoltori hanno infatti raccontato di aver trovato presso le loro arnie migliaia di carcasse decapitate. Un pericolo vero e dannosissimo, che gli esperti stanno cercando di arginare per evitare che questi insetti, che possono arrivare fino a una grandezza di 8 centimetri, possano diffondersi sempre di più mettendo in serio pericolo le popolazioni di api in America e di conseguenza i preziosi ecosistemi che contribuiscono a mantenere.

Un esemplare di vespa mandarinia

Anche in Italia, però, un’ombra incombe sulla sopravvivenza dei piccoli impollinatori. E anche in questo caso si tratta di una vespa. Chiamata velutina, si tratta di una specie arrivata anni fa dalla Cina in Francia e conseguentemente approdata in Italia, in Liguria, e sconfinata in Toscana di recente. Chiamata anche la killer degli alveari, la velutina rischia di compromettere l’intera apicoltura della regione e, se si espandesse, dell’Italia intera. Per questo ora, nella stagione primaverile, apicoltori e agricoltori si sono operati per posizionare trappole e catturare così le regine, la cui eliminazione comporta l’impossibilità delle colonie di riprodursi.

Virus nocivi

Anche in Gran Bretagna le colonie di api sono in pericolo, non a causa di un altro insetto ma per qualcosa di ancor meno visibile e impercettibile, i cui danni però possono essere davvero notevoli. Si tratta di un virus, un batterio che, diffondendosi rapidamente tra gli esemplari, sta facendo tabula rasa degli alveari inglesi. Gli effetti di questo batterio, ricondotto dagli esperti a un nuovo ceppo da paralisi cronica, sono l’impossibilità per le api di volare e la perdita del pelo sull’addome. Secondo uno studio apparso su Nature Communication, la malattia si diffonde maggiormente negli apiari degli apicoltori che importano api da miele e le allevano su scala industriale, ovvero in spazi molto stretti rispetto al numero di esemplari che vi si trovano dentro. Ma gli studi per capire portata e origine di questo patogeno sono ancora in corso.

Insomma, oggi come ieri la sopravvivenza delle api è ancora a rischio, un rischio che proviene da più fronti e che è sempre più complicato capire e anticipare.