
Le alluvioni sono sempre più frequenti, specialmente dopo prolungati periodi di siccità. Quello che è successo in Emilia Romagna qualche mese fa è stato solo un'ulteriore conferma. Ma c'è una strategia di pianificazione ingegneristica urbana che ci potrebbe permettere di "sfidare" questi fenomeni naturali o, quantomeno, arginarne i danni: le città spugna.
Ce lo spiega il nome: sono città progettate o riprogettare per assorbire l'acqua piovana e di piena (quindi anche nei casi di alluvione) per poi riutilizzarla.
Oggi raccogliamo la maggior parte dell'acqua piovana in bacini di cemento e abbiamo costruito megalopoli che eliminano la capacità del terreno di assorbire i liquidi. L'idea di città spugna prevede invece che siano proprio le strutture e le infrastrutture della città a raccogliere le risorse idriche, con soluzioni di ingegneria ecologica.
Gli ingredienti principali sono: materiali drenanti per le costruzioni, parchi naturali, tunnel sotterranei, palazzi coperti di verde e bacini di raccolta.
I progetti tramite cui si può trasformare una città "normale" in una città spugna sono:
Whuan è già una città spugna. Qui sono stati attuati 228 progetti per la realizzazione di una città spugna, tra cui grattacieli capaci di stoccare l'acqua piovana.
Copenaghen, invece, dal 2011 ha attuato un piano per prevenire le alluvioni e ridurre i gas serra: ricoprire l'asfalto di alcune zone con materiali erbosi e costruire in un'area di 22mila metri quadri un bacino per raccogliere l'acqua piovana e renderne riutilizzabile il 70%.
Ci sono moltissime altre città che si stanno muovendo in questa direzione: Berlino, Melbourne, Londra e anche Milano, dove entro il 2030 dovrebbero essere spesi 50mln di euro in 90 progetti ingegneristici con questo scopo che interessano 32 diversi comuni dell'hinterland milanese.
Il motivo per cui sarebbe utile e importante attuare modelli di questo tipo, forse ad oggi è scontato. Abbiamo visto quello che è successo in Emilia Romagna, nelle Marche, sappiamo quello che potrebbe succedere a Venezia. E più in generale, basta guardare la crescita nel numero di alluvioni causate da pioggia in Italia per rendersene conto.
Se si guarda la mappa dell'osservatorio nazionale città e clima di Legambiente, infatti, la differenza tra il numero di eventi estremi causati da pioggia in Italia tra la mappa del 2010 e quella del 2022 salta subito all'occhio.
Gli eventi estremi sono in aumento e, come si vede anche nell'ultimo grafico della NASA, anche il livello del mare è salito molto 1993 ad oggi.
Le città spugna potrebbero essere, quindi, una strategia che, prendendo ispirazione dai processi della natura, allo stesso tempo ci permette di tutelarla e tutelarci.