A Catania si fa la storia: per la prima volta in Italia realizzato un trapianto di utero da donatrice deceduta

La paziente trapiantata, una 29enne catanese, oggi sta bene ed è in buona salute. I medici nei prossimi giorni valuteranno l’effettiva riuscita dell’intervento e se il quadro clinico sarà stabile, tra un anno si procederà alla seconda fase dell’operazione che permetterà alla giovane di portare a termine una gravidanza mediamente assistita. Il trapianto rientra nel primo protocollo sperimentale approvato nel 2018.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 24 Agosto 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

La bandierina l’ha piazzata Catania. Il primo trapianto di utero in Italia è stato portato a termine proprio al Centro Trapianti del Policlinico siciliano in collaborazione con l'Azienda ospedaliera Cannizzaro su una donna di 29 anni affetta da una rara malattia congenita che l’ha privata dell’organo fin dalla nascita. La donatrice invece è una donna di 37 anni, originaria di Firenze, di cui era stata certificata la morte cerebrale. Forse non lo sai ma è la prima volta che nel nostro paese viene realizzato un trapianto di utero da donatrice deceduta. L’intervento rientra nel protocollo sperimentale approvato dal Centro nazionale trapianti nel 2018. Oggi la donna trapiantata sta bene ed è in ottima salute, nei prossimi giorni si valuterà l’effettiva riuscita dell’intervento per poi, tra un anno, passare alla fase successiva: portare a termine una gravidanza assistita.

La storia

La giovane donna di 29 anni è nata con la sindrome di Rokitansky: si tratta di una rara malformazione congenita che comporta l’assenza dell’utero e delle tube e che, secondo le stime, colpirebbe una donna ogni 10mila. A giugno 2019 il Centro nazionale trapianti insieme al Centro regionale della Sicilia hanno iniziato la ricerca di una donatrice compatibile per il trapianto. In questi 14 mesi erano arrivate diverse potenziali segnalazioni ma nessuna si era poi realmente concretizzata fino a quando, grazie alla collaborazione con il Centro regionale della Toscana, è stata finalmente trovata la donatrice compatibile: una donna fiorentina di 37 anni deceduta a causa di un arresto cardiaco improvviso che aveva avuto gravidanze terminate con parto naturale e che, in vita, aveva espresso il proprio consenso alla donazione. L’utero è stato quindi prelevato insieme a tutti gli altri organi idonei alla donazione e trasportato in aereo a Catania dove è stato trapiantato alla 29enne.

I prossimi passi

Oggi la ragazza sta bene e appena l’équipe di medici confermerà la piena riuscita dell’intervento e il suo quadro clinico sarà stabilizzato si partirà con la seconda fase del protocollo sperimentale che porterà a una gravidanza medicalmente assistita. Se anche questa procederà positivamente, il parto avverrà poi tramite taglio cesareo e, a nascita avvenuta, si procederà all’inverso con la rimozione chirurgica dell’utero: l’obiettivo è quello di evitare alla donna un’altra terapia immunosoppressiva necessaria per scongiurare il rigetto dell’organo. Per farti capire la portata dell’intervento ti posso dire che finora sono stati eseguiti circa 70 trapianti di utero nel mondo, ma l’80% di questi è avvenuto grazie a donazioni da pazienti ancora in vita. Ad oggi sono nati solo tre bambini da donatrice deceduta: uno in Brasile e due negli Stati Uniti.

Il protocollo sperimentale

In Italia, il protocollo sperimentale per il trapianto di utero è stato approvato nel 2018 all’Ospedale Cannizzaro di Catania. Prevede un percorso clinico-assistenziale di 3 anni finalizzato per un massimo di 2-3 pazienti all’anno e ha un obiettivo duplice: fare in modo che il trapianto vada a buon fine e che l’organo sia pienamente funzionante, per portare così a termine una gravidanza assistita e il conseguente parto tramite cesareo.

Ad oggi sono nati solo tre bambini da donatrice deceduta: uno in Brasile e due negli Stati Uniti

Ti stai chiedendo chi può accedere al protocollo? Ecco: le donne che fin dalla nascita sono affette da infertilità assoluta dovuta all’assenza dell’utero (quindi patologie come la Sindrome di Mayer-Rokitanski-Kuser-Hauser) o legata ad isterectomie per neoplasie o complicanze ostetriche.

Fonte | Ministero della Salute

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.