A Ponza una mamma capodoglio e il suo cucciolo morti impigliati in una rete da pesca

Una mamma capodoglio e il suo cucciolo sono rimasti impigliati in una rete da pesca e sono morti così. La segnalazione dell’associazione ambientalista Marevivo e l’intervento della Guardia Costiera non sono stati sufficienti per salvare i due cetacei. Si tratta purtroppo del secondo incidente nel giro di pochi giorni nelle acque del Mar Tirreno.
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Gaia Cortese 21 Giugno 2019

Scene di questo tipo non le vorremmo mai vedere. Una mamma capodoglio con il suo piccolo riversi in mare, senza più vita. È accaduto mercoledì scorso, a otto miglia dalla costa dell'isola di Palmarola, vicino a Ponza. In seguito ad una segnalazione da parte della onlus Marevivo, la Guardia Costiera si è recata sul posto con una motovedetta guidata dal comandante Fabio Odorico, e ha potuto solo constatare la morte dei due animali, ormai in avanzato stato di decomposizione. La mamma capodoglio e il suo cucciolo erano ormai semisommersi e alla deriva. Impossibile soccorrerli.

La dinamica dell’incidente è quanto più straziante si possa immaginare. La rete da pesca era strappata e in parte impigliata nella bocca della madre, mentre il corpo del cucciolo era completamente avvolto nella rete. Questo fa pensare che probabilmente il piccolo capodoglio è rimasto impigliato in una rete da pesca, e la madre, nel tentativo di liberarlo, è finita intrappolata con il suo cucciolo.

"Ringraziamo l’intervento della Guardia Costiera, con cui Marevivo collabora attivamente da anni, che ha svolto un eccellente lavoro. Il dramma di questa mamma è un dramma di tutti noi – ha dichiarato Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo -. La morte di due giganti del mare è già di per sé una perdita per il nostro patrimonio ecosistemico, ma sapere che questi cetacei sono morti a causa dell’uomo e in circostanze tanto strazianti rende l’accaduto ancora più grave. Non dobbiamo cambiare solo i nostri comportamenti, ma il nostro sistema di valori per capire e sentire davvero che il male che facciamo all’ambiente, lo facciamo a noi stessi".

Viene da chiedersi cosa stia succedendo nei nostri mari. L’incidente al largo dell’isola di Palmarola è solo l'ultimo di una lunga serie di ritrovamenti di capodogli morti. Settimana scorsa sulle spiagge di Ostia, era stata ritrovata un'altra carcassa, appartenente a un cucciolo di capodoglio. E dal mese di marzo i casi di spiaggiamenti di cetacei lungo le coste italiane sono arrivati a otto. Altra notizia poco confortante quella del ritrovamento di una tartaruga marina sulla spiaggia di Focene, a poca distanza dalla città di Fiumicino, morta per aver ingerito troppa plastica.

È chiaramente una situazione che preoccupa associazioni ambientaliste come Marevivo, che sul caso dei due capodogli morti così si è espressa: "Si tratta di animali protetti dalla Convenzione di Barcellona e dall'Accordo di Monaco sui cetacei. L'Ufficio circondariale marittimo di Ponza ha provveduto ad informare del ritrovamento tutti gli enti preposti alla protezione di tali esemplari".

Una situazione che dovrebbe preoccupare, non solo le associazioni per l’ambiente, ma ciascuno di noi.