A San Marino l’aborto volontario non è più un reato: approvata la legge con 32 voti a favore

Lo scorso 31 agosto, nella Repubblica di San Marino è stata approvata la legge per regolamentare l’interruzione volontaria della gravidanza. La leggeentrerà in vigore il quinto giorno successivo a quello della sua legale pubblicazione.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Gaia Cortese 2 Settembre 2022
* ultima modifica il 02/09/2022

A San Marino l’aborto volontario non è più considerato un reato. A quasi un anno dal referendum sulla legalizzazione dell’interruzione volontaria della gravidanza, la Repubblica di San Marino ha approvato la sua legge sull’aborto con 32 voti a favore, 7 contrari e 10 astenuti.

Un passo importante, che arriva dopo che il tema è stato a lungo dibattuto e su cui le parti contrapposte erano decisamente divise. Come riportato da Ansa, prima dell’approvazione del voto, in aula c'è stata l’inaspettata dichiarazione dei Capitani Reggenti, ossia i Capi di Stato, che hanno ringraziato la Segreteria Istituzionale e le forze politiche che hanno mediato "per raggiungere un risultato che desse attuazione di un referendum”. Sono poi stati ringraziati anche i comitati referendari "perché nel loro lavoro hanno prodotto un dibattito nel paese dimostrando che la partecipazione della società civile hanno un grosso valore in un paese democratico”.

San Marino era uno dei pochissimi stati in Europa in cui l’interruzione volontaria di gravidanza era ancora reato.

Fino allo scorso anno, secondo una norma risalente al 1865, nella Repubblica di San Marino chi procurava un aborto o chi vi concorreva rischiava da sei mesi a tre anni di carcere, con un'attenuante nel caso di gravidanza extra-coniugale. Comprensibile quindi il commento dell'Unione donne sammarinesi (Uds), promotrice del referendum: “Festeggiamo, ma dobbiamo essere consapevoli che è un punto di partenza”.

In ogni caso, sarà possibile usufruire della legge già dalla sua entrata in vigore, prevista il quinto giorno successivo a quello della sua legale pubblicazione. La norma legislativa prevede che ci sia comunque l’obbligo di passare attraverso il consultorio affinché le donne che decidono di abortire entro la dodicesima settimana di gravidanza, siano tutelate.

Nella legge 21 è stato inserito un comma che spiega come "nelle more di cui al comma 1 e fino alla costituzione del Consultorio, le richieste di accesso all'interruzione volontaria di gravidanza vengono prese in carico dall'UOC Ostetricia e Ginecologia dell'ISS che demanda alla struttura sanitaria convenzionata esterna alla Repubblica".

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.