
Nell’intro a questa rubrica, sostenevo l'idea che in area cani sia possibile capire molto dell’aspetto psicologico di una persona dal cane che lo accompagna. Non mi è infatti ancora capitato di vedere un ragazzo di venti, trent'anni con un Carlino o un Chihuahua in braccio, come nessun American Pit Bull Terrier in compagnia di una signora tutta ingioiellata e vestita all'ultima moda. Senza dubbio è stato più facile vedere un vivace Golden Retriever portato a giocare da un papà con la figlia o un Pastore Tedesco con una giovane coppia come proprietari.
A sostenere la tesi della somiglianza tra cane e proprietario ci sono anche le dichiarazioni di Stanley Coren, neuropsicologo e professore di psicologia alla British Columbia di Vancouver in Canada, autore del libro tradotto in 26 lingue diverse “L’intelligenza dei cani” che gli ha procurato tra l'altro non pochi riconoscimenti. In pratica, Stanley Coren è uno psicologo per umani, molto esperto di intelligenza canina, e afferma quanto spesso e volentieri le persone scelgano cani che riflettono l’immagine che hanno di sè.
Sembrerà un luogo comune ma è facile vedere al guinzaglio di un super palestrato un Pitbull o comunque un cane di grandi dimensioni tendente all'aggressività, così come vedere un Chin Giapponese sbucare dalla borsetta di una donna vestita molto elegantemente.
Così come è anche vero che la personalità di un cane rivela degli aspetti del carattere del proprietario. Un cane poco amichevole, restio a giocare in area cani con i suoi simili potrebbe facilmente essere il cane di una persona poco socievole, difficile al saluto e, per essere più diretti, piuttosto sgradevole. Allo stesso modo un cane aggressivo è facile che appartenga a una persona particolarmente irruenta, con una spiccata tendenza alla litigiosità. Ma su questo ci ritorneremo.
"Quando scegliamo il “nostro” cane – ha spiegato Emanuela Prato Previde, docente di Psicologia generale a Medicina e Chirurgia dell’Universita degli Studi di Milano -, è possibile che entrino in gioco dei meccanismi psicologici che si sono evoluti per guidarci nella la scelta di un compagno umano: si tratta del cosiddetto “accoppiamento assortativo” basato sulla somiglianza e affinità percepita".
L'accoppiamento assortativo si manifesta nel momento in cui osservi per strada una coppia piacevole da vedere, dove uomo e donna sono di aspetto simile per età, altezza, dimensione del corpo, colore della pelle e dei capelli. Al contrario, ti sarà anche capitato di notare coppie "mal assortite", per cui la prima domanda che ti è passata per la testa (Antonio di Pietro dixit) è stata: "Ma che ci azzeccano quei due?".
La stessa cosa accade in tema di cani e l'accoppiamento assortativo influenza la scelta del futuro proprietario nei confronti del cane. D'altronde della stessa opinione è anche Nicholas Christenfeld, psicologo sociale dell'Università della California a San Diego, che afferma quanto sia probabile che alcune persone, intenzionalmente o meno, scelgano un cane che assomigli loro.
"Ho sentito dire di diverse persone che arrivano ad assomigliare ai loro animali domestici – ha commentato Nicholas Christenfeld -. Immagino che cane e proprietario possano giocare insieme, rincorrersi o divertirsi con un frisbee da afferrare al volo, ma che un cane possa mutare e diventare più simile al proprio proprietario è davvero difficile. Forse più facile che sia quest’ultimo a cambiare parzialmente il proprio aspetto per assomigliare al proprio quattrozampe. Già questo è più accettabile. Ma diciamo che scegliere un cane che già ti assomiglia, è probabilmente la conclusione più plausibile".