Agopuntura: cos’è e quali sono i benefici della medicina alternativa più praticata in Occidente

Le pratiche qui descritte non sono accettate dalla scienza medica, non sono state sottoposte a verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Queste informazioni hanno solo un fine illustrativo.
Sicuramente ne avrai già sentito parlare e magari un tuo amico te ne ha assicurato i benefici. Ma sei sicuro di conoscere a fondo questa terapia di medicina alternativa? Innanzitutto, devi sapere che è riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità e che è meglio se a praticarla è un medico. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Cosetta Ugolini, fisiatra e agopuntore.
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Giulia Dallagiovanna 25 Ottobre 2018
Con la collaborazione della Dott.ssa Cosetta Ugolini Medico fisiatra e agopuntore presso l’ospedale Luigi Sacco di Milano

L’agopuntura è la forma di medicina alternativa più diffusa in Europa e non esistono studi scientifici che ne attestino l’efficacia. Se ti stai chiedendo che senso abbia allora parlarne è perché a questa affermazione fanno seguito tutta una serie di “ma” che ora scoprirai. Innanzitutto, l’Organizzazione mondiale della sanità la riconosce come terapia complementare in abbinamento alla medicina tradizionale, mentre l’Ordine dei medici l’ha iscritta nel registro delle medicine non convenzionali.  Infine nel 2010, l’Unesco ha definito la medicina cinese e l’agopuntura come patrimonio dell’umanità.

Insomma, le ragioni per prendere sul serio questa pratica ci sono tutte. Ma proprio perché non è possibile effettuare studi precisi sui suoi benefici (e poi capirai perché), si tende a ritenerla la soluzione per ogni disturbo. In realtà, se il tuo intento è smettere di fumare o dimagrire, sembra che non abbia effetti positivi diretti, ma funga unicamente da placebo. Il che non la esclude come aiuto.

Le patologie per le quali è meglio indicata sono quelle funzionali, cioè nelle quali viene intaccata la funzionalità, appunto, di un organo. Ma per capire bene in quali casi è utile ricorrere all'agopuntura, abbiamo chiesto il parere della dottoressa Cosetta Ugolini, fisiatra e agopuntore, presso l'ospedale Luigi Sacco di Milano.

Cos’è l’agopuntura

L’agopuntura è una pratica che proviene dalla medicina cinese ed è stata portata in Europa da alcuni missionari portoghesi che avevano viaggiato in estremo oriente. E’ un metodo antichissimo, che si basa su testi che risalgono al 2500 a.C. La teoria che sta alla base riguarda lo Yin e lo Yang. La salute del tuo corpo è legata all’equilibrio fra queste due forze vitali, l’energia legata alla materia e quella mentale. Entrambe scorrono all’interno di una rete di canali, detti “meridiani”. Quando le vie si ostruiscono, si crea un disequilibrio all’interno dei flussi energetici del corpo e per questa ragione provi dolore. L’inserimento di piccoli aghi in punti specifici aiuterebbe a riequilibrare le forze vitali e a riportare il tuo organismo alla sua funzionalità ottimale. La medicina orientale infatti mira a curare la persona nel suo insieme e non le singole malattie in modo isolato.

Come funziona l'agopuntura

A questo punto avrai già davanti a te l’immagine della tua schiena coperta di piccoli aghetti. Ma cerchiamo di capire meglio come avviene di preciso l’applicazione di questa terapia alternativa. Innanzitutto chi la può praticare? Secondo l’Oms devi fidarti solo di professionisti come medici, fisioterapisti, infermieri e farmacisti. Il sito della Fisa (Federazione italiana delle società di agopuntura) ti aiuta a trovare il terapista più vicino a te, che ha imparato questa tecnica in una delle scuole di agopuntura presenti nel nostro Paese.

A questo punto, vediamo come funziona il trattamento. Gli aghi, di un diametro di circa 0,30 millimetri e di una lunghezza che varia da 1,5 a 7 centimetri, vengono inseriti sotto pelle in precise parti del corpo per stimolare la zona in cui risiedono i meridiani e liberarli. Si chiamano appunto zone o punti di agopuntura. Nel caso avessi paura, sappi che non sentirai male, ma solo un leggero fastidio. Gli aghi vengono lasciati in posizione per un tempo che varia da qualche secondo a qualche minuto e che verrà deciso dal terapista. Secondo la medicina orientale, infatti, ogni persona è diversa e la terapia che necessita dev’essere studiata su misura per lei.

Le sedute durano circa mezz’ora, un po’ di più se si tratta della prima, dove l’agopuntore esegue un'anamnesi del paziente e individua i punti da toccare. Il numero di sedute varia da caso a caso e può capitare che una persona necessiti di più di un ciclo.

Cosa cura l'agopuntura

In un articolo del 2016 sulla Stampa, il dottor Piero Ettore Quirico, che allora era segretario della Fisa, consigliava l’agopuntura soprattutto per curare problemi muscolo scheletrici, ginecologici, disturbi emotivi e malattie psicosomatiche. Utile in sostanza contro emicrania, cervicale, amenorrea da stress e dismenorrea (assenza del ciclo mestruale e dolori mestruali), ansia e insonnia ed herpes zoster.

Più avanti, il medico specificava: “Se uno è disturbato emotivamente, spesso tende a somatizzare le emozioni, procurandosi svariati disturbi fisici. Noi agopuntori curiamo la persona, non solo la malattia”. Come ti spiegavo prima, non esistono studi medici che possano dimostrare l’assoluta efficacia di questa terapia complementare, ma questo succede a causa dei limiti che la stessa agopuntura si porta con sé. Non è possibile ad esempio attuare un confronto con un vero placebo, come avviene per gli studi scientifici sui farmaci, perché come fa un agopuntore a non farti capire che non ti sta davvero inserendo un ago sotto pelle?

Il presidente della Società italiana di agopuntura, il dottor Paolo Evangelista, spiega però al Corriere della Sera: “L’inserzione dell’ago ha molteplici effetti biologici. Oltre al ripristino delle connessioni cerebrali dimostrato di recente sappiamo infatti che l’agopuntura, andando a stimolare zone più ricche di vasi e nervi rispetto alle aree vicine, comporta il rilascio di endorfine, rilassa i muscoli, ha un effetto antinfiammatorio locale e un’azione sulla conduzione elettrica nervosa”.

Le controindicazioni all’agopuntura

Il dottor Quirico sosteneva che non ci fossero controindicazioni a questa terapia, ma solo patologie per le quali risultava inutile. Ad esempio, non servirebbe a smettere di fumare o a dimagrire, anche se il suo effetto rilassante sui nervi potrebbe aiutare ad attenuare lo stato di nervosismo che ti porta ad accendere una sigaretta o a svuotare il frigorifero.

L’Associazione italiana sclerosi multipla, però, se da un lato consiglia l’agopuntura a chi è affetto da questa malattia neurodegenarativa per attenuare il dolore e la spasticità dei muscoli, invita sempre a rivolgersi a un medico. Controindicazioni potrebbero sorgere infatti nel caso fossi un portatore di valvole cardiache, pace-maker o seguissi una terapia a base di anticoagulanti.

Infine, assicurati sempre che gli aghi siano sterili in modo da non contrarre malattie trasmissibili come epatite o AIDS.

L'agopuntura funziona davvero?

La risposta breve è sì. Se ti sei sottoposto a qualche seduta, sempre a cura di un professionista, e ne hai appurato i benefici significa che su di te l'agopuntura funziona davvero e dovresti continuare a utilizzarla. D'altronde viene riconosciuta a tutti gli effetti come medicina complementare e viene praticata anche da medici o altri professionisti della sanità. L'importante però è non scambiarla come alternativa alle terapie tradizionali. Non sostituisce farmaci, né operazioni chirurgiche. Può semplicemente integrarle a aiutarti a provare meno male o a sconfiggere più velocemente un malessere.

Il parere dell'esperto

Abbiamo chiesto alla dottoressa Cosetta Ugolini, medico fisiatra e agopuntore presso l’ospedale Luigi Sacco di Milano, ASST-FBF-Sacco, di spiegarci quali benefici può portare l’agopuntura e in quali casi è utile fare ricorso a questa terapia.

Quali benefici può apportare l’agopuntura a chi sceglie di sottoporsi a questa terapia?

L’agopuntura è un ottimo strumento terapeutico per il controllo del dolore senza impiego di farmaci e pressoché senza effetti collaterali.

I benefici dipendono anche dal background e dall’esperienza dell’operatore che pratica l’agopuntura.

Per quanto mi riguarda, io sono specializzata in Medicina fisica e Riabilitazione, che è la disciplina secondo me, che meglio si integra con l’agopuntura. In qualità di Fisiatra, infatti, formulerò prima di tutto una diagnosi biomedica sul paziente, cioè una valutazione da medico tradizionale. Dopodiché utilizzerò le conoscenze di questa terapia complementare per ottenere dei dati aggiuntivi, approcciando al paziente in modo globale. L’agopuntura infatti guarda alla persona nel suo insieme. Immaginatevi di osservare una pianta: ciò che si vede, rami e foglie, sono i sintomi che vengono riferiti al medico, ma quell’albero ha delle radici, che rappresentano la reale disfunzione nascosta, origine del malessere.

Quando consiglia di ricorrere all’agopuntura?

L’agopuntura non è un’alternativa alle terapie tradizionali, ma si integra con essa. La biomedicina fa diagnosi anche grazie al supporto di indagini strumentali, come risonanze magnetiche o radiografie, che identificano un danno d’organo responsabile della sintomatologia. Ma esiste un ambito nel quale rientrano lo stress, l’ansia e il malessere generale non dimostrabili strumentalmente. Si parla infatti di danno funzionale che in medicina cinese trova corrispondenza in quadri sindromici specifici.

Si può dire che dove non arriva la biomedicina, arriva l’agopuntura. Si pensi ad esempio ad alcune manifestazioni dermatologiche legate a momenti di stress.

O anche, si tenga conto del fatto che una persona che soffre di un malessere psicologico o psicofisico, possa anche soffrire di bruxismo (il digrignare i denti di notte, ndr) le cui ripercussioni si risentono a livello cervicale, alle spalle o in sede lombare: queste sedi risulteranno dolenti durante la notte o al risveglio.

In questi casi, secondo la medicina cinese, sento i polsi e soprattutto guardo la lingua: se è arrossata sulla punta, significa che il paziente sta vivendo uno stato di ansia. Questo dato, unito ad alcune domande specifiche, mi conferma se il sintomo è insorto come conseguenza di un disagio psicofisico. Si tratta di un processo di somatizzazione.

L’agopuntura, in breve, mi aiuta a formulare una diagnosi corretta e completa anche dal punto di vista biomedico. Tramite l’impiego di nozioni della medicina cinese, trovo conferma all’ipotesi diagnostica formulata secondo il metodo tradizionale.

Come funziona l’agopuntura?

Ogni punto di agopuntura, quando stimolato, produce uno specifico effetto terapeutico grazie alla produzione di endorfine, ma è anche mediato dall’attivazione di una corrispondente area a livello del sistema nervoso centrale.

L’agopuntura viene utilizzata per vari scopi. Ad esempio, per il controllo della spasticità nei pazienti colpiti da ictus cerebrale, rendendo così più veloce il recupero motorio; per trattare la cefalea emicranica e muscolo-tensiva, nel caso di insonnia, nel controllo degli effetti collaterali della chemioterapia, come la nausea, per il dolore cervicale e lombare. È stata riconosciuta un’evidenza di efficacia nel trattamento di 46 condizioni cliniche.

L’agopuntura può essere utilizzata anche per curare l’ansia?

Sì, l’agopuntura interviene anche su versanti legati alla depressione, stati di ansia e attacchi di panico.

Ci sono controindicazioni all’utilizzo dell’agopuntura?

In generale no. Ci sono situazioni nelle quali occorre essere cauti, ad esempio per la donna in gravidanza. In questo caso, l’agopuntura può essere utilizzata nel caso il feto sia in posizione podalica, per stimolare una rotazione e il suo posizionamento in favore del canale del parto, ma se vengono toccati altri punti, si può indurre il parto.

Su pazienti psichiatrici può essere difficile intervenire, la consapevolezza e la piena collaborazione del paziente sono indispensabili.

Uno studio effettuato negli anni Novanta, un periodo in cui l’agopuntura non era ancora così diffusa, rilevò che a ricorrere a questa terapia erano soprattutto donne e con uno status culturale medio alto. Si tratta infatti di una metodica che ancora oggi incontra delle resistenze e va compresa, prima di poter essere applicata.

Non si possono effettuare studi scientifici sull’efficacia dell’agopuntura, ma quali evidenze esistono?

La letteratura scientifica americana è molto fertile in merito. Sono stati creati gruppi di studio che hanno elaborato delle precise linee guida da seguire per impostare un lavoro sperimentale in ambito di medicina complementare. Sono stati identificati sei items, con 17 subitems, che devono essere necessariamente seguiti in modo da poter impostare una sperimentazione scientificamente corretta.

La validità della più recente letteratura cinese è equiparabile a quella della letteratura americana e fruibile in quanto ora scritta in lingua inglese e non più in lingua cinese.

La risonanza magnetica funzionale usata durante la seduta agopuntura mostra come ciascun punto di agopuntura stimolato attivi una precisa area del cervello e questo ha permesso la realizzazione di una mappa cerebrale dei punti di agopuntura, che correla area cerebrale e agopunto stimolato.

In pratica, non è chiarissimo il meccanismo agopunturale, ma sono stati identificati dei  percorsi neurali dal punto stimolato con l’ago, al midollo spinale, fino allo stimolo a livello del cervello, identificando pertanto la Unità Neuronale di Agopuntura.