La quarta dose di vaccino anti-Covid potrebbe non venire estesa a tutti. All'inizio di marzo, come probabilmente saprai, sono iniziate le somministrazioni nei confronti dei pazienti fragili che hanno dai 12 anni in su. In Israele invece si era già scelto di indirizzarla al personale medico e a tutti gli over 60. E proprio da questo Paese ci arrivano i primi risultati di studi che, secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, "non sono così entusiasmanti". Sebbene infatti si registri un aumento nella quantità di anticorpi, questa reazione non sarebbe seguita da una risposta più efficace contro la malattia, in particolare con quella provocata dalla variante Omicron.
Lo Sheba Medical Center ha avviato uno studio per valutare l'efficacia della quarta dose, concentrandosi soprattutto sul personale medico che è tra i più esposti al rischio di contagio. Hanno preso in considerazione in tutto 174 persone, con 6mila operatori sanitari che fungevano invece da gruppo di controllo. Sono stati somministrati sia Pfizer che Moderna i risultati sono stati simili: gli anticorpi aumentavano, addirittura in misura maggiore rispetto a quanto si era visto con il primo booster (la terza dose), ma la protezione rimaneva la stessa. In particolare, nei confronti della variante Omicron, che ha portato a ipotizzare una quarta dose per tutti, non sono stati segnalati miglioramenti significativi. È bene puntualizzare, però, che i risultati sono ancora preliminari.
Secondo Pregliasco, il problema è da ricercarsi soprattutto in un intervallo troppo ravvicinato tra le somministrazioni. Dopo la terza dose, dunque, dovremmo attendere un po' di più prima di procedere con l'ennesimo booster. Più nel dettaglio, il virologo ha ipotizzato un meccanismo simile a quello dell'influenza, con un richiamo annuale raccomandato soprattutto per determinate fasce della popolazione, ma aperto a chiunque desideri riceverlo. Aggiungendo però che andrebbe fatto "con vaccini aggiornati nella composizione", al fine di ottenere "la massima efficacia". Vaccini cioè già pensati per essere diretti contro le varianti, quanto meno le principali.
Un altro problema è stato poi quello sollevato da Mario Clerici, professore di Immunologia all'Università degli Studi di Milano. L'esperto ha spiegato che quando si espone un organismo ad elevate dosi dello stesso antigene virale in successione, come accade con i richiami dei vaccini contro il Covid appunto, si crea una situazione per cui alcune cellule immunitarie non producono più anticorpi perché in qualche modo iniziano a tollerare l'intruso.
Insomma, ora come ora non ha molto senso l'ipotesi di estendere la quarta dose a tutta la popolazione. E il governo in effetti non sembra voler procedere in questo senso, considerando che ha esteso la durata del green pass già in seguito al primo booster.
Fonte| Reuters;