Alessandro e la pedalata attraverso l’Italia per finanziare la ricerca sul cancro: “Tutti noi possiamo aiutare”

Oltre 1200 chilometri e 20mila metri di dislivello: è stata la pedalata contro il cancro di Alessandro Mucci, ventitreenne piemontese che, insieme ad Airc, ha attraversato il centro Italia e le zone terremotate per raccogliere fondi in favore della ricerca. L’avventura di Alessandro è stata ispirata dalla mamma, che lo corso gennaio ha lottato e vinto un tumore al pancreas.
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Kevin Ben Alì Zinati 13 Luglio 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Il tumore ha varcato le soglie di casa Mucci a gennaio. Prima di allora, solo qualche lontano parente l’aveva incontrato ma Alessandro era troppo piccolo e non aveva chiesto di più. Funziona  un po’ come con il teppistello del quartiere: sai chi è e che qualche volta mette gli altri ragazzi in brutti guai, ma tu stai con altra gente e sei tranquillo perché finora è andato tutto bene. Poi però lui arriva senza bussare, spalanca la porta e ti invade casa, lasciandoti ammutolito. “L’ultima volta, mamma era stata in ospedale ventitré anni fa, quando sono nato io. Sapevo di qualche zio che ne era stato colpito ma poi pensavo a mio nonno, da parte di mamma, che fuma un pacchetto di sigarette al giorno da quando ne ha più o meno 16, e oggi a 96 anni sta benone. E un po’ mi convincevo che nella sua famiglia insomma si godesse di ottima salute. Poi però la mamma se l’è dovuta vedere con un cancro al pancreas.

Quando racconta Alessandro Mucci è una scheggia, le parole sfrecciano nell’aria veloci come le ruote della sua bicicletta sull’asfalto di San Donato Val di Comino, vicino a Frosinone, e poi su quello di Fiuggi e Rieti, fino a quello che porta su alle cascate delle Marmore di Terni e giù a Foligno, poi a Norcia e Castelsantangelo sul Nera e via così, attraverso il centro Italia. In sella alla sua bicicletta Alessandro ha inseguito alcuni dei nostri borghi più belli, ha pedalato all’ombra di diverse Bandiere Arancioni e insieme ad Airc ha messo in piedi una raccolta fondi in favore della ricerca contro il cancro. Tutto ispirato dalla mamma.

Alessandro a Terminillo insieme alla sua bicicletta

L’incudine

Oggi l’avventura di Alessandro è giunta al termine, il suo anello intorno alle zone terremotate, i grandi gruppi montuosi dell'Appennino Centrale e i borghi turistici più suggestivi d’Italia si è concluso dove era partito lo scorso 29 giugno, a San Donato in Val di Comino. Il viaggio del giovane ventitreenne torinese però è cominciato mesi fa, con l’anno appena sorto, in una fredda giornata di gennaio, quando i medici hanno scoperto un tumore alla mamma. “Sulla testa del pancreas, dove ci sono i dotti biliari, si era formata una piccola massa maligna che li ha ostruiti facendola diventare gialla quasi di colpo”. Lo sconosciuto era già entrato e aveva già messo i piedi sul tavolino in salotto. “Quando abbiamo scoperto del tumore è come se dal nulla ci fosse piombata un’incudine sulla testa”. Per Alessandro e la mamma significava dover affrontare l’intruso per la prima volta, per il papà invece è stato come ritrovarselo nuovamente davanti alla faccia. “Quando era giovane, ha perso la madre proprio a causa di un tumore, e la situazione in cui ci siamo ritrovati gli ha riportato alla mente un passato infelice.

All’arrivo a L’Aquila

Tra le visite e i consulti con i medici, arriva una notizia rassicurante: il tumore ha dimensioni ridotte ed è operabile. Nel giro di poco la mamma di Alessandro viene sottoposta all’intervento di asportazione della massa e alle chemioterapie. Poi però arrivano marzo e la pandemia e Alessandro deve barcamenarsi tra i viaggi in ospedale, il lockdown e gli esami di economia. Quando supera anche l’ultimo ostacolo, chiamato econometria, e si laurea, deve però rimandare i suoi progetti. “Nei miei piani mi sarebbe piaciuto regalarmi un viaggio in bicicletta: sono un triatleta e se nella corsa e nel nuoto me la cavo, sulla bici sono nel mio universo. Però con tutto quello che è successo, ho dovuto fermarmi”.

Il viaggio prende forma

Intanto la mamma di Alessandro continua con i cicli di cure, “a cui ha reagito molto, molto bene”. E alla fine supera il tumore. Ha sbattuto fuori di casa quell’estraneo indesiderato e ha ripreso possesso delle sue cose. Non tutti però abbiamo chiaro che cosa sia un tumore o cosa significhi affrontarlo e in pochi comprendiamo il peso di una diagnosi sulle spalle della propria mamma. Alessandro è convinto che il tumore della mamma, per lui, sia stata come un nuovo inizio. “Credo di aver avuto una crescita post traumatica. È stata come una fionda, mi ha tirato indietro per poi catapultarmi in avanti verso l’ultimo esame e la laurea. Se mia mamma è viva è solo grazie alla ricerca che si fa in Italia contro queste patologie. E in questi mesi di lockdown, mentre lei faceva le terapie, ho pensato di rivoluzionare il mio progetto originario”.

Quando abbiamo scoperto del tumore è stato come se un'incudine ci fosse caduta sulla testa

Così, quando a maggio l’Italia ha riaperto, Alessandro si è guardato allo specchio e dall’altra parte ha visto chi gli diceva che no, se non fosse partito ora, non l’avrebbe fatto mai più. “Era il mio momento”. E allora si è messo in contatto con la fondazione Airc per la ricerca sul Cancro e ha strutturato un nuovo piano. Un viaggio in bicicletta nelle zone terremotate del’Italia per sensibilizzare verso un tema, il tumore, “di cui si parla troppo poco. “Negli ultimi mesi ci hanno spaventato con il Covid, e a ragione, ma ogni anni ci sono 350 mila casi di cancro in Italia. Ci vuole più consapevolezza”. Perciò Alessandro ha inforcato la sua bici e la scelta dell’itinerario è venuta spontanea: “Il Coronavirus ha distrutto il turismo in Italia, allora noi per rivincita facciamo le nostre vacanze nel nostro, ancora di più adesso che si può comunque uscire dai confini”.

Ripartenza

In quasi milleduecento chilometri di salite e discese e oltre ventimila metri di dislivello, Alessandro ha pedalato per aiutare a finanziare la ricerca sul cancro. In tanti hanno cominciato a seguirlo e donare, anche gli amici piemontesi che “hanno capito quello che sto facendo, mi hanno riempito di messaggi”. In due settimane di viaggio ha cambiato la sua vita. “Oggi ho consapevolezza di che cosa vuol dire «tumore» e di quanto faccia male ma grazie a mia mamma ho imparato a normalizzare questa malattia: quando arriva la diagnosi, va affrontata a testa alta, con rispetto e tanto coraggio. Ho capito quanto sia importante la ricerca. Oltre il 60% dei cancri diagnosticati guariscono, è stupendo ma bisogna continuare a studiare e a scoprire cure e trattamenti. Dobbiamo fare di più, tutti quanti”. La pedalata per l’Italia, quindi, è stata solo la prima tappa del viaggio del nuovo Alessandro: “Voglio andare nelle scuole a parlare e raccontare la storia della mia famiglia, metterò in campo altre iniziative per contribuire ad aiutare chi soffre”.

A proposito di tappe: a San Donato in Val di Comino, all’arrivo, Alessandro stato abbracciato dalla città intera, dal sindaco e da tanti nuovi amici che hanno non hanno fatto mancare il sostegno, digitale e anche economico. Tra questi, c’era anche la mamma: entrambi hanno abbracciato l’altro con la stessa ammirazione che scatta di fronte ai propri eroi. “Mamma ha preso la malattia con lo spirito giusto, non si è data per vinta e si è data da fare per quello che poteva, cucinando per esempio. Ha intrapreso un percorso di crescita progettando cose nuove, aveva un’associazione teatrale a cui ha dovuto rinunciare, anche per via del Coronavirus, ma adesso sta progettando il rientro in scena.

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