
In alcuni rari casi sembra quasi che Madre Natura si sia confusa e abbia combinato un pasticcio. È il caso del Dolichotis patagonum, nome scientifico del marà della Patagonia. Dal punto di vista morfologico e, per certi versi, anche da quello comportamentale, questo mammifero assomiglia molto a una lepre, anche se con orecchie più corte e arti un po' più lunghi (che ricordano vagamente quelli di un cane, soprattutto quando sta seduto a terra).
Il marà però è un roditore, e non un lagomorfo (ebbene sì, sappi che lepri e conigli non appartengono all'ordine dei roditori). Dal punto di vista genetico questo bizzarro animale è dunque più vicino alla cavia, detta anche porcellino d'India. Rispetto a quest'ultima, però, è di dimensioni decisamente maggiori: un marà può arrivare infatti ad essere lungo fino a 75 centimetri e a pesare oltre 16 chilogrammi.
Come si può intuire dal nome stesso, è diffuso soprattutto nelle aride praterie della Patagonia, in Argentina. La sua caratteristica principale è quella di essere un veloce corridore, oltre che un ottimo saltatore: il marà della Patagonia può sfiorare i 30 chilometri orari di velocità, quando corre, e saltare anche fino a 2 metri. Sono animali gregari, e si nutrono essenzialmente di erbe, radici, semi e cortecce.
Infine, c'è un'altra curiosità legata a questo bizzarro mammifero: il marà è in grado di sopravvivere senza bere per diversi giorni. Il motivo è da ricondurre probabilmente al fatto che nei vegetali e nei semi di cui si nutre trova abbastanza liquido per resistere più a lungo e anche al fatto che urina pochissimo, riuscendo a rimettere in circolo parecchie volte l'acqua corporea.